Legge contro l’omofobia. In piazza a Milano tra il popolo della famiglia che rifiuta di confrontarsi
Articolo Fabio Giuffrida pubblicato sul sito d’informazione Open l’11 Luglio 202
La scena è quasi surreale. Nessuno dei manifestanti, che oggi si sono radunati in piazza a Milano, può parlare con la stampa. Non si rilasciano interviste. Peccato che gli stessi manifestanti abbiano scelto di far sentire la loro voce per dire «no» al presunto bavaglio della legge Zan, quella contro l’omofobia che, secondo il gruppo #restiamoliberi, porterebbe a derive «liberticide» e all’istituzione del reato d’opinione.
Open ha portato in piazza due “inviate speciali”, Martina ed Erika, una coppia di ragazze lesbiche prese di mira sui social con insulti e minacce di morte. Con loro, però, non ha voluto parlare nessuno. «Non abbiamo l’autorizzazione, non possiamo» hanno ripetuto da più parti. E c’è di più.
Vietato parlare
… a interrompere i nostri tentativi di intervista è un uomo che vieta categoricamente ai manifestanti di proferire parola. C’è chi avverte un mancamento per sottrarsi all’intervista e chi si rifugia nel silenzio. Intanto le due ragazze, che cercavano solo un confronto costruttivo, non riescono a ottenere risposta. Nemmeno una. Nessun dialogo. Tutti in silenzio, tutti con il bavaglio rosso a coprire la bocca e tanti con libri o giornali in mano: dalla foto di Salvini al libro Tracce di esperienza cristiana fino alla t-shirt con su scritto «no gender, sì alla vita».
Martina ed Erika hanno portato con loro anche dei cartelli con su scritti gli insulti che ricevono quotidianamente («Cagne, vi sgozzo, lesbiche schifose, al rogo, meglio un figlio morto che omosessuale»). Ma per il popolo della famiglia una legge contro l’omotransfobia sarebbe inutile, superflua. Le tutele, dicono, esistono già. «Le angherie che subiscono gli omosessuali sono di bassa soglia», dice uno dei manifestanti mentre un gruppo di contestatori – subito bloccati dalle forze dell’ordine – prova a disturbare la manifestazione. Presenti anche i Sentinelli di Milano.