I matrimoni omosessuali in Austria. Evoluzione storica e situazione giuridica attuale
Estratto dal testo di Elisabeth Greif*, contenuto nel saggio cattolico “Benediktion von gleichgeschlechtlichen Partnerschaften” (La Benedizione delle coppie omosessuali), curato da E. Volgger e F. Wegscheider (Austria), editore Puster, anno 2020, pp. 17-31, liberamente tradotto da Antonio De Caro
1. Introduzione (pp. 17-18)
Il 4 dicembre 2017 la Corte Costituzionale dell’Austria ha aperto il matrimonio a tutti, dopo aver constatato che riservare il matrimonio solo alle coppie eterosessuali e le unioni civili solo alle coppie omosessuali costituiva una forma di discriminazione ed era pertanto anticostituzionale, poiché l’uguaglianza è un diritto fondamentale per la Costituzione austriaca.
In tal modo, la Corte Costituzionale Austriaca è stata la prima Corte Suprema in Europa ad avere aperto il matrimonio anche alle coppie omosessuali, in vigore dal 1 gennaio 2019.
2. Evoluzione storica (pp. 18-20)
Il matrimonio civile venne introdotto in Austria nel 1938, quando la legge tedesca sostituì le norme del Concordato, ed ovviamente era accessibile solo a persone di sesso diverso. In Austria i rapporti omosessuali erano puniti dal Codice Penale fino al 1971. Solo nel 2002 la Corte Costituzionale Austriaca abolì ogni distinzione fra contatti etero- ed omosessuali. Già nel 1998 alcuni partiti politici si erano impegnati a migliorare la condizione delle persone omosessuali: tanto è vero che nel 2009-2010 sono state introdotte le unioni civili, molto simili alla condizione coniugale, ma ben distinte da essa. Ad esempio, le unioni civili non prevedevano alcuna cerimonia né testimoni, né davano diritto all’adozione o alla procreazione medicalmente assistita.
3. La decisione della Corte Costituzionale (pp. 20-28)
Nel 2004 la Corte Europea per i Diritti Umani aveva rivolto un reclamo all’Austria, sollecitato da due uomini di Vienna che stavano insieme ed avevano fatto ricorso per il fatto di essere esclusi dalla possibilità di sposarsi: ciò costituiva una violazione al diritto alla vita privata e familiare, che va riconosciuto anche alle relazioni omosessuali stabili.
Quindi anche le relazioni omosessuali -così la Corte Europea per i Diritti Umani- hanno diritto ad essere riconosciute come famiglia. Su questa base, dopo l’introduzione delle unioni civili, le differenze giuridiche delle unioni omosessuali rispetto al matrimonio eterosessuale sono state ritenute forme di discriminazione ed eliminate progressivamente, in forza del principio costituzionale di uguaglianza.
L’evoluzione conferma che la Convenzione Europea dei Diritti Umani riscuote grande credito in Austria, e ha quasi lo stesso valore della Costituzione. Ecco per quale motivo i pronunciamenti della Corte Europea per i Diritti Umani hanno un impatto serio ed immediato sulla legislazione federale austriaca.
Il principio di uguaglianza è presente nella Costituzione Austriaca fin dal 1867 ed è stato via via confermato; per giustificare eventuali eccezioni ad esso, occorrono valide ed oggettive motivazioni, che in nessun caso possono derivare da astratte questioni di principio.
A seguito dell’azione giuridica intentata da due donne a Vienna, la Corte Costituzionale ha ulteriormente approfondito l’argomento. Le unioni civili sono state introdotte proprio per agire in senso contrario alla discriminazione e nel corso del tempo le differenze rispetto al matrimonio si sono progressivamente ridotte. Inoltre è evidente che il significato umano del legame di coppia è identico per le coppie eterosessuali e per quelle omosessuali.
“In entrambi i casi di tratta della tutela giuridica di una comunione di vita completa e intenzionalmente durevole di due persone che hanno gli stessi diritti, orientata al reciproco sostegno e cura” (p. 27).
Mantenere due diversi istituti giuridici per la stessa cosa è interpretabile come discriminazione: per cui la Corte Costituzionale, in nome del superiore principio di uguaglianza, ha modificato il Codice Civile ed ha ammesso il matrimonio per tutti.
4. Significato concreto della decisione (pp. 28-30)
Questa decisione comporta una grande vittoria per le minoranze in Austria. Dal momento che si tratta di una decisione costituzionale, il legislatore ha uno spazio molto ristretto per modificarla, soprattutto dopo che, nel 2015, la Corte Europea dei Diritti Umani ha confermato che i Paesi che condividono la Convenzione Europea dei Diritti Umani devono ammettere una forma di tutela delle relazioni omosessuali (caso Oliari ed altri contro l’Italia).
5. Il diritto vigente (pp. 30-31)
L’evoluzione del diritto austriaco sulle relazioni omosessuali, dalle unioni civili al matrimonio egualitario, mostra l’importanza del principio di uguaglianza, in un Paese che vuole combattere le discriminazioni anche a causa del passato nazista. È stato il diritto a combattere contro la discriminazione e per l’uguaglianza. Non la Chiesa.
* Elisabeth Greif è associata e reggente dell’Istituto per i Legal Gender Studies dell’Università “Johannes Kepler” di Linz (Austria).