Sono una lesbica cristiana in cammino “dal buio alla luce” per scoprire il suo “Origin of Love”
.
Testimonianza di Martina su “Dal buio alla luce: percorso online per giovani LGBT e la loro comunità” (30 Aprile-3 Maggio 2020)
È passata più o meno una settimana, dal ritiro online “dal buio alla luce” e finalmente trovo un momento per tornare a quegli istanti che sicuramente mi hanno dato tanto, più di quanto mi aspettassi di ricevere.
Devo ammettere che è stato strano vivere quei giorni, insieme a tante altre persone, collegati ad un computer, ognuno dalle proprie case, ma mai come in quei momenti mi sono sentita così tanto vicina a tutti quei genitori, ragazzi e operatori pastorali. Eravamo sì lontani con i nostri corpi, ma allo stesso tempo molto vicino con i nostri Cuori.
La mia presenza a questo ritiro la devo sinceramente ad un ragazzo del Progetto Giovani Cristiani LGBT. È venuto a “bussare alla mia porta” una sera di aprile con un messaggio per me: “Dal buio alla luce – percorso online per giovani lgbt e la loro comunità. Da stasera maggiori dettagli e iscrizioni aperte!”.
Ancora una volta, quello stesso ragazzo che al IV Forum dei Cristiani LGBT italiani di Albano Laziale nel 2016, passando tra i tavoli durante la cena con un foglio mezzo sporco e una penna, chiedeva con tanta umiltà se volevamo noi GIOVANI dare il nostro contatto mail :«se vuoi, in assoluta libertà, puoi scrivere qui un tuo recapito, in questo modo possiamo rimanere in contatto tra di noi..». In quelle semplici parole, stava prendendo vita quello che, all’epoca era uno strano “NOI”, ma che presto si sarebbe rivelato un magnifico viaggio da fare INSIEME.
Io accettai la proposta di quel ragazzo per me ancora sconosciuto, ma poi dopo il Forum la mia vita prese un’altra strada che mai mi sarei aspettata di intraprendere. Sono partita per la Germania e ormai vivo qui da tre anni, nonostante avessi abbracciato con entusiasmo la proposta del “Progetto Giovani Cristiani lgbt”, pian piano col tempo avrei lasciato tutto. Con la mia nuova vita, purtroppo non avevo più tempo per dedicarmi a questo bellissimo progetto. Tutte le mie forze erano concentrate da quel momento ad imparare una lingua difficile come il tedesco, farmi spazio in un nuovo contesto lavorativo, inserita in una cultura completamente nuova e diversa dalla mia.
Insomma, lontana dalla mia terra, ero alla semplice ricerca di “un piccolo posto nel mondo per me” (chiamala semplice…).
Al mio posto dall’Italia, i miei straordinari genitori invece portavano la mia/nostra testimonianza a tante persone, dando vita col tempo anche ad un “percorso pastorale con le persone lgbt e le loro famiglie” nella nostra diocesi di Civitavecchia-Tarquinia. Ero contenta che attraverso la nostra storia tanti ragazzi, ragazze, genitori e addirittura tanti operatori pastorali riscoprissero un Amore di Dio che non giudica, ma AMA A PRESCINDERE. Io mi limitavo semplicemente a seguirli da lontano, lasciandomi entusiasmare a volte dai loro racconti, ma non vivendoli assolutamente in prima persona.
Comunque, nonostante la lontananza, in tutto questo periodo rimasi in contatto con alcuni ragazzi del Progetto, tra cui appunto Davide che come dicevo prima, ancora una volta, quella sera di aprile veniva a cercarmi con la sua grandissima umiltà e forza d’animo che lo hanno sempre caratterizzato.
Io non ero convinta di voler partecipare, quello strano messaggio veniva a cercarmi in un momento del mio percorso in cui ero immersa nei dubbi e nella paura. Ma è come se ancora una volta nella mia vita, avessi sentito che “qualcun altro di più grande” attraverso Davide mi stesse chiamando.
Nell’alternarsi della nostra esistenza, nei nostri “Up and Down”, quante volte abbiamo affrontato momenti in cui non riuscivamo a trovare risposte o semplicemente non riuscivamo a porci delle domande. Ecco, io fino a pochi giorni fa ero in questa fase (se così la vogliamo chiamare) e non pensavo ancora che in questo “buio” si sarebbe accesa presto una luce molto luminosa. D’altronde il nome del ritiro non a caso era proprio: “dal buio alla luce” 😉
Così mi sono iscritta all’ultimo momento, e non solo, ho accettato da un altro ragazzo del Progetto la proposta di portare per la prima volta la mia testimonianza insieme alla mia famiglia, in un momento del ritiro. Volevo accettare quella “proposta” per vedere dove mi conducesse :«voglio proprio vedere ora cos’hai in serbo per me..vediamo questa volta cosa sei riuscito ad inventarti..» pensavo tra me e me, nella mia testa.
