Da parroco vi dico che “nella Chiesa la presenza delle coppie gay è già una realtà”
Articolo di Massimo Selleri pubblicato sul quotidiano Il resto del carlino del 23 ottobre 2020, pag.15
Papa Francesco chiede che le coppie omosessuali abbiano un loro riconoscimento giuridico. La domanda non sorprende don Maurizio Mattarelli, parroco di San Bartolomeo della Beverara (a Bologna) che insieme alla psicologa Laura Ricci, da piu di un anno, segue una decina di coppie gay che vivono in maniera forte e convinta la dimensione delle fede cristiana. Il gruppo si chiama “Coppia e incolla” e si ritrova mensilmente.
“Il riconoscimento di una relazione – spiega don Mattarelli – sia essa tra due uomini o tra un uomo ed una donna o tra due donne – e una cosa giusta, buona ed opportuna. I legami duraturi tra le persone vanno tutelati, difesi e protetti al di la di chi compone la coppia.
Qual’è la differenza tra unione civile e matrimonio?
«L’unione riguarda due persone che si accordano, vivono insieme e decidono di rendere stabile questa intensa. Il matrimonio, e qui mi riferisco a quello religioso, è un atto di fede e un segno di un amore tra l’uomo e una donna. Inoltre ha la prospettiva di una fecondità non solo biologica.
Questo non significa che le unioni tra un uomo e una donna non possano o non debbano generare dei figli, ma nel matrimonio la volontà di generare nuove vite e di crescerle è uno dei modi in cui si manifesta l’amore dei coniugi l’uno per l’altro.
Fatta salva la netta contrarietà del pontefice a pratiche come la maternità surrogata o l’utero in affitto, si può essere conviventi, gay e cristiani allo stesso tempo?
«Ci sono coppie che sono formate da persone dello stesso sesso e che sono credenti. Questo è un dato di fatto: è una realtà, non una possibilità.
La Chiesa non può fare finta di nulla perche e innegabile che il loro amore sia un segno della benevolenza di Dio e per questo motivo ha una sua dignità che non può essere ignorata. Sono i pregiudizi a dividere, mentre il compito dei cristiani è quello di unire.
Pensa che questa presa di posizione di Papa Francesco sia tardiva?
Tardiva o non tardiva è una disquisizione che non ci deve interessare. Ogni cosa avviene superando le difficoltà che spesso è l’uomo stesso a porre. Il Papa ha semplicemente raccolto una sensibilità che è già molto diffusa nella Chiesa, anche se non è ancora condivisa da tutti. Certe questioni hanno bisogno di un periodo, a volte lungo, per maturare e per essere approfondite.
In questi anni, e la cosa ha una valenza generale, stiamo facendo chiarezza su cosa sono le convivenze, le unioni civili e le loro differenze con il matrimonio.
Solo accompagnando tutte le coppie, non solo quelle sposate, stiamo diventando consapevoli di come vengono vissuti i sentimenti che le animano.