Per loro non c’è posto. La diocesi di Detroit bandisce dalle parrocchie i cattolici LGBT e i loro genitori
Articolo di Niraj Warikoo* pubblicato sul sito della Detroit Free Press (Stati Uniti) l’8 agosto 2020, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Per più di 45 anni Dignity Detroit è stato un porto sicuro per i cattolici LGBTQ che cercano di praticare la propria fede in uno spazio rispettoso del loro diverso orientamento sessuale. Il gruppo organizzava messe a Detroit con l’aiuto di alcuni sacerdoti, inclusi alcuni vescovi, che hanno presieduto l’Eucarestia, celebrata inizialmente alla chiesa della Santissima Trinità di Detroit e poi presso la cappella del Sacro Cuore al Marygrove College.
Ma quest’anno l’arcidiocesi di Detroit li ha cacciati, dicendo che è proibito loro trovarsi nelle parrocchie ed avere preti che celebrino la Messa per loro. Inoltre, l’arcidiocesi ha cacciato anche un altro gruppo cattolico LGBTQ, Fortunate Families Detroit. All’inizio di quest’anno i gruppi e i sacerdoti hanno ricevuto delle lettere da parte del vescovo ausiliario Gerard Battersby, che li avvertiva di non essere più i benvenuti nell’arcidiocesi a causa del loro impegno, che cozza contro la dottrina della Chiesa sulla sessualità.
“[…] non è possibile celebrare Messe per i membri di Dignity Detroit — gruppo che rifiuta gli insegnamenti della Chiesa in materia di sessualità umana — in nessuna chiesa parrocchiale, cappella o struttura diocesana, e in ogni altra struttura dell’arcidiocesi di Detroit” ha scritto il vescovo Battersby a tutti i preti dell’arcidiocesi lo scorso 9 marzo.
“Bisogna astenersi dal celebrare Messa in tutte le realtà arcidiocesane di Detroit per Dignity Detroit, per non confondere i fedeli, che potrebbero pensare che sia approvata una via alternativa e contraddittoria alla santità.”
“Per loro non c’era posto” (Lc 2,7)
L’espulsione dei gruppi LGBT fa da parte di un progetto più vasto dell’arcidiocesi per assicurarsi che i gruppi cattolici siano in linea con la dottrina. In un altro caso, lo scorso giugno l’arcidiocesi aveva licenziato una direttrice musicale lesbica di una parrocchia di Auburn Hills, che aveva sposato un’altra donna. Per anni, i cattolici conservatori hanno fatto pressione sull’arcidiocesi per prendere le distanze dalle organizzazioni LGBTQ. Nell’agosto del 2019 l’arcivescovo Allen Vigneron pubblicò una nota dal titolo “Imitare la carità e la castità di Cristo”, per sollecitare gli omosessuali ad una vita casta.
I dirigenti dei due gruppi, feriti e scioccati dalla loro rimozione, affermano che continueranno la loro missione.
Il mese scorso, Dignity Detroit ha celebrato la prima preghiera non virtuale, e la Comunione, dalla pandemia di coronavirus nella cappella del Marygrove College, come sempre. E Fortunate Families farà dei meeting online per organizzarsi per il futuro.
“Dignity è sempre presente, non andiamo da nessuna parte”, ha dichiarato questa settimana alla Detroit Free Press Frank D’Amore, presidente di Dignity Detroit: “Lo scorso maggio abbiamo celebrato il nostro
quarantaseiesimo anniversario. Non abbiamo mai fatto nulla per mettere in imbarazzo la gerarchia della Chiesa. Siamo al nostro quarto arcivescovo in 39 anni, al nostro terzo cardinale. Ora, all’improvviso, è un problema? Non capisco”.
Dal 2014 Fortunate Families Detroit, che sostiene le famiglie LGBTQ, si riunisce, per gli incontri e le Messe, nella parrocchia di Cristo Re, guidata dal reverendo Victor Clore. Ma il 14 marzo il vescovo
Battersby ha spedito al gruppo una lettera che chiede di cessare le loro attività.
“Fortunate Families Detroit veicola un messaggio ingannevole e nocivo” scrive Battersby: “Avere un’organizzazione del genere, con la sua visione alternativa della santificazione dei suoi aderenti, operante all’interno dell’arcidiocesi, confonde i fedeli e va a detrimento proprio dei membri che
l’organizzazione cerca di servire”.
“Come delegato dell’arcivescovo Allen Vigneron, vi chiedo di sospendere immediatamente gli incontri e di sciogliere l’organizzazione di un gruppo, il vostro, che si definisce cattolico e che opera nell’arcidiocesi di Detroit. A Fortunate Families Detroit è proibito incontrarsi nelle chiese parrocchiali, nelle cappelle e in tutte le proprietà dell’arcidiocesi di Detroit.”
I dirigenti di Fortunate Families Detroit, che hanno figli LGBT, dicono di essere sorpresi dalla lettera.
“Non avevamo avuto sentore” che volevano eliminare il nostro gruppo, dichiara Linda Karle-Nelson, co-presidente, insieme a suo marito Tom Nelson, del gruppo: “È stata una sorpresa scioccante e dolorosa. Significa la perdita della parrocchia che è stata la nostra base per molti anni. Al parroco è proibito unirsi a noi. Non siamo più in gruppo con una sede parrocchiale. Non possiamo stare in nessuna parrocchia cattolica… È piuttosto dura”.
