Non diamo tregua al Signore
Riflessioni del pastore Ignacio Simal pubblicate sul sito della chiesa metodista e presbiteriana Betel+Sant Pau (Spagna) il 17 febbraio 2019, liberamente tradotte da Giulia Garofani
Non diamo tregua al Signore, e gridiamo giorno e notte, venga il tuo regno! Venga a noi l’altro mondo possibile, secondo Gesù. “Sulle tue mura, Gerusalemme, ho posto sentinelle; per tutto il giorno e tutta la notte non taceranno mai. Voi, che rammentate le promesse al Signore, non prendetevi mai riposo e neppure a lui date riposo, finché non abbia ristabilito Gerusalemme e finché non l’abbia resa il vanto della terra.” Isaia 62:6-7
Leggevo il testo che introduce questo articolo e pensavo al mondo in cui viviamo ogni giorno, un mondo che “è anche dentro di noi”, eccome se lo è! Quindi è nel nostro interesse “non dare tregua” al Signore, finché il mondo non abbia fatto breccia nei nostri cuori, e venga nella storia che condividiamo con tutti gli esseri umani, la storia con le mani sporche di sangue fin dall’inizio.
Pregare giorno e notte le parole che ci ha insegnato Gesù di Nazareth nel Padre nostro, la più messianica delle preghiere cristiane. Pregare, certo, però anche comportarsi di conseguenza: “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Matteo 6:12). Solo quando facciamo del perdono il filo conduttore della nostra esistenza dimostriamo che il nuovo mondo è già entrato nei nostri cuori… fino a comprendere, un giorno, tutta la storia umana.
Non avremo riposo fino a che la creazione non smetterà di gemere e di soffrire i dolori del parto, dando alla luce l’altro mondo possibile, secondo Gesù di Nazareth. Oggi, come ogni giorno della nostra vita, non diamo tregua al Signore – né a noi stessi – ed urliamo “venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo, così, qui e ora, in terra”. Amen, così sia.
Testo originale: No damos tregua al Señor