Non esiste un’altra campana. I cristiani LGBT e lo scudo della fede
Estratto del libro Bulletproof Faith: A Spiritual Survival Guide For Gay And Lesbians Christians (Fede a prova di proiettile: guida di sopravvivenza spirituale per gay e lesbiche cristiani) di Candace Chellew-Hodge, pubblicata sul suo blog (Stati Uniti) il 5 giugno 2008, liberamente tradotto da Giulia Garofani
Introduzione: C’è una sola campana. “Quella donna non è l’altra campana!”. Era tutto quello a cui riuscivo a pensare mentre il cameraman metteva un microfono wireless alla donna, preparandosi ad intervistarla.
Quella donna non è l’altra campana!
La donna si era avvicinata al nostro gruppo, all’incirca venti persone, mentre facevamo una protesta silenziosa fuori dalla sala concerti della Columbia, nella Carolina del Sud. Iniziò a urlare contro di noi, agitando il dito, con una mano sul fianco.
“Dio vi odia!” urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni. “Chiunque vi abbia detto che Dio vi ama si sbaglia. È una bugia che viene dritta dall’inferno!”.
Stavamo facendo la nostra protesta per manifestare contro l’inclusione di un cantante gospel antigay in un concerto per la raccolta fondi di un candidato democratico alla presidenza di Barack Obama, nel settembre 2007. Eravamo in notevole minoranza rispetto alle centinaia di spettatori del concerto e sostenitori di Obama che si erano radunati intorno all’entrata del teatro dall’altra parte della strada. Eravamo stati ampiamente ignorati, oppure semplicemente osservati da quelli che aspettavano che la porta si aprisse. Ma eravamo la crociata personale di questa donna.
“Dio ha creato l’uomo e la donna!” proclamò, continuando a rimproverarci come una madre avrebbe fatto con un bambino ribelle.
Organizzazioni giornalistiche da tutte le parti del Paese erano sul luogo per parlare della controversia e uno dopo l’altro attaccarono un microfono alla donna e l’avvolsero nei loro nastri. Lei rifiutò di rilasciare il suo nome, ma era orgogliosa di sputare veleno per le telecamere. Quando finalmente un giornalista mi chiese la mia opinione, cercai di spiegare che la donna non rappresentava l’altro campana nelle questione. Il giornalista voleva sapere perché.
“Perché non c’è un’altro campana”.
Per anni, i media hanno cercato di “equilibrare” la “questione omosessuale” con le idee dell’“altra campana”. Quell’“altra campana” è solitamente composta da idee religiose, specificamente della religione cristiana. Non sono sicura di quanto le voci religiose rappresentino “l’altra campana” della questione, a parte essere la campana che ha protestato maggiormente contro la completa inclusione delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT) nella Chiesa e nella società. Visto che sono l’unico gruppo di aperta opposizione, allora i media sono arrivati alla conclusione che debbano essere “l’altra campana” della questione, il che ha creato la falsa dicotomia “omosessuali contro Dio”.
I media hanno perpetuato il mito che si possa essere gay, lesbica, bisessuale o transessuale, oppure essere credente, e mai le due cose potranno incontrarsi. Se succede, è la persona credente GLBT ad essere sospetta, o fatta passare come una stranezza, e non la persona credente non-GLBT.
La religione è “l’altra campana” della “questione omosessuale” tanto quanto le persone che credono nella Terra piatta sono “l’altra campana” del problema del riscaldamento globale, o quanto il Ku Klux Klan è “l’altra campana” del movimento per i diritti civili degli afroamericani. Nonostante l’incessante ricerca da parte dei media di “un’altra campana”, per alcune questioni, semplicemente, non esiste nessuna “altra campana” . Questa questione è tra quelle.
Se veramente ci fosse una vera e propria “altra campana” della questione, essa proverrebbe dalla scienza. Nel 1948 Alfred Kinsey teorizzò che l’orientamento sessuale fosse più fluido e sfumato della semplice dicotomia eterosessuale e omosessuale. La sua ricerca produsse la Scala Kinsey, che tracciava la sessualità su una linea continua. Molte persone si trovano da qualche parte nel continuum tra “esclusivamente eterosessuali” ed “esclusivamente omosessuali”.
Molte ricerche hanno dimostrato che l’orientamento sessuale (e spesso anche l’identità sessuale) ha alcune radici biologiche. Il problema dell’influenza ambientale è ancora da risolvere, ma la scienza sembra sostenere che le persone GLBT sono “in quel modo” perché sono stati create “in quel modo”.
