Trovare Dio nel deserto del coronavirus
Riflessioni* di Annemarie Paulin-Campbell** pubblicate sul sito del Jesuit Institute South Africa (Sudafrica) il 27 marzo 2020, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Durante queste misure d’emergenza, possiamo trovarci a disagio o intimiditi: chi vive da solo può temere la solitudine; chi ha dei bambini può trovarsi in difficoltà nel tenerli sempre occupati; chi vive un conflitto in famiglia può non sopportare di essere confinato in casa con il partner; altri, invece, hanno ansie per la loro situazione finanziaria.
Dobbiamo gestire molte emozioni: il dolore di non poter passare il tempo con le persone care, il rinvio a tempo indefinito di eventi a cui volevamo partecipare, la perdita temporanea della nostra routine famigliare, oppure anche la gioia di avere inaspettatamente molto tempo libero a disposizione.
Forse abbiamo paura del nostro essere mortali, o della morte delle persone care. Questo è un periodo che dice chi siamo: come possiamo trovarvi Dio?
L’idea di starsene in un luogo senza muoversi non è campata in aria. Nella tradizione monastica di san Benedetto i monaci e le monache fanno voto di “stabilità di luogo”, ovvero di rimanere per sempre all’interno delle mura del convento. La radice spirituale di questa saggezza consiste nel trovare Dio lì dove siamo, invece di cercarlo senza sosta ora qui, ora lì.
Non avevo ancora trent’anni quando feci il mio primo ritiro silenzioso di trenta giorni. Inizialmente fu tutt’altro che facile (non erano ammessi i notiziari, e nemmeno Internet!), ma fu un’opportunità di concentrarmi su Dio, e di passare molto tempo con lui. Fu un cammino di trasformazione, di quelli che accadono solo una volta nella vita.
La saggezza della vita monastica consiste nell’avere giornate molto strutturate: questo offre un senso di stabilità e di calma mentre viviamo il nostro ritmo quotidiano mangiando, pregando, leggendo e lavorando, tutto a suo tempo. Quindi fate qualcosa di creativo, fate esercizio e prendetevi del tempo da dedicare agli altri.
Se vivete da soli, la vostra casa può essere come un eremo dove stare attenti alla presenza di Dio in voi. Se vivete con qualcuno, può essere un’occasione preziosa per stare con loro in un modo che non è possibile in altri momenti, quando siete sommersi dalle cose da fare.
Persone diverse reagiranno in maniera diversa, e in maniera personale vivranno la perdita della loro vita “normale”. Siate gentili con voi stessi e con chi vive assieme a voi. Non dimenticate di farvi presenti con gli altri attraverso la tecnologia, specialmente con chi è solo e vulnerabile.
Approfondite la vostra relazione con Dio, e ricordate la sua promessa: “Non temere, perché io sono con te” (Isaia 43). Potete coltivare la vostra fede con la Liturgia delle Ore, il Rosario, oppure prendendo parte alle Messe online, magari offrendo preghiere per esigenze specifiche, o alle proposte del Progetto Gionata e di Cammini di Speranza. Internet è ricchissimo di risorse.
Sopra ogni cosa, fissatevi in mente le sagge parole di Giuliana di Norwich, un’eremita vissuta all’epoca della Morte Nera nel XV secolo. Giuliana udì il Signore che le diceva: “Tutto sarà bene, e tutto sarà bene, ed ogni sorta di cosa sarà bene”.
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
** La dottoressa Annemarie Paulin-Campbell lavora da diciannove anni nel campo della spiritualità ignaziana ed è a capo della scuola di spiritualità del Jesuit Institute South Africa. La sua principale incombenza è l’addestramento e la supervisione dei direttori spirituali e l’organizzazione dei ritiri. È una psicologa iscritta all’albo, e la sua tesi di dottorato tratta dell’intreccio tra psicologia e spiritualità cristiana. Fa parte della redazione del periodico di spiritualità The Way (La Via), ed è autrice di numerosi articoli sull’addestramento dei direttori spirituali nel contesto africano. Ha contribuito alla stesura di diversi libri, l’ultimo dei quali è una raccolta di riflessioni quaresimali. Ha partecipato a varie conferenze ed eventi sulla spiritualità nel Regno Unito, negli Stati Uniti, a Roma, in Spagna, in Etiopia, in Kenya e in Zimbabwe. Email: a.paulin-campbell@jesuitinstitute.org.za Twitter: @annemariepc_c
Testo originale: Finding God in a time of lockdown