Il Coming out? Quella semplice formalità…
Testimonianza tratta dal sito Zagay (Francia), 29 marzo 2011, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Dall’età di 18 anni, da quando ho lasciato i miei genitori, ho cominciato a vivere la mia omosessualità come mi sembrava giusto. Tuttavia ho dovuto attendere fino ai 20 per osare parlarne a un membro della mia famiglia… La verità è che si riflette troppo su come dichiararlo, quali parole usare, e SOPRATTUTTO alle conseguenze che quella rivelazione porterà con sé.
Ho iniziato il Coming Out da mia cugina, avendo la stessa età il nostro legame è piuttosto forte e non me la sentivo di continuare a mentirle.
Stiamo mangiando soli noi due al MacDonald’s e abbordiamo molti argomenti diversi, parliamo di tutto e di niente… quando tutt’a un tratto, non so più perché, il discorso cade su mio fratello, che a 23 anni non è mai uscito con nessuna.
“È vero che tuo fratello non è mai uscito con nessuna?”
“Per quanto ne so, sì, è vero.”
“È strano…”
“Se non lo si è mai visto con una ragazza, magari è perché non gli interessano…”
“Tu credi che…”
“Non so nulla, ma se fosse, affari suoi, no?”
“No, sinceramente mi stupirebbe…non mi pare il tipo…”
Dopo un sorso di Coca Light le ho chiesto:
“E io?”
“Tu cosa?”
“Io sono “il tipo?”
“Dato che studi belle arti, che sei uno dei ragazzi più sensibili e romantici che conosco, e che hai quasi solo amicizie femminili… Sì potresti essere il tipo…”
“Ah, bingo, hai indovinato, amo i ragazzi ”
Dopo questa confessione abbiamo finito il nostro panino come niente fosse, poi uscendo mi ha ringraziato di averle mostrato abbastanza fiducia per mostrarmi come ero veramente. L’aveva preso come un regalo che le avevo fatto, il regalo di una verità nascosta da troppo tempo…
Dopo questo abbiamo passeggiato sotto braccetto e riso molto. Una settimana più tardi le presentavo il mio fidanzato di allora che lei ha subito apprezzato, lui mi rendeva felice e questo lo rendeva un ragazzo come si deve ai suoi occhi.
Quando ripenso a quel Coming Out, che era il primo che facevo a un membro della mia famiglia, capisco fino a che punto tutto è successo in maniera naturale, quasi banale… là dove immaginavo che non avrebbe creato che barriere tra me e coloro che amo… Prossima tappa, i miei genitori.
Questo primo Coming Out mi ha mostrato che non è una cosa terribile come viene immaginata. Forse mio padre non l’accetterà, in quel caso avrò la forza di passare oltre la sua disapprovazione.
E voi, amici gay, sappiate che un Coming Out non è sempre drammatico, e che può svolgersi in maniera del tutto banale, durante una semplice conversazione… che non bisogna per forza riflettere 107 anni per trovare le parole giuste, che le parole più appropriate talvolta sono quelle che ci vengono in maniera naturale.
E per esperienza vi posso dire che ci si sente molto meglio quando si è se stessi. A presto
Testo originale: Le Coming Out ? simple formalité…