Con mia grande sorpresa, non mi sarei mai aspettata di trovare qualcosa di così bello.
In questo ritiro, dall’altra parte di uno schermo ad attendermi un sacerdote che ha dato tanto per preparare questo incontro. Attraverso le sue riflessioni ho potuto approfondire parole come: “essenziale/vitale”, “speranza”, “relazioni” e “comunità”. La bellissima possibilità che ci è stata data di confrontarmi con un sacerdote in un colloquio privato e soprattutto la felicità di confrontarmi con altri ragazzi nei piccoli gruppi.
Soprattutto porto nel cuore la testimonianza di una coppia di genitori che era nel nostro gruppo: “Dio ci parla attraverso le persone che incontriamo nel nostro cammino”. È vero, ci domandiamo spesso dove sia, ma non ci accorgiamo che in quel preciso istante ci sta parlando attraverso un amico, un evento, la frase di un libro, la scena di un film o semplicemente anche attraverso una passeggiata nella natura.
Ho imparato da questi giorni così intensi, che attraverso la nostra testimonianza possiamo essere “luce” e speranza per qualcun altro, per un ragazzo o una ragazza che non ha avuto ancora la possibilità di fare coming out nella propria famiglia, ad esempio. Per un genitore che cerca risposte dopo il Coming Out di suo figlio/a, anche e soprattutto per un operatore pastorale che fatica a conoscere il “tema dell’omosessualità”, in una Chiesa che ancora lo affronta con tanta “paura e indecisione”.
Credo che il nostro compito, soprattutto di genitori e figli in questo contesto, sia quello di testimoniare alla Chiesa il vero Amore di Dio. D’altronde in questo stupendo rapporto generazionale si riproduce quello stesso rapporto che c’è tra noi e Dio, di un Padre/Madre che ama immensamente i suoi figli. Come figli apparteniamo e apparterremo per sempre alle “viscere” dei nostri genitori, un legame che nessuno potrà mai spezzare, così anche Dio rappresenta questo modello, questo legame che sarà sempre presente in qualsiasi momento della nostra vita (anche in quelli di profondo “buio”).
Nonostante le sofferenze che abbiamo provato nella nostra vita, dobbiamo riuscire a testimoniare la GIOIA. Dobbiamo dare un messaggio nuovo, ma in fin dei conti è sempre lo stesso, cambia magari solo il contesto storico, e cioè che: DIO È AMORE. Amore che libera, che fa rinascere, che ti dona un’altra prospettiva di vita. Più faticosa? Certo, ma sicuramente molto, ma molto più gratificante.
Questa mattina, come accennavo all’inizio di questo testo, ho trovato finalmente il tempo di scrivere queste parole. Nelle mie orecchie un po’ di musica che mi aiuta quando devo trovare l’ispirazione di scrivere qualcosa. Oggi ascoltavo in particolare una canzone di un cantante che ho nel cuore (forse d’altronde perché anche lui, sa come me cosa significhi vivere la propria omoaffettività soprattutto quando sei solo un bambino/a o un adolescente).
Questa canzone s’intitola “Origin of Love” (Mika, 2012), e ci sono alcune strofe che dicono così: “You are the sun and the light (tu sei il sole e la luce) you are the freedom I fight (tu sei la libertà che combatto) The origin is you (l’origine sei tu) You’re the origin of love (tu sei l’origine dell’amore) like every word that you teach (come ogni parola che predichi) With every rule that you breach (con ogni regola che infrangi) You know, the origin is you (sai, l’origine sei tu).
From the air I breathe to the love I need (dall’aria che respiro all’amore di cui ho bisogno) Only thing I know, you’re the origin of love (l’unica cosa che so, sei l’origine dell’amore) Your love is air, I breathe it in around me (il tuo amore è l’aria che respiro intorno a me).
Non c’è da dire niente di più, tu sei l’origine dell’amore.
Infine vorrei risponde ad una delle ultime riflessioni che ci è stata lasciata alla fine di questo bellissimo ritiro: “Una nuova prospettiva, direzione, luce che hai intravisto in questi giorni per te, la tua vita e per il nostro cammino di giovani nella Chiesa”. Io non so cosa mi riserva il mio domani, e quanti momenti di “buio” ancora mi attendono, ma mi piace pensare che in quei momenti di buio o di “silenzio”, in realtà Dio sta preparando un discorso o qualcosa di grande da fare con noi.
Ha solo bisogno di tempo, e sappiamo ormai benissimo che i suoi tempi non sono i nostri. Come giovani omosessuali all’interno della Chiesa, dobbiamo avere solo pazienza, perseveranza e umiltà perché sicuramente Dio ha qualcosa in serbo per noi.
Da parte nostra, dobbiamo solamente continuare questo cammino e soprattutto non farci rubare la speranza che le cose un giorno possano cambiare.