Adriano e Antinoo. Memoria di un amore
Testo di Adriano C., volontario del progetto Gionata
Scriveva Flaubert: «Cantami della sera odorosa in cui udisti / levarsi dalla barca dorata di Adriano / il riso di Antinoo e per placare la tua sete lambisti / le acque e con desiderio guardasti / il corpo perfetto del giovane dalle labbra di melograno». Publio Elio Traiano Adriano, noto semplicemente come Adriano (latino: Publius Ælius Traianus Hadrianus; Italica 24/1/76 – Baia 10/7/138), come sapete è stato un imperatore romano che regnò dal 117 fino alla sua morte. Il suo impero fu caratterizzato da tolleranza, efficienza e splendore delle arti e della filosofia. Egli stesso studiò la cultura greca della quale era un grande appassionato.
Sulla nascita di Adriano le fonti non concordano: alcune sostengono che nacque a Roma dove il padre stava svolgendo importanti funzioni pubbliche, altre che Adriano nacque a Italica, a 7 km da Siviglia, nella Spagna Betica; la sua famiglia era originaria della città picena di Hadria, l’attuale Atri, ma si insediò ad Italica subito dopo la sua fondazione ad opera di Scipione l’Africano. Il padre, Publio Elio Adriano Afro, era imparentato con Traiano. La madre, Domizia Paolina, era originaria di Cadice. I suoi genitori morirono quando Adriano aveva solo nove anni. Molto noto è il legame sentimentale con un giovane greco: Antinoo.
Antinoo nacque in una famiglia greca abitante nella provincia romana della Bitinia, zona oggi situata nel nord-ovest della Turchia. Una versione riporta che Antinoo si unì al seguito dell’Imperatore quando Adriano passò attraverso la Bitinia, intorno all’anno 124 d.C., e divenne presto il suo giovane amante, accompagnandolo nella gran parte dei suoi viaggi all’interno dell’Impero. Un’altra versione dice che invece Adriano fece cercare per tutto l’Impero il giovane più bello che ci fosse, fu scelto Antinoo. Molti ritengono che la loro relazione abbia seguito il modello classico dell’amore omosessuale greco.
Nel 130, durante un viaggio in Egitto, Antinoo misteriosamente cadde nel Nilo e morì. Sulla sua morte furono sollevati molti dubbi ma la questione rimarrà per sempre oscura e non si può escludere che si sia trattato di suicidio o omicidio.
Pare che Antinoo stesso e un sacerdote avessero messo in atto un suicidio rituale, una sorta di sacrificio agli dei per tutelare la vita di Adriano. Antinoo fu divinizzato dopo la morte dall’imperatore e venne eretta in Egitto una città intitolata al suo nome (Antinopoli) nello stesso luogo dove era annegato. La passione e la profondità dell’amore di Adriano furono mostrate in busti e statue rinvenuti ovunque in Europa, che rappresentano un ragazzo dal fascino malinconico, caratterizzato da un volto tondo con guance piene prive di qualsiasi peluria, labbra sensuali, e folta capigliatura a grosse ciocche mosse che ricoprono le orecchie.
Raffigurato in numerosissime sculture (nella veste di molte divinità, quali Dioniso ed Ermes) e su monete, è anche citato in fonti epigrafiche. Un obelisco con iscrizioni in caratteri geroglifici, a lui dedicato, fu ritrovato nel sedicesimo secolo e successivamente innalzato a Roma sul Pincio da Papa Pio VII.
Antinoo fu commemorato da Adriano anche con l’attribuzione delle stelle a sud della costellazione dell’Aquila che presero da allora il nome di Antinous.
ANIMULA VAGULA BLANDULA (Adriano)
Piccola anima smarrita e soave
compagna e ospite del corpo
ora t’appresti a scendere in luoghi incolori,
ardui e spogli
ove non avrai più gli svaghi consueti.
Un istante ancora
guardiamo insieme le rive familiari
le cose che certamente non vedremo mai più.
Cerchiamo d’entrare nella morte a occhi aperti.
Adriano morì nella sua residenza di Baia di edema polmonare, a 62 anni come il predecessore Traiano.
Cassio Dione riporta in un brano della “Storia romana”: « Dopo la morte di Adriano gli fu eretto un enorme monumento equestre che lo rappresentava su di una quadriga. Era così grande che un uomo di alta statura avrebbe potuto camminare in un occhio dei cavalli, ma, a causa dell’altezza esagerata del basamento, i passanti avevano l’impressione che i cavalli ed Adriano fossero molto piccoli. »
In realtà non è certo che il monumento funebre sia stato iniziato dopo la morte dell’imperatore e molto probabilmente fu iniziato da Adriano nel 135 e, dopo la morte, terminato dal successore adottato ufficialmente prima di morire, Antonino Pio. La struttura fu, nei secoli, trasformata ripetutamente e oggi è uno dei monumenti più famosi della capitale: Castel Sant’Angelo, il quale è infatti anche denominato Mole Adriana.
Sta di fatto che la morte del bellissimo amante dell’Imperatore, rimane uno dei misteri più impenetrabili della storia umana. Come dicevo, si sono fatte decine di ipotesi su questa morte e ho riportato più in alto quelle “ufficiali” narrate nelle cronache e negli scritti che sono giunti ai nostri giorni.
Rimango alquanto scettico sull’effettiva valutazione dei nostri antichi cronisti. Sta di fatto che il legame fortissimo che univa i due personaggi, non era certo ben visto dalla corte e dai politici del tempo. Anzitutto bisogna anche ricordare un fatto molto importante: Adriano era regolarmente sposato anche se con un matrimonio di facciata.
Vibia Sabina, aveva appena dodici anni quando andò in sposa all’imperatore. Era figlia di Lucio Vibio Sabino e di Matidia e dunque nipote dell’imperatore Traiano che aveva adottato suo marito, facendolo diventare legittimo erede dell’Impero. La loro unione non diede frutti e fu “adombrata” dalla figura di Antinoo. Durante il viaggio nefasto in cui Antinoo perse la vita, la legittima consorte era al seguito della carovana imperiale, e quindi presente sulla scena del delitto.
Difficilmente fu lei l’esecutrice dell’omicidio, un’imperatrice non si sarebbe sporcata le mani con un così terribile crimine. Però potrebbe essere stata la mandante della mano assassina. Ma in una corte imperiale le gelosie e i rancori si moltiplicano a dismisura.
Potrebbe esserci stato qualcuno che temeva che Adriano riconoscesse l’amante come proprio successore al trono ed ha pensato bene di prendere le misure riparative prima che ciò accadesse. Insomma le ipotesì sono tante e tutte plausibili. Qui potete trovare un interessante indagine.
Sta di fatto che questo omicida ottenne la glorificazione del giovane amante dell’Imperatore, che passò alla storia e al fasto dei più grandi musei del mondo, tanto da essere uno dei personaggi più raffigurati dell’umanità.
Nella splendida villa imperiale alle porte di Tivoli, Villa Adriana appunto, possiamo visitare il tempio a lui dedicato dopo la morte. L’edificio, uno dei più recenti ad essere scoperti, era destinato alla perpetua memoria del giovane greco. L’imponenza della costruzione, secondo le ricostruzioni degli studiosi, ci mostrano il gusto eccellente di Adriano per l’arte e l’architettura, e ricordano eternamente il suo grande amore per questo amante perduto in giovanissima età.