La speranza cristiana al tempo del coronavirus
Riflessioni di Russell Pollitt sj pubblicate sul sito del Jesuit Institute South Africa di Johannesburg (Sudafrica) il 18 marzo 2020
Cari amici, mentre l’Istituto dei Gesuiti continua a studiare, pensare e riflettere sulla sfida globale e locale data dalla diffusione COVID-19, siamo sempre più convinti che dobbiamo affrontala insieme per trovare i modi per continuare a coltivare e far crescere la nostra fede.
Il mondo sta cambiando rapidamente e abbiamo di fronte sfide straordinarie. Questo rapido cambiamento sta influenzando, come abbiamo già visto, lo stesso modo in cui preghiamo e viviamo la nostra fede.
Dio in questo tempo, crediamo ci stia chiamando a discernere e ripensare il modo in cui facciamo le nostre cose. Siamo invitati a fare il punto e a cambiare il nostro stile di vita, in modo da poter continuare a essere testimoni fedeli e discepoli di Gesù.
È diventato chiaro – anche in altre parti del mondo – che il modo più efficace per rallentare il virus è attraverso il distanziamento sociale e l’isolamento. Si riducono i rischi quando non non stai con gli altri. Anche un piccolo gruppo di persone presenta un rischio troppo elevato rispetto all’isolamento. Sembra esserci la convinzione che se siamo poche persone siamo al sicuro. Questo non è vero. Un piccolo gruppo di persone rappresenta un rischio più elevato rispetto all’isolamento. La buona teologia e la buona scienza non sono nemici, sono compagni che dovrebbero sempre dialogare tra loro.
L’Eucaristia è sempre al centro della nostra fede cattolica. Ma quando entriamo in un momento della storia in cui non è possibile riunirsi insieme, non dovremmo arrabbiarci, essere ansiosi o addirittura perdere la speranza. Dobbiamo seguire le migliori conoscenze scientifiche che abbiamo e permettere alla nostra teologia di mostrarci nuovi modi di essere il corpo di Cristo.
Distanziarci e isolarci non è facile, è una lotta. Siamo, per nostra stessa natura, esseri sociali che vogliono essere collegati agli altri. Anche noi, popolo di Dio, abbiamo il desiderio intrinseco di essere uniti con il Signore nell’Eucaristia. E così, in questo momento, dobbiamo essere intraprendenti e trovare nuovi modi per mantenere la nostra unità. Dobbiamo usare questo momento di distanziamento ed isolamento per andare più in profondità nelle cose, come l’albero le cui radici nel deserto vanno sempre più in profondità nel terreno per trovare l’acqua che lo sosterrà, quando il sole asciugherà qualsiasi sorgente d’acqua in superficie.
A differenza di quelli che ci hanno preceduto, abbiamo modi e mezzi a nostra disposizione per mantenere vive le nostre vite spirituali durante questo periodo. I mezzi di comunicazione di massa sono un dono di Dio e possono tenerci connessi, informarci, aiutarci a ridurre l’isolamento e farci crescere nella preghiera e nella fede.
Dobbiamo prendere il coraggio dagli uomini e delle donne che ci ispirano – i santi – che spesso hanno vissuto l’isolamento. Per alcuni, questo isolamento ha dato loro il dono della contemplazione. Quindi, invece di preoccuparci o di temere il distanziamento sociale, possiamo chiederci cosa possiamo fare per assicurarci di usare questo tempo perché dia profitto spirituale.
Dio ci sosterrà, Dio non ci ha mai abbandonato! Dio è eterno e illimitato. Dio non è mai stato limitato ai soli sacramenti. Dio ci darà, in questo tempo imprevedibile, il nutrimento di cui abbiamo bisogno per continuare il nostro viaggio. Per un po’, siamo invitati a imparare nuovi modi per pregare con la Chiesa universale.
Mentre cerchiamo e apprendiamo un nuovo modo di essere chiesa, i Gesuiti (e tanti altre comunità) rendono disponibili sui loro siti web una riflessione giornaliera per il tempo di Quaresima. Se la Santa Messa è stata sospesa nella tua zona o hai saggiamente scelto di non andare alle riunioni pubbliche, perché non usare quelle riflessioni basate sulle scritture del giorno per pregare e per riflettere?
Potresti farlo da solo o in famiglia. Questo periodo di distanziamento sociale potrebbe essere un momento in cui siamo in grado di recuperare del tempo prezioso in famiglia parlando, riflettendo e pregando insieme. I pasti in famiglia ricordano la tavola eucaristica e possono essere un momento in cui ricordiamo a noi stessi che l’Eucaristia ci unisce a tutto il popolo di Dio.
[…] Molti parlano di “comunione spirituale”. Cos’è, da dove viene e come potremmo essere nella “comunione spirituale”? Altre persone sono preoccupate che la mancanza di fiducia in Dio abbia influenzato i dirigenti della Chiesa portandoli a sospendere la Santa Messa comunitaria. Queste azioni mostrano davvero una mancanza di fiducia in Dio? Altri si chiedono se la nostra devozione ai sacramenti e l’obbligo di partecipare alla messa debbano avere la precedenza sulla salute e la sicurezza delle nostre comunità e dell’intera nazione.
Nei prossimi giorni, cercheremo di dare delle risposte a queste domande e alle preoccupazioni comuni che ci aiuteranno anche a comprendere con più profondità la nostra fede.
I vescovi hanno rimosso l’obbligo della messa domenicale. Questo è davvero angosciante ma, ancora una volta, è un momento per noi per fermarci e per riflettere. Ci sono molte persone in tutto il mondo, in aree lontane, che sono private della Santa Messa. Tuttavia l’Eucaristia rimane ancora al centro della loro fede e rimane al centro anche della nostra fede. Preghiamo, ora, come fanno loro.
[…] Un altro modo in cui possiamo rimanere uniti è ricordandoci, ogni giorno, di pregare per le persone infette e colpite da COVID-19. Preghiamo per coloro che li assistono: medici, infermieri, altro personale medico e cappellani. Preghiamo per le loro famiglie. Preghiamo anche per tutti coloro che hanno perso la vita in questa pandemia.
La nostra unità nella preghiera ci attira nel cuore dell’Eucaristia: “Che tutti siano uno, come tu, Padre, sei in me e io in te” (Giovanni 17:21). Dobbiamo rimanere uniti nella preghiera e così, insieme, possiamo crescere nella fede, nella carità e nell’amore.
Possiamo viaggiare insieme sapendo che Dio ci sta guidando in modi nuovi e innovativi.
In questo momento preghiamo per te e i tuoi cari,perchè possiate rimarrete saldi nella fede e in buona salute. Che Dio ti benedica.
Russell Pollitt SJ, Director Jesuit Institute South Africa
Testo originale: Hope and faith in the time of Corona