Tra corona-virus, preghiere e inutili polemiche
Riflessioni di Massimo Battaglio
Questo breve articolo non c’entra con la questione omosessuale. E’ un piccolo sfogo personale sul tema “fede e corona-virus”.
Ho appreso mezz’ora fa del “breve pellegrinaggio” che papa Francesco ha compiuto privatamente, con tutte le precauzioni del caso, alla basilica di San Marcello al Corso. Notizia che mi ha suscitato non dico commozione ma senz’altro un sincero sorriso.
Poi ho guardato i commenti, soprattutto su facebook. Il più genunino dice “ah France’! Statti a casa come tutti e caccia li sordi!”. Poi ce ne sono tanti altri che, con aria un po’ più saputa e argomenti raffinati, esprimono sempre lo stesso concetto. C’è chi sostiene che il pontefice non sta dando il buon esempio e chi lo accusa di non fare niente di concreto.
Provo a ribattere dicendo che, come credo, per un papa, la preghiera sia quanto di più concreto si possa fare; parte il linciaggio. Faccio notare che “li sordi”, Francesco li ha “cacciati” eccome, facendo uscire 100.000 euro dalle proprie tasche; mi fanno notare che li ha donati alla Caritas, cioè: “dalla tasca davanti a quella dietro”. Come se fosse difficile distinguere tra i risparmi del tabaccario e l’incasso dello Stato sulle sigarette.
Ho provato a sbirciare nei profili dei miei interlocutori. Nessuno di loro dava cenno di aver preso parte ai flash mob di questi ultimi giorni. Ci avrei giurato.
Il corona-virus sta esasperando i tratti del nostro carattere, nel bene e anche nel male. C’è chi reagisce con l’allegria, chi cerca di non rinunciare a qualche forma di socialità. E c’è chi si rinchiude ancora di più in se stesso, emettendo giudizi sugli altri, che, in altri momenti, forse, avrebbe risparmiato. C’è chi non rinuncia alla solidarietà e se ne inventa qualche forma a distanza, e chi cerca volutamente un pretesto per rodersi il fegato in modo da nascondere il motivo vero della propria inquietudine.
Per carità; non voglio lanciare accuse a mia volta, nè sostenere che tutti gli uomini di Chiesa stiano reagendo benissimo. Per esempio, trovo abbastanza comiche quelle iniziative di alcuni preti che montano la statua della Madonna su un furgoncino e vanno in giro a dare benedizioni (e poi vengono a dirci che i pride sono una carnevalata). Così come trovo disgustosa l’iniziativa di quella famosa radio che approfitta per chieder soldi.
Ma dal Papa, mi aspetto esattamente quello che sta facendo: mostrare in tutti i modi di essere vicino a ogni uomo, cattolico e non. Mi aspetto che ci ricordi il tesoro della preghiera e che inviti a pensare a forme di preghiera inedita, compatibile coi tempi (anche online, perché no?).
Al contrario, non mi aspetto forme di carità pelosa. Non mi interessa il suo aiuto monetario. L’efficenza del sistema sanitario – pubblico, per cortesia – me la attendo dalle istituzioni: dallo Stato e dalle Regioni, i quali, mi auguro, dopo l’esperienza del corona-virus, ci penseranno due volte prima di tagliare le spese sulla salute.
E ora basta perché devo andare alla finestra ad accendere la torcia del mio cellulare. C’è già un sacco di gente simpaticissima che sventola la sua, chi applaudendo, chi salutandosi dai balconi: “ciao Mario! Ce la faremo!”. “Ce la faremo!”