La figlia del vescovo Tutu celebrerà un culto cristiano inclusivo
Articolo di Harriet Sherwood* pubblicato sul sito del quotidiano The Guardian (Gran Bretagna) il 4 marzo 2020, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Attivisti LGBT+ parteciperanno a un culto [anglicano] celebrato da due presbitere lesbiche di rilievo alla vigilia della Conferenza di Lambeth, l’assemblea dei vescovi anglicani di tutto il mondo che si tiene una volta ogni dieci anni circa, e che in questa occasione sarà probabilmente dominata dal conflitto sulla sessualità e il matrimonio. Questo culto non farà certamente piacere ai vescovi conservatori, i quali si attengono alla definizione dell’omosessualità come peccato.
L’Eucarestia “inclusiva”, che si terrà in una chiesa di Canterbury, sarà celebrata dalla reverenda Mary Glasspool, vescova ausiliaria di New York; predicherà la reverenda Mpho Tutu van Furth, una delle figlie di Desmond Tutu, il veterano della lotta anti-apartheid in Sudafrica.
Il culto vuole lanciare un forte messaggio agli oltre mille vescovi da 165 Paesi, che a fine luglio si raduneranno all’Università del Kent per quasi due settimane di preghiera e discussione sui problemi globali della Comunione Anglicana.
La spaccatura sulla sessualità, tra chi si aggrappa alla “verità biblica” e chi si fa paladino dell’accettazione e dell’inclusività, ha dominato l’ultima Conferenza di Lambeth, tenutasi nel 2008: in quell’occasione l’allora arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, avvertì che la Chiesa era “in grave pericolo”.
Mpho Tutu van Furth, che dopo il suo matrimonio omosessuale si è dimessa dal suo posto di presbitera anglicana in Sudafrica e ora vive nei Paesi Bassi, ha raccontato al Guardian che il suo messaggio a questa Eucarestia sarà di “accoglienza e ospitalità cristiane. Gesù è stato sempre deciso nell’includere coloro che dalla società venivano emarginati”. La Chiesa sta lentamente cambiando, aggiunge, ma lei vuole lanciare una sfida “a chi sta in alto: attenzione a quello che fate”.
Per Mary Glasspool, la prima vescova lesbica sposata della Comunione Anglicana, il culto inclusivo porterà con sé un messaggio importante: “La comunità LGBT+, nel Regno Unito e in altri luoghi, forse non capirà che è invitata alla mensa cristiana. Dobbiamo far sapere che tutte e tutti sono inclusi, tutte e tutti invitati a questa particolare celebrazione”. Per lei Justin Welby, il successore di Rowan Williams, “ha fatto molto male a non invitare quelle persone [mariti, mogli e partner dei vescovi omosessuali]: è una violazione dell’ospitalità”.
Le coniugi dei vescovi sono tradizionalmente ospiti della Conferenza di Lambeth, ma quest’anno è stato giudicato “inappropriato” invitare i e le partner dello stesso sesso. La reverenda Glasspool nel dicembre 2018 ha ricevuto una lettera di Justin Welby, che la informava della sua decisione “di non invitare sua moglie alla Conferenza di Lambeth; una decisione che, ne sono sicuro, sarà molto dolorosa per lei, e di questo mi scuso con tutto il cuore”.
Questa lettera è stata uno shock: “Non era necessaria, ha creato un caso dove prima non c’era”. La reverenda Glasspool sospetta che sia una mossa per “tenere buoni” gli anglicani conservatori degli Stati Uniti.
I primati di Nigeria, Ruanda e Uganda, noti per il loro forte conservatorismo in tema di sessualità, non parteciperanno alla Conferenza. Fino ad ora si sono registrati 673 vescovi e 521 coniugi.
Questa settimana un sondaggio ha rivelato che la percentuale di membri della Chiesa d’Inghilterra che credono che il matrimonio omosessuale sia sbagliato sono passati dal 47% del 2013 al 34% oggi. Il sondaggio, condotto da YouGov, rivela anche un forte incremento della percentuale di approvazione del matrimonio omosessuale, dal 38% nel 2013 al 48% nel 2020. Il sondaggio rileva una differenza generazionale: più di due terzi degli anglicani al di sotto dei 50 anni approva il matrimonio omosessuale. Secondo Paul Bayes, vescovo di Liverpool, i risultati [del sondaggio] “sono una sfida per i vertici della Chiesa d’Inghilterra, in quanto ci spingono a interrogarci se comprendiamo bene i punti di vista del popolo che serviamo”.
* Harriet Sherwood si occupa di questioni sociali e religiose per il Guardian e l’Observer, dopo essere stata corrispondente da Gerusalemme e redattrice per gli esteri e la Gran Bretagna.
Testo originale: Lesbian priests to lead church service on eve of Anglican summit