L’arcidiocesi sostiene di non opporsi a nessuno, ma, di fatto, sprona le persone LGBTQ a partecipare a gruppi cattolici come Courage ed EnCourage, che incoraggiano i gay a non essere sessualmente attivi.
“In anni recenti, l’arcidiocesi di Detroit si è impegnata a rinnovare e rafforzare il suo ministero per i fedeli che sperimentano l’attrazione omosessuale e le loro famiglie” ha detto Holly Fournier, portavoce
dell’arcidiocesi di Detroit, in un comunicato: “Questa decisione è nata dal sinodo diocesano del 2016, durante il quale i partecipanti hanno sottolineato l’importanza di assicurare a tutti i ministri il giusto accompagnamento da proporre ai fedeli, nelle vie indicateci da Cristo. A tal fine, l’arcivescovo ha nominato tre cappellani per le sedi locali di Courage ed EnCourage, per l’accompagnamento spirituale di coloro che vivono l’attrazione per le persone del proprio sesso, i loro amici e le loro famiglie”.
Ha aggiunto anche che l’arcidiocesi incoraggia i membri espulsi dai gruppi ad unirsi a Courage e ad EnCourage.
“Abbiamo comunicato questi sviluppi ai dirigenti di Fortunate Families e di Dignity Detroit, e abbiamo invitato gli aderenti ad unirsi ai nostri sforzi e a prendere parte ad una pastorale fedele agli insegnamenti della Chiesa di Cristo” ha detto Fournier: “Il nostro desiderio è quello di fornire l’accompagnamento spirituale necessario a tutti i fedeli, inclusi quelli che hanno desideri omosessuali, e alle loro famiglie”.
Alla parrocchia di Cristo Re, da più di vent’anni, il reverendo Clore dà una mano ai cattolici LGBTQ e ai loro sostenitori. Circa sette anni fa si sono uniti a Fortunate Families Detroit, che è parte di un gruppo nazionale a sostegno dei cattolici LGBTQ e dei loro familiari.
Padre Clore ha dichiarato di essere “molto deluso” che l’arcidiocesi abbia espulso il gruppo, ma che ne rispetterà la decisione, dal momento che l’arcivescovo ha l’ultima parola nelle questioni della Chiesa, anche se “Fortunate Families non promuove nulla di peccaminoso. È davvero un gruppo di sostegno per famiglia e amici.”
Padre Clore ha anche affermato che le persone che hanno un atteggiamento anti-gay hanno una visione distorta della sessualità: “La natura umana va ben oltre la meta della propagazione della specie. La sessualità ha a che fare con l’amore, con le relazioni tra due persone che si prendono cura l’una dell’altra in un abbraccio amorevole. Ci sono coppie sterili che non hanno figli, ma alle quali è comunque concesso sposarsi ed esprimere il loro amore con i rapporti sessuali”.
In una lettera mandata all’arcivescovo Vigneron e agli altri vescovi di Detroit, padre Clore critica la rimozione di Fortunate Families and Dignity Detroit: “Succede naturalmente, in tutte le culture, che un piccolo ma significativo numero di persone senta l’attrazione omosessuale” scrive padre Clore nella
lettera, pubblicata dal [bisettimanale cattolico] National Catholic Reporter: “Non è una malattia o uno scherzo della natura. L’amore omosessuale è un modo naturale per un intimo abbraccio sessuale”.
Quello che preoccupa D’Amore è anche il modo in cui le espulsioni sono state compiute. Il gruppo che guida, Dignity Detroit, ha iniziato ad operare nel 1974 e ha lavorato, per decenni, con molti sacerdoti: “Tre cardinali — John Dearden, Edmund Szoka, Adam Maida —, e con loro non abbiamo mai avuto problemi. Tutti e quattro i vescovi ausiliari hanno celebrato la Messa per noi alla Santissima Trinità”.
Dignity Detroit in gennaio ha ricevuto una lettera dal vescovo Battersby da parte dell’arcidiocesi, che recita “Vorrei incontrarvi per discutere il ministero di Dignity Detroit, specialmente la Messa che organizza per i suoi membri”.
D’Amore si aspettava un incontro e una discussione, ma il 9 marzo monsignor Battersby ha mandato un’altra lettera a tutti i sacerdoti, annunciando che Dignity Detroit era bandita: “È successo il 9 marzo, ma fa ancora male. La gente mi chiede perché, dopo tutto questo tempo e tutte queste cose, continuo con […] la Chiesa”.
Riguardo al suggerimento dell’arcidiocesi che lui e gli altri confluiscano nei gruppi Courage ed EnCourage, D’Amore risponde che si sente insultato, perché trattano l’essere gay come una malattia: “Courage è come un programma in 12 passi, ed è come un insulto. Non ho bisogno di un programma in 12 passi: è ridicolo”.
Per ora, Dignity Detroit starà nella cappella cattolica al Marygrove College, dal momento che c’è “un accordo con la conservatoria per usare la cappella di domenica”, ha affermato D’Amore.
Il Marygrove College è un’istituzione cattolica delle sorelle del Cuore Immacolato di Maria, chiuso lo scorso dicembre, e il campus è ora supervisionato dalla conservatoria del Marygrove. Un responsabile della conservatoria ha detto che non possono cacciare Dignity Detroit, perché altrimenti si violerebbero le leggi sul divieto della discriminazione in base all’orientamento sessuale. “Stiamo valutando diverse alternative, ma per ora staremo al Marygrove” ha concluso D’Amore.
* Contatti: email nwarikoo@freepress.com Twitter @nwarikoo