Questioni di cuore. Le difficoltà di un giovane gay a trovare un amore «serio»
Sono un ragazzo di 24 anni che si lascia prendere e si innamora di altri ragazzi da quando ne aveva 14 e da tre anni la cosa è pubblica. Conduco una vita professionale soddisfacente: studente magistrale di Lettere e Filosofia, già laureato triennale.
Gestisco con mia sorella una coinvolgente attività nella ristorazione che funziona bene, scrivo articoli, pensieri e opinioni su un giornale online locale, direi progressista, mi sono brevettato in ambito sportivo. Ho una smisurata passione per gli animali da cortile, che possiedo. Ma in ambito sentimentale non ne azzecco una.
Per anni sono rimasto prigioniero dello schema scellerato dell’innamoramento pazzo di amici eterosessuali o sedicenti tali, soffrendone molto, una volta arrivati gli inevitabili fallimenti.
Conosco nel tempo vari ragazzi gay e ne trovo alcuni interessanti che però non ricambiano mai. L’ultimo che ho conosciuto di recente mi aveva fatto sperare in aperte e ammalianti prospettive ed era pieno di promettenti aspettative.
Più o meno della mia età, dello stesso ambito di studi, di bella presenza, un ragazzo che poteva avere la mia stessa sensibilità sulle questioni del mondo, che capiva i temi delle mie pubblicazioni, le ansie, le paure, l’approccio timido e insieme assetato nell’affrontare la singola esistenza kierkegaardiana nell’oceano del mondo.
Ci frequentiamo qualche giorno finché arriva il bacio passionale dopo una serata di intense emozioni a un concerto (offerto da me, e lui si è commosso), bacio che da coinvolgimento del desiderio erotico-corporeo, rispondo che non avevo pensato in quella serata come priorità al bacio, ma anzi ero contento della sinergia di interessi e emozioni del nostro stare insieme, delle tenerezze, dei sorrisi e che non sapevo cosa dire riguardo questa pulsione erotico-sessuale, che secondo lui deve andare di pari passo con l’affinità mentale. È così meccanico il passaggio?
Sono rimasto spiazzato e ancora una volta ho fallito. Preciso che ho fatto sesso con ragazzi, generalmente etero che si concedevano divertimenti «diversi», e con loro non ho mai avuto coinvolgimenti emotivi.
Alessandro Meda (Monza e Brianza)
La risposta…
Dalla foto che mi ha inviato, e di cui la ringrazio, direi che lei è un bel ragazzo, più carino del suo amico che l’ha mollata. Non so dirle molto su questa storia del bacio, perché per quel che ne so, l’attrazione fisica è qualcosa che precede un bacio, che spinge cioè a desiderare di baciare.
Che un solo bacio possa bastare per capire che proprio non ci siamo, mi sembra esagerato,
a meno che il suo comportamento da bravo ragazzo che quell’intimità non se l’aspettava, abbia scoraggiato il suo amico. Può darsi che invece lui abbia già una sua vita affettiva, e abbia troncato la vostra amicizia sul nascere, non potendo poi portarla avanti.
O ancora, il suo amico ha avuto paura del peso che lei dà a ciò che chiama «affinità mentale», l’idea cioè di doversi misurare con le sue esigenze anche culturali oltre che emozionali: e preferendo delle avventure meno impegnative, più fini a se stesse, si è ritirato.
Non mi sorprende sapere che i cosiddetti etero o che si credono tali, ogni tanto si concedono un’avventura gay, ma ci sarà una ragione per cui i gay non si lasciano sedurre.
Forse lei per la sua età è troppo serio, ha troppe aspettative, vuole subito un coinvolgimento sentimentale a cui i suoi amici sono al momento non interessati.
* La giornalista Natalia Aspesi conduce da anni, su Il Venerdì di Repubblica, la rubrica ‘Questioni di cuore”.