Le molte prove in tal senso ha convinto l’Associazione Americana di Psicologia a rimuovere l’omosessualità dalla lista dei disordini mentali nel 1973. Adesso gli scienziati accettano che l’orientamento sessuale non è una questione religiosa, ma biologica, che dovrebbe essere studiata in una forma neutrale e scientifica, non attraverso la lente della morale.
Questo ovviamente non vuol dire che nascere gay, lesbica, bisessuale o transessuale automaticamente conferisca un’alta moralità. Si presume che l’eterosessualità sia un tratto innato, ma che, di per sé, non conferisce moralità ad una persona. Alcuni tratti innati sono sicuramente dannosi, come l’inclinazione biologica alle dipendenze, alle malattie fisiche o mentali. Al contrario, l’orientamento sessuale in sé, che sia eterosessuale, omosessuale, o da qualche parte nel mezzo dello spettro, non è un problema morale o pericoloso di per sé. L’orientamento sessuale innato di una persona è irrilevante per i concetti morali.
La questione della morale si interseca con l’orientamento sessuale quando consideriamo l’uso che facciamo della nostra sessualità. Le Scritture possono essere una valida guida in questo contesto, ma gli argomentazioni nel campo della morale si devono applicare a persone di tutte gli orientamenti sessuali.
Le Scritture affrontano l’immoralità sessuale considerando tre grandi categorie: adulterio, prostituzione e stupro. L’adulterio rompe il patto di fedeltà nella coppia, la prostituzione è la pratica che prevede l’uso di un’altra persona per la propria gratificazione sessuale, e lo stupro è l’abuso sessuale di un’altra persona.
Eugene Peterson la cattura perfettamente nella sua traduzione di 1 Corinzi 6:9 (un passo usato frequentemente per condannare le persone GLBT): “Non capite che questo non è il modo di vivere? Le persone ingiuste, a cui non interessa nulla di Dio, non si uniranno a lui nel suo regno. Quelli che si usano e abusano tra di loro, usano e abusano il sesso, usano e abusano la Terra e tutto ciò che sta su di essa, non si qualificano come cittadini nel regno di Dio”.
Nonostante questo, la Bibbia contiene numerosi esempi di persone che si sono comportate in maniera immorale, i cui atti però non sono stati condannati: il re Davide commette adulterio con Bathsheba (2 Samuele 11:2-5), ma viene comunque descritto come un uomo con il cuore di Dio (1 Samuele 13:14). Lot offre le sue figlie per essere stuprate al popolo di Sodoma in Genesi 19, ma viene comunque descritto come un virtuoso uomo di Dio (2 Pietro 2:7). In Giudici 19:14-29, un levita in visita a Gibeah è accolto da un contadino. Degli uomini appaiono alla porta del contadino, minacciando di attaccare il levita. Al posto suo, vengono offerte la figlia vergine del contadino e la concubina del levita, e la folla prende la concubina e la stupra tutta la notte. La concubina muore a causa delle violenze. Nessuno di questi casi di immoralità eterosessuale è usato per condannare l’eterosessualità in sé.
Nonostante questi passi di dubbia moralità, in altre parti la Bibbia condanna tutte le forme di abuso sessuale e la violazione sessuale del patto che esiste tra le coppie. Anzi, quando la Bibbia parla di relazioni, a qualsiasi livello, la relazione più sacra è quella dell’amore: “Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di Dio è perfetto in noi” (1 Giovanni 4:12).
L’amore è la misura di tutte le relazioni, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità sessuale. Se sono presenti amore, impegno e fedeltà, lì c’è Dio, non importa la struttura della coppia. Non c’è una parola della Bibbia che condanni le relazioni d’amore e d’impegno. Dio dice a tutti noi, non solo agli eterosessuali, di esercitare con responsabilità la nostra sessualità, mantenendo i nostri patti e rifiutando di usare o abusare qualcuno sessualmente. Questa è l’unico ruolo che la religione gioca nella sessualità. È una guida per avere una sessualità responsabile, a prescindere dall’orientamento.
Quando capiamo che non c’è una vera e propria “altra campana” della “questione omosessuale”, la nostra fede può crescere e diventare a prova di proiettile. Quando sentiamo delle argomentazioni contro di noi basate sulla Scritture, sappiamo che non reggono, che non hanno potere su di noi.
