Il senso del controsenso di celebrare la Pasqua oggi!
Riflessioni di Edoardo Zenone
Stasera ho deciso di guardarmi il film dedicato a Louis Zamperini. Lo conoscete?
Figlio di immigrati italiani negli States, partecipa alle olimpiadi del 1936 classificandosi ottavo nei 5000 metri ma, dato che quelle del 1940 sono annullate a causa della guerra invece di correre viene arruolato nell’aviazione.
Dopo due anni l’aereo su cui presta servizio precipita nell’Oceano Pacifico e qui, durante
47 lunghissimi giorni passati in balia delle acque, da ateo, si converte a Dio e gli promette che, se riuscirà a sopravvivere, gli dedicherà i suoi successivi anni.
Ed ecco che dopo qualche giorno arriva una nave a salvarlo. Peccato che sia Giapponese
e che lui, soldato americano, sia il nemico. Deportato in una durissima prigione militare,
tornerà in patria dopo averne subite di ogni, solo alla fine della guerra.
Durante la prigione però la sua fede, seppur “utilitaristica” non si spegne, anzi, si rafforza
giorno dopo giorno. Tanto che poi, una volta tornato, manterrà la promessa fatta e tornerà In Giappone prima per rappacificarsi coi suoi ex carcerieri, perdonandoli tutti, e poi per portare la torcia Olimpica, nel 1998 a Nagano, coronando il sogno svanito 60 anni prima.
Ecco io penso che anche noi al momento siamo dispersi in mezzo all’oceano, in balia delle onde, tra angoscia e speranza, con la sensazione di non poter far nulla per cambiare effettivamente le cose.
Chissà quanti che non hanno mai creduto hanno iniziato ad avvicinarsi a Lui per chiedere di essere salvati. Chissà quanti hanno sempre creduto hanno visto la loro fede messa alla prova, quanti vacillano di fronte all’attuale situazione mondiale.
E, purtroppo, quando arriverà la nave a salvarci dalle acque non sarà una liberazione ma un’altra prova: lo sappiamo tutti benissimo. Non torneremo “come prima” perché semplicemente c’è un prima e c’è un dopo.
Alla prova attuale seguiranno tempi duri, forse anche più duri di quelli che stiamo vivendo adesso, ché finché non si può, non si può. Ma quando si potrà ma non si dovrà …?
In mezzo a tutto ciò arriva lei, bella bella, la Pasqua. Sembra quasi uno sfottò divino, qui a celebrare la resurrezione, come se vedessimo già la luce quando, molto probabilmente, non siamo manco arrivati alla metà del tunnel!
Eppure c’è una cosa che trascuriamo sempre: per uscire dal tunnel bisogna prima
percorrerlo. Per vedere la luce dobbiamo prima sperimentare il buio. Per imparare ad
ascoltare bisogna prima non riuscire a sentire. Per essere salvati dobbiamo prima
perderci.
Ecco quindi il senso del controsenso del celebrare la Pasqua oggi: non importa se la
nostra fede è nata ieri o se in questi giorni si è ridotta ad un cerino.
Oggi celebriamo la speranza che sicuramente non toglie il dolore ma ci ricorda che Lui è sempre qui ad aiutarci a sopportarlo. Fino alla fine del tunnel.