Sono un madre cattolica con un figlio gay che ha paura dell’intolleranza che vedo nella società e nella mia chiesa
Lettera inviata al direttore di Avvenire da una mamma cattolica con figlio gay
Gentilissimo Direttore di Avvenire mi permetto, tramite il suo giornale, di rivolgermi a tutti coloro che, ritenendosi difensori dei valori della Chiesa e della famiglia, sentenziano frasi ben studiate dappertutto.
Cari tutti, sono un’umile mamma che, per paura, deve mantenere l’anonimato. Sì, avete capito bene: nel 2020 io ho paura, anzi terrore. Il mio giovane figlio, l’anno scorso, a soli 17 anni mi ha confessato di essere gay. Me lo ha detto piangendo, versando lacrime amare, perché temeva che io e suo padre lo giudicassimo indegno del nostro amore, perché temeva di deludere noi, con i nostri sacrifici e tutte le nostre aspettative.
Conoscete direttamente che cosa sia la paura? Sapete cosa vuol dire temere che un figlio sia picchiato per strada, insultato o peggio ancora ignorato dai suoi compagni d’infanzia perché visto come diverso?
Beh, se non lo sapete ve lo dico io: questa paura ti toglie il respiro, ti spegne piano piano, ti mette un freddo dentro che nessun cappotto o coperta può riscaldare. Hai paura per tuo figlio, lo guardi: è bellissimo, ha gli occhi puri e buoni, ti abbraccia forte come tutti quei bambinoni della sua età, ti fa le foto la sera quando ti addormenti davanti alla televisione e poi ride come un matto, si infila nel letto con te, oppure sbatte la porta arrabbiato e chiude pure a chiave quando lo rimproveri.
Mi guardo allo specchio, sono invecchiata. Guardo gli occhi di mio marito, a volte sono come due buchi neri. Noi abbiamo paura per lui. Lo sapete che cosa significa per una famiglia dover tacere con i propri cari, con gli amici di sempre perché non sai bene quali possono essere le loro reazioni? Lo sapete cosa significa andare in chiesa e non sapere se sei ben accetto o meno?
Abbiamo lavorato per una vita intera, spaccandoci la schiena, cercando di essere onesti e leali con tutti. Siamo di quelle persone che arrivano a stenti alla fine del mese, che mettono il bene dei figli sopra a tutto. Non mi è venuto mai in mente di cacciare mio figlio, l’ho abbracciato forte con tutto l’amore possibile, quell’amore con la A maiuscola che forse voi non potete o non vi fa comodo comprendere. Sto cercando di capire, lottando a piccoli passi, per essere discreta con lui e non invadere la sua vita privata. No, ve lo assicuro, questi ragazzi non sono dei mostri pervertiti come voi andate sbandierando.
La vita di tutti, anche la vostra, può cambiare all’improvviso con un soffio di vento e tu ti trovi ad un tratto ad essere dall’altra parte della barricata. Pensateci bene…può succedere qualsiasi cosa a tutti, in qualsiasi momento.
Chiudo questo mio sfogo dicendo un’ultima cosa, forse la più importante: non vi nascondete dietro ad un Dio che secondo voi vi appoggia in tutto ciò che dite o fate. Dio è altro, ne sono certa… è quello che si infila dentro le coperte con noi la sera, quando in silenzio ci abbracciamo stretti, è quello che ci ha preso per mano asciugandoci le lacrime, è quello che mi pettina i capelli che sono diventati grigi e sta con me quando,agli alunni della scuola in cui insegno, dico di volerci bene tutti, sempre, nonostante le nostre differenze.
Con affetto. Una mamma che ha paura