Perché nella chiesa i giovani sono visti sempre come un’emergenza
Lettera inviata al direttore di Avvenire da Carmine T. del Progetto Giovani Cristiani LGBT
Caro Direttore, Le scrivo per rispondere alla lettera del 20 giugno 2020 (pubblicata nella sua rubrica su Avvenire) in cui si manifestava la preoccupazione di una sempre più diffusa “crisi” sessuale dei giovani.
Da quanto letto, sembra che la società attuale stia vivendo una vera e propria emergenza che riguarda i giovani. La parola “emergenza”, però, si dà a due diversi livelli di accezione.
Un primo livello è quello dello stato di necessità e urgenza, che è quello sottolineato nella lettera. Un secondo livello, che è quello con cui concordo, vede questa parola coinvolta nella sua dimensione di venire alla luce, scoprire, emergere, appunto. Ancora, la parola “crisi” dal greco implica un movimento di passaggio, un cambiamento e non una situazione di assoluta irrecuperabilità.
Quello che vorrei sottolineare da giovane cristiano LGBT e guardando anche ai termini utilizzati come parole chiave, è che questi gruppi sono nati in segno di supporto e non per favorire una presunta crisi. Io per primo sono stato accolto e aiutato nel momento in cui mi sono sentito dire di dover scegliere tra la mia sessualità e la fede.
Scoprire questo mondo, scoprire di appartenere ancora a qualcosa e di non dover scegliere tra chi si è e chi si crede, è stato il momento in cui la crisi si è risolta in un passaggio di trasformazione che mi ha reso chi sono oggi e che mi permette di tracciare il mio domani, nell’autentica libertà che dovrebbe caratterizzare l’essere umano.
Il fatto che ci siano sempre più giovani che rivendicano la propria identità, ed anche la propria fede, non è sintomo di una crisi della società.
Ma segno che qualcosa sta cambiando e che finalmente ci sentiamo liberi di affermare noi stessi. Il frutto di questo cambiamento lo si vede nella chiesa stessa, ora che sempre più si sente l’esigenza di entrare in dialogo con queste nuove realtà. Lo testimoni il documento del sinodo dei giovani, che ha parlato anche di noi.
Il cambiamento è parte della vita, tutto cambia. Questo è faticoso e non ha mai valore positivo o negativo in senso assoluto.
Sta a chi lo accoglie fare in modo che si concretizzi in qualcosa di bello, giacché il cambiamento è comunque un qualcosa di inevitabile.
Carmine. T.