Il problematico rapporto del Vaticano con i diritti umani
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 16 marzo 2020, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il Vaticano ha duramente criticato un nuovo rapporto delle Nazioni Unite sui diritti umani delle donne e delle persone LGBTQ, e ha definito “particolarmente inaccettabili e offensive” quelle sezioni del documento che, secondo la Santa Sede, pretendono che la libertà religiosa venga sottomessa ai “diritti umani”.
Della vicenda ha scritto Jamie Manson sul [bisettimanale cattolico progressista] National Catholic Reporter. Il rapporto è stato pubblicato in previsione degli incontri della Commissione delle Nazioni Unite per la Situazione delle Donne, che avrebbero dovuto tenersi questo mese [marzo 2020] ma sono stati cancellati per via della pandemia del coronavirus. Ecco cosa scrive Manson:
“Il rapporto della commissione speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione e di fede esamina come i gruppi religiosi influenzano quelle leggi e quelle prassi degli Stati che violano i diritti delle donne, delle bambine e delle persone LGBTQ.
“Ahmed Shaheed, della commissione speciale sulla libertà di religione e di fede, ha dichiarato alla stampa ‘Rifiuto assolutamente ogni pretesa che le credenze religiose possano essere invocate come giustificazione per le violenze e le discriminazioni contro le donne, le bambine e le persone LGBTQ+, le quali subiscono discriminazioni e violenze inflitte, nel nome della religione, da enti e persone legate o meno agli Stati, i quali inibiscono il loro diritto a godere in modo pieno dei loro diritti umani’.
“Ahmed Shaheed ha poi espresso preoccupazione per il sorgere di movimenti religiosi e politici che si appellano alla libertà religiosa per far recedere i diritti umani.
“Il rapporto sostiene che ‘le varie religioni e fedi vengono sempre più usate per negare il diritto alla riproduzione consapevole e i diritti sessuali, per rendere illegali i patti tra i dipendenti miranti a proteggersi dai datori di lavoro, negare la pari dignità alle persone LGBT+, minare alla base il diritto alla libertà religiosa e di convinzione a donne, bambine e persone LGBT+’”.
In risposta l’arcivescovo Ivan Jurkovič, capo della delegazione della Santa Sede presso le Nazioni Unite di Ginevra, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Particolarmente inaccettabili e offensivi risultano le numerose raccomandazioni perché la libertà di religione e di fede, e l’obiezione di coscienza, siano lasciati da parte per promuovere gli altri cosiddetti ‘diritti umani’, che certamente non godono di un grande consenso, anzi costituiscono una sorta di ‘colonizzazione ideologica’ da parte di alcuni Stati e istituzioni internazionali”.
Jamie Manson, nel suo articolo, documenta le continue opposizioni della Santa Sede ai diritti umani per le donne e le persone LGBTQ, fin dalla metà degli anni ‘90, e commenta quest’ultimo sviluppo:
“La verità è che la Santa Sede e altre istituzioni religiose usano le loro ideologie per dominare e controllare i corpi e le vite delle donne e delle persone LGBTQ in tutto il mondo. In alcuni casi, persone vulnerabili sono sottomesse alle credenze di gruppi religiosi ai quali nemmeno appartengono.
“È certamente il caso degli Stati Uniti, dove l’amministrazione Trump ha dato un forte sostegno alla campagna dei vescovi [cattolici] statunitensi mirante a usare la libertà di religione come giustificazione per negare alle donne e alle persone LGBTQ i diritti fondamentali alla salute, alla sicurezza e alla protezione dalla violenza.
“Questo rapporto delle Nazioni Unite è il tentativo più coraggioso fin’ora visto per tentare di limitare l’eccessiva influenza dei gruppi religiosi sulle leggi civili. La domanda è: troveranno gli Stati il coraggio di eliminarla del tutto?”.
Il direttore esecutivo di New Ways Ministry, Francis DeBernardo, ha partecipato nell’ottobre 2019 a una consultazione interreligiosa convocata da Ahmed Shaheed al quartier generale delle Nazioni Unite a New York. Scopo dell’incontro era fornire alla commissione sulla libertà religiosa e di fede vari punti di vista su questo tema, oltre che sull’uguaglianza di genere e sessuale: “I partecipanti hanno condiviso punti di vista molto stimolanti su questi argomenti, che concernono moltissime persone tra credenti e attivisti per l’uguaglianza. Sono rimasto molto colpito da modo in cui Shaheed ha ascoltato con attenzione i dubbi dei leader religiosi e degli attivisti per la causa LGBTQ e femminile per poter preparare il suo rapporto, e il prodotto finale è un ottimo equilibrio tra i diritti di tutti gli individui e le organizzazioni”.
Negli anni l’influenza internazionale della Chiesa Cattolica è stata in molti casi abbastanza positiva: i vertici della Chiesa sono stati molti attivi nei processi di pace nel mondo, e la Santa Sede tutt’ora agisce a favore di comunità di emarginati spesso maltrattati e ignorati in molti luoghi del mondo, come i migranti e i rifugiati, ma Manson ha ragione quando dice che il punto di vista della Chiesa sui diritti umani di donne e persone LGBTQ è profondamente problematico. Fino a che la Chiesa non smetterà di abusare della libertà religiosa per giustificare la discriminazione, la sua testimonianza di difensore dei diritti umani sarà sempre compromessa.
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e di Bondings 2.0, un blog, aggiornato quotidianamente, che riporta notizie e opinioni dal mondo LGBT cattolico. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: Vatican Rips United Nations Report on Gender Equality as “Unacceptable and Offensive”