Padre Bryan Massingale: “Sono un prete nero, gay e cattolico che lotta per una Chiesa inclusiva”
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 12 giugno 2020, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Un nuovo articolo su The Revealer, una pubblicazione religiosa online, affronta l’impegno per la giustizia di padre Bryan Massingale, professore alla Fordham University di New York, uno dei più importanti esperti cattolici di etica. Massingale, gay e nero, si descrive come un “intellettuale attivista”. Per il suo lavoro appassionato su tematiche quali la razza, la sessualità e il gender, è stato paragonato ad un “profeta”.
L’intervistatrice Olga Marina Segura racconta la vita di padre Massingale, una vita di appassionato impegno intersezionale. Giovane gay “nascosto” negli anni ’70, padre Massingale entra nel seminario di San Francesco a Milwaukee per “la profonda sensazione che essere prete mi avrebbe permesso di aiutare le persone, ma sarebbe stato anche un efficace strumento di giustizia”.
Durante il periodo in seminario si confronta con il fatto di essere il solo studente nero dell’istituto, e si sente anche marginalizzato per la sua sessualità. Racconta di un’esperienza durante un ritiro spirituale, durante il quale ebbe un’importante rivelazione: “Ad un certo punto, intuii profondamente di non essere affatto consapevole di come Dio potesse essere immaginato nero o gay, e certamente non le due cose insieme […] È stato quando mi sono reso conto per la prima volta che il problema, in quest’equazione, non era Dio. Il problema era la Chiesa”.
Quando venne ordinato, a 26 anni, non aveva ancora condiviso nulla con nessuno sulla sua sessualità, a parte pochi amici intimi, e certamente non con la famiglia o con la gerarchia ecclesiastica. Durante il periodo dell’ordinazione, comunque, trovò un momento di “radicale accettazione di sé”: “Capii che Dio mi stava chiamando. Non ero un caso. Non ero un’aberrazione. Dio sapeva chi ero e come ero, e mi chiamava comunque”.
All’inizio del suo impegno come sacerdote, padre Massingale si occupò della pastorale dei malati di AIDS, e ricorda la vergogna e la paura che molti genitori provavano dopo la morte dei figli, anche se questi ultimi avevano tenuto nascosto di essere gay: “Non credo che possiamo capire il profondo silenzio, un silenzio pieno di vergogna, e l’isolamento in cui vivevano allora parecchi membri della comunità LGBT. Il silenzio ha influenzato la nostra Chiesa, e la nostra Chiesa ne è stata complice”.
Da allora, padre Massingale è stato un importante sostenitore dei diritti LGBTQ nella Chiesa. All’inizio degli anni 2000 ha dichiarato pubblicamente il suo appoggio al matrimonio egualitario, nonostante le proteste del suo vescovo, e ha parlato alla conferenza per il cinquantesimo anniversario di DignityUSA. È stato elogiato dal gesuita James Martin perché dava “una grande speranza” a molti cattolici LGBT. Nel 2018 ha diretto l’annuale ritiro per religiosi gay di New Ways Ministry. L’arcivescovo di Milwaukee, Jerome Listecki, ha deplorato la cosa, e Massingale ha ricevuto minacce di morte mentre fronteggiava un gruppo di manifestanti.
Padre Massingale ricorda come a quel tempo la risposta della diocesi ai due gruppi, i religiosi gay e le persone che protestavano contro di essi, suonasse “stridente”: “Da una parte c’è questa eccezionale, santa, sacra e potente esperienza di guidare le persone nella preghiera. Dall’altra, gente riunita per fare un esorcismo perché credono che la nostra presenza profani un luogo sacro […] il vescovo locale ha parlato contro questi preti che stavano pregando, contestando l’idea di un ritiro gay, ma senza dire una parola sulla violenza e il vetriolo ai quali era esposto un gruppo di persone impegnate nel servizio di Dio. Mi fa rabbia che la gente che vuole raccogliersi in preghiera sia vista come un problema, mentre quelli che invitano all’insulto la passino liscia”.
Nel 2017 padre Massingale ha parlato al raduno nazionale di New Ways Ministry, dicendo ai presenti che le persone LGBTQ “devono rifiutarsi di essere zittite” e incoraggiando l’uditorio a “continuare ad affermare la nostra verità”. Precedentemente, quando era professore alla Marquette University, aveva celebrato Messe mensili per la comunità LGBTQ del campus, perché era importante che “avessero una Messa dove si sentissero accolti e amati da Dio”.
Nel 2013 ha invitato i presenti alla conferenza nazionale di Pax Christi USA a combattere in difesa dei diritti LGBT, sia in quanto diritti umani, sia come necessità per attirare i cattolici più giovani. Padre Massingale si è anche unito ad altri teologi e prelati cattolici nel condannare la proposta di una legislazione anti-gay in Uganda. Ha aggiunto che la Chiesa non può abbandonare le persone transgender cattoliche.
Oltre al suo costante ed esplicito sostegno alla giustizia per le persone LGBTQ nella Chiesa, padre Massingale è una delle voci più forti per la giustizia razziale di matrice cattolica. La sua opera è necessaria per riformare la Chiesa, e per gli ambiti in cui la leadership e il patrocinio della Chiesa possono essere molto influenti. Così riassume la sua missione: “In un certo modo, tutto il mio ministero è consistito nell’aiutare la Chiesa a raggiungere Dio, e aiutarla a capire che Egli ha già donato alle persone di colore dignità e valore, e che ha donato le stesse cose anche alle persone LGBT”.
Padre Massingale è veramente una delle voci chiave che osservano e sono testimoni del nostro tempo, nella Chiesa e non solo. Speriamo che continui a servire le sue comunità, e che noi tutti possiamo trarre insegnamento dal suo esempio e da quello che fa.
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: New Profile of Fr. Bryan Massingale Details His Mission to Seek LGBTQ, Racial Justice