Il Vescovo episcopale Robinson: “Dio crede nell’amore” delle coppie gay
Articolo di Stanislas Kraland tratto da huffingtonpost.fr (Francia), 18 settembre 2012, liberamente tradotto da Dino
Avrà preso la sua decisione a metà del suo cammino, nel tempo del giudizio equilibrato. Nel 2010, sette anni dopo la sua nomina a vescovo del New Hampshire, Gene Robinson annunciava che sarebbe andato in pensione due anni più tardi, sette anni prima del giorno in cui ufficialmente avrebbe dovuto deporre la mitria.
Sconfortato, il primo vescovo apertamente omosessuale della Chiesa episcopale (la branca americana della Chiesa anglicana), affermava di non poterne più.
Minacce di morte, una consacrazione alla quale ha dovuto assistere protetto da un giubbotto antiproiettile, 38 vescovi che reclamavano le sue dimissioni e, per finire, uno scisma in seno alla propria Chiesa… Talvolta la fede non basta…
Come previsto, Gene Robinson lascerà le sue funzioni nel mese di gennaio del prossimo anno. Come non vedere allora, nella pubblicazione di questo suo ultimo libro, avvenuta martedì 18 settembre, una specie di riverente omaggio, forse un testamento?
Robinson vs. Barbarin
In “God believes in love, straight talk about gay marriage” (gli anglofoni apprezzeranno il gioco di parole) ovvero “Dio crede nell’amore, parliamo in modo chiaro del matrimonio omosessuale” Gene Robinson ritorna sul suo movimentato percorso di primo vescovo apertamente omosessuale della storia della Chiesa anglicana.
Ma non è tanto la sua stessa storia ad interessarlo, quanto ciò che su di essa le Scritture hanno da dire. Dato che per lui, senza alcun dubbio, la Bibbia non sarebbe in grado di condannare legittimamente l’omosessualità.
Mentre in Francia, la settimana scorsa, il cardinale Barbarin stabiliva un legame tra il matrimonio omosessuale, l’incesto e la poligamia, la pubblicazione del libro di Gene Robinson dimostra che religione ed omosessualità possono, se non andare perfettamente d’accordo, almeno dialogare all’interno di un corpo e di uno spirito.
Prima linea
Non c’è alcun dubbio sul fatto che la pubblicazione di quest’opera ripoterà ancora in prima linea proprio lui che era stanco di trovarsi negli avamposti di un conflitto estenuante. Ma per Robinson il gioco vale la candela.
Questione di logica. Secondo lui le dure affermazioni omofobe dei sacri testi erano il prodotto di un’epoca in cui era stabilito che tutti dovessero essere eterosessuali e l’omosessualità veniva percepita come una disobbedienza e non come un orientamento innato.
Se Gesù non si è mai espresso sull’argomento, non è certo perchè ha dedicato tutto il suo tempo alle minoranze e agli esclusi, di qualsiasi tipo fossero. E, cosa ancora più importante per coloro che vorrebbero attenersi strettamente alla Scrittura, Robinson ricorda che, qualunque cosa la Chiesa affermi in proposito, molti dei suoi precetti sono stati abbandonati, ad esempio riguardo al materiale con cui sono confezionati i vestiti che portiamo, o al velo che le donne in chiesa ormai non portano più.
E del resto queste ultime non sono più considerate come una proprietà dei loro mariti, che non possiedono nemmeno più degli schiavi, come invece la Bibbia li autorizzerebbe ancora.
“La maggior parte delle persone conosce qualcuno che è omosessuale”
“Ciò che oggi è cambiato è che la maggior parte delle persone conosce qualcuno che è omosessuale” ha spiegato Robinson al Lexington Herald-Leader. “E queste persone si dicono che tutti gli abominevoli concetti che venivano riferiti agli omosessuali non possono essere applicati a quelli da essi conosciuti. Conoscono coppie omosessuali che sono rimaste insieme per 10, 20, 30 o a volte 40 anni”, precisa il vescovo.
In realtà questa sconcertante visione delle cose fatta da un membro del clero, ormai oltre Atlantico non sorprende più. Negli Stati Uniti esiste addirittura un movimento evangelico omosessuale. E se, solo qualche anno fa, questi ultimi erano tra i più feroci oppositori di un’omosessualità che essi pretendevano di guarire, anche tra loro la situazione è cambiata e sono ormai in molti a tendere la mano alle coppie omosessuali.
E’ tutta la società americana ad essersi evoluta. Con un intervallo di qualche mese sono caduti due simboli. Il 20 settembre 2011 ha visto la fine del “Don’t ask, don’t tell”, il principio che governava la posizione dell’esercito americano nei confronti di omosessuali, lesbiche e bisessuali, secondo il quale l’esercito non poteva reclutare un soggetto apertamente omosessuale, pur riservandosi il diritto di punire ogni forma di discriminazione.
Ma è soprattutto la presa di posizione di Barack Obama a favore dell’unione tra persone dello stesso sesso, nello scorso maggio, che ha portato scompiglio tra le diverse confessioni che coesistono sul territorio americano.
Una famiglia moderna
Riflette l’evoluzione della società, la vita privata di Gene Robinson lo fa altrettanto. Sposato una prima volta, padre di due figlie, alla fine decide di divorziare. Le sue figlie hanno allora 4 e 8 anni. Nel suo libro Robinson parla di questa sua sessualità che gli creava dei problemi, non impedendogli peraltro di amare sua moglie e di essere soddisfatto di essere sposato. Ma un incontro, quello di un amante che poi diventerà il suo sposo, lo sconvolge e lo spinge ad accettare la sua omosessualità.
“Per la prima volta ero capace di esprimere il mio amore grazie al mio corpo. Ho provato una specie di pienezza, una sitonia perfetta tra il mio corpo e il mio spirito che non avrei mai immaginato” scrive Robinson. Quanto alle affermazioni secondo le quali la sessualità omosessuale è moralmente condannabile a causa delle sue pratiche sfrenate, Robinson risponde scrivendo che “le relazioni omosessuali possono essere altrettanto noiose che quelle eterosessuali”.
Punto sul quale la Chiesa cattolica non è in grado di condividere la sua esperienza col resto di una società dalla quale essa sembra allontanarsi sempre più.
Testo originale: Évêque, il publie un livre en faveur du mariage gay