Se non è la chiesa che accoglie e difende le persone LGBT dall’omotransfobia chi deve farlo?
Lettera al direttore di Avvenire dai genitori Elena e Enrico Carretti della Parrocchia di Regina Pacis di Reggio Emilia
Caro Direttore siamo Elena ed Enrico, sposati da trentatre anni e genitori di tre figli. Siamo da sempre attivi nella nostra parrocchia e nella diocesi di Reggio Emilia nella pastorale famigliare e alcuni anni fa abbiamo dato vita assieme al parroco ad un gruppo di preghiera per persone lgbt e genitori con figli lgbt aperto a tutti i parrocchiani inserito nella pastorale ordinaria dell’unità pastorale di cui facciamo parte.
Siamo rimasti veramente disorientati e delusi dalla lettura del comunicato della CEI di ieri e dagli articoli di oggi scritti su Avvenire da sempre da noi ritenuto un giornale di riferimento.
Disorientati perchè quanto detto contraddice completamente il messaggio di accoglienza finora espresso da voi verso le persone lgbt e i loro famigliari e delusi perchè quello che dice non rispecchia il messaggio cristiano, non difende i più fragili, quelli come gli omosessuali, i transessuali, bisessuali intersessuali che spesso vivono ai margini e nel nascondimento per paura perchè vittime di tanti soprusi e violenze verbali e fisiche.
Se non è la chiesa cattolica che li accoglie e li difende proprio in attuazione del messaggio del Vangelo chi deve farlo? Qualsiasi disposizione che possa aumentare la loro protezione e difesa deve essere accolta e sostenuta ed invece qui accade il contrario.
Ci rattrista e ci indigna tantissimo renderci conto che motivazioni e interessi politici hanno avuto il sopravvento sul messaggio del Vangelo. Noi che ci diciamo Cristiani cosa abbiamo di diverso dagli altri se non abbiamo il coraggio di sostenere il nostro essere seguaci di Cristo andando contro i nostri interessi personali e gli interessi del mondo per salvaguardare i più fragili, gli ultimi? Che esempio di coerenza siamo per i nostri figli con un comportamento del genere, che testimonianza diamo all’esterno?
Noi cristiani dobbiamo essere seminatori di speranza e portatori di carità e di amore, non dobbiamo e non possiamo perdere nessuna occasione per dimostrarlo
Elena e Enrico Carretti