Anche in Italia ci sono chiese evangeliche che sanno accogliere le vite delle persone LGBT
Risposta alla lettera di un giovane gay evangelico della pastora battista Elizabeth E. Green*
Carissimo grazie delle tue parole e spero che arrivino a chi di dovere! Grazie di aver condiviso con noi la tua fede, la tua ricerca, la tua sofferenza e soprattutto l’amore che trapela da ogni riga dalla tua lettera.
Amore della tua chiesa e per la tua chiesa, amore per colui di cui ti sei innamorato (o di chi ti innamorerai) e poi sopra tutto l’amore per Dio e l’amore di Dio che “che è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è dato” (Rom 5,5).
Non sei affatto solo perché la tua esperienza è (purtroppo) condivisa da molti e molte cristiani sia cattolici sia evangelici che vivono la loro fede in chiese che stentano a comprendere e a praticare “la grandezza dell’amore di Dio” (Rom 5,8) (Sebbene l’apostolo Paolo sia spesso ritenuto nemico delle persone lgbtq+, la sua comprensione del vangelo è radicalmente inclusiva e accogliente, ma quella è un’altra storia).
Allo stesso tempo, però, ci sono persone e gruppi in quelle stesse chiese che pensano che “davanti a Dio non c’è favoritismo” (Rom 2,11) e che se Dio non discrimina nessuno non lo dovremmo fare nemmeno noi.
Se ci mettiamo insieme, se ci cerchiamo a vicenda (come hai fatto tu con la tua lettera) scopriamo un Dio che abbatte tutte le barriere che abbiamo costruito in base al genere, all’orientamento sessuale e persino alla chiesa di appartenenza!
Ci sono poi, altre chiese evangeliche in Italia come le chiese metodiste, valdesi o battisti che negli ultimi anni sono più o meno riuscite ad “ascoltare con cuore aperto l’esperienza delle persone omosessuali”.
Non è sempre stato facile ma proprio grazie a un’esperienza fatta insieme e a una lunga e talvolta sofferta meditazione sulla Parola di Dio, la maggior parte di loro riconosce l’amore omosessuale come un’espressione dello stesso amore di Dio e cerca di vivere la chiesa di conseguenza.
Nell’innario che usiamo nelle chiese battiste c’è il canto “Noi trionferemo”. A un certo punto recita “Mano nella mano, mano nella mano noi trionferemo un dì”.
Ecco, le mani che si tengono e si sostengono a vicenda non sono solo di “neri e bianchi insieme” ma sono di tutti i colori dell’arcobaleno, persone di ogni identità sessuale e di ogni confessione cristiana.
Marciano al ritmo dell’amore di Dio. Ci troviamo lì.
*Elizabeth E. Green e una pastora battista e una teologa che si occupa di teologia e genere, ed è membro del Coordinamento Teologhe Italiane. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Il Vangelo secondo Paolo (2009), Il filo tradito. Vent’anni di teologia femminista (2011), Padre Nostro? Dio, genere, genitorialità (2015).