Una transgender cattolica si candida nella chiesa cattolica al ministero femminile
Articolo di Madeline Foley* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 29 settembre 2020, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Una donna transgender fa parte di un gruppo di otto donne che recentemente si sono candidate per ricoprire ruoli in ministeri cattolici che attualmente sono riservati agli uomini. Il gruppo Toutes Apôtres! (Tutte Apostole!) fa parte della nuova ondata del femminismo cattolico francese.
[Il sito cattolico statunitense] Crux riporta che la prima richiesta è stata inviata il 25 maggio, quando Anne Soupa, una donna cisgender, ha mandato la sua candidatura, non richiesta, per diventare arcivescovo di Lione, ufficio vacante da quando il cardinale Philippe Barbarin si è dimesso a seguito di addebiti nell’insabbiamento di abusi sessuali nei confronti di bambini.
Seguendo la richiesta di Soupa, altre sette donne, inclusa Loan Rocher, una donna transgender, hanno inviato richieste per diventare vescovi, preti, diaconi, nunzi e predicatori. Queste donne fanno parte della coalizione della nuova advocacy “Toutes Apôtres!”, che si descrive come: “[…] [una realtà] che promuove, nel cattolicesimo, l’uguaglianza per tutti i battezzati a prescindere dal sesso, dalla professione o dall’orientamento sessuale, ed è composta da donne di tutta la Francia e non solo”.
In risposta alla loro candidatura, l’ambasciatore vaticano in Francia, l’arcivescovo Celestino Migliore, ha fissato incontri individuali con quattro di loro. Le tre che non sono state convocate per i colloqui non avevano segnato il loro numero di telefono sulla domanda.
Il 29 agosto, ispirata dai tentativi delle donne francesi, Voices of Faith, un’organizzazione internazionale femminile cattolica, ha ospitato una discussione online dal titolo “Le donne devono essere in grado di sbloccare la propria vocazione”, con le otto donne come ospiti. La discussione, cui hanno partecipato più di 250 persone da tutto il mondo, ha visto dibattere diversi punti di vista.
Uno degli argomenti discussi è stato quello di una maggiore inclusione della comunità LGBTQ nella Chiesa, insieme all’ordinazione femminile e all’aumento del numero di donne ai vertici della Chiesa Cattolica. Crux riporta: “Parlando della sua esperienza personale, Rocher ha detto che per gli ultimi dodici anni è stata ‘una donna transgender e una credente’, e che si è sforzata ad aiutare le persone, tramite la guarigione spirituale, ad amarsi reciprocamente senza giudicare, ‘ma loro non trovano quest’assenza di giudizio nella propria Chiesa’.
“‘Posso conservare la mia fede in Cristo, ma per molte come me non è possibile, perché non fanno parte della Chiesa. Voglio costruire ponti e legami in modo da fare scomparire questi confini e questi muri,’ ha dichiarato.
“‘Da dodici anni sono una donna transgender, e voglio dire alla Chiesa di aprire le porte e le finestre, tutte. La Chiesa è universale. Ci sono muri che dividono le persone in categorie,’ dice, dando voce al suo desiderio di aiutare gli altri a ‘diffondere amore in tutto il mondo’”.
Anche altre donne abbordano temi simili. Marie-Automne Thépot, pure lei candidatasi al diaconato, “vuol[e] riuscire a dare agli altri una Chiesa che sia gioiosa, pluralistica, […] a fare spazio a tutti e a portare il Vangelo nel mondo”. Le donne che hanno partecipato alla discussione danno espressione a una “ricchezza della diversità”, dal momento che provengono da differenti background e hanno differenti punti di vista su cosa debba essere fatto per promuovere l’inclusione femminile.
Soupa, che ha dato il via a questo movimento con la sua prima domanda, spera che “questo sarà l’inizio di qualcosa di grande”. Gli incontri con il cardinale Migliore, la discussione tra e con le donne cattoliche sull’argomento dell’inclusione femminile, e la nuova coalizione per favorire l’inclusione di “tutte le apostole” sono segnali pieni di speranza e di una determinazione che porti verso una Chiesa più universale e inclusiva. Da ultimo, una donna transgender che fa domanda per diventare diacono è un’importante pietra miliare per la Chiesa, dal momento che l’inclusione universale non può dirsi completa senza la comunità LGBTQ.
* Madeline Foley sta ultimando gli studi umanistici all’Università Notre Dame, nell’Indiana, dove si occupa dei “grandi libri”. In precedenza si è occupata di teologia delle migrazioni, di dialogo interreligioso e dell’incrocio del femminismo e della liberazione queer con la teologia.
Testo originale: Transgender Woman Among Catholic Feminists Applying for Church Offices Reserved to Men