Hai nelle tue mani una guida per diventare a prova di proiettile. Come ogni impresa che valga la pena intraprendere, diventare a prova di proiettile richiede tempo. Capire a livello intellettuale cosa rende una persona a prova di proiettile è solamente metà della battaglia. Puoi avere tutte le conoscenze che vuoi, ma esse non ti aiuteranno quando si scalderanno gli animi con gli amici o in famiglia. È solo quando sviluppiamo la conoscenza dell’amore incondizionato e duraturo di Dio nei nostri confronti che diventiamo a prova di proiettile.
Questo libro ti guiderà attraverso il campo minato delle condanne e delle persecuzioni affrontate ogni giorno dai cristiani GLBT. Alcuni di voi magari obietteranno al concetto di diventare “a prova di proiettile”, dicendo che il termine è troppo violento o militaresco. Tuttavia, credo che il vetriolo che nasce dalla profonda omofobia della nostra società richieda davvero un titolo così severo. Per sopravvivere ai terribili attacchi che le nostre comunità affrontano devi davvero essere a prova di proiettile o morirai, se non fisicamente, almeno spiritualmente.
Mettiamola così: cosa mi servirebbe per convincerti a suicidarti? Diciamo che ti assillo giornalmente. Ti ho chiamato al telefono, ti ho mandato messaggi e ti ho mandato e-mail tutti i giorni dicendoti quanto sei inutile, che idiota che sei, come il mondo sarebbe migliore senza di te, e quanto Dio odi le persone come te. Saprei convincerti ad ucciderti? Probabilmente no. Invece, probabilmente penseresti che sono pazza, e richiederesti un ordine restrittivo contro di me. Una persona che ti dice che sei inutile è semplicemente un fastidio.
Ora, mettiamo caso che il messaggio che sei inutile ed odiato da Dio permeasse la società in cui vivi. Ricevi questo messaggio giornalmente dalla tua famiglia, dai tuoi amici, dalla tua Chiesa, dalla tua società e dal tuo governo. Giorno dopo giorno ti viene detto che sei malato e peccatore, un abominio agli occhi di Dio, e condannato alla dannazione eterna. Questo tipo di abuso costante da parte del mondo potrebbe facilmente farti venire pensieri suicidi. O perlomeno, potrebbe portarti ad abbandonare Dio e la tua spiritualità.
Gli effetti di questo tipo di costante abuso sociale e religioso sono reali. Nel 1989 il governo degli Stati Uniti ha pubblicato un resoconto che dimostrava che i giovani gay e le giovani lesbiche erano due o tre volte più propensi a tentare il suicidio rispetto agli altri giovani, e potrebbero rappresentare fino al 30% dei suicidi giovanili compiuti ogni anno. La ricerca è stata contestata, ed i numeri potrebbero essere più bassi, ma uno studio del 1991 dell’Università del Minnesota su 150 giovani gay e lesbiche a Minneapolis ha rivelato che più del 30% ha detto di aver tentato il suicidio almeno una volta durante l’adolescenza.
Al contrario, quello che non è contestabile è che lo stress, la violenza, la mancanza di supporto, i problemi familiari e l’abuso di sostanze sono molto diffusi nella nostra comunità, perché la società non ci accetta e non ci sostiene.
Per affrontare questo tipo di società, dobbiamo essere a prova di proiettile, dobbiamo capire che i nostri nemici sono reali e non stanno lavorando solo per negarci i nostri diritti basilari nella società, ma per annientarci completamente. Diventare a prova di proiettile è veramente l’unica opzione possibile, altrimenti il risultato potrebbe essere il suicidio, fisico e spirituale.
In Efesini 6:13-17 ci viene detto di indossare “l’armatura di Dio”. Quest’armatura include la ragione, la verità, la pace, la salvezza e lo Spirito. Non è una coincidenza che la fede sia il nostro scudo per “estinguere tutte le frecce infuocate” sul nostro cammino. È l’antico equivalente cristiano del giubbotto antiproiettile, e deve essere a prova di freccia e di lancia. Il nostro scudo moderno deve essere abbastanza forte da proteggerci dagli attacchi, per fare in modo di riemergerne sicuri e protetti.
Senza lo scudo della fede non possiamo sopravvivere come cristiani GLBT in questo mondo. Se ti avventuri in un mondo ostile alle persone GLBT, e in particolare alle persone GLBT credenti, usa questo libro come guida, indossa l’armatura di Dio e diventa a prova di proiettile.
Testo originale: Introduction: There Is Only One Side