Il coming out di Ester mi ha aiutato a uscire allo scoperto
Testimonianza di Jerome Stueart pubblicata sul suo blog Talking Dog (Canada) il 4 ottobre 2011, liberamente tradotta da Valentina Gallipoli
La storia di Ester nella Bibbia significa molto per me. Il giorno in cui decisi di fare coming out, fu Ester a darmi l’ultimo incoraggiamento. È stata lei a dirmi che non lo si fa solo per sé: lo si fa per salvare la propria gente. Ogni atto di uscita allo scoperto viene fatto per salvare gli altri. Racconteremo altro su Ester più avanti.
Prima, alcuni retroscena: avevo mantenuto il segreto sulla mia omosessualità per cinque anni, prima di fare coming out; per tre di questi anni sono stato lontano dallo Yukon [in Canada]. Ero uno studente, vivevo in Texas e cercavo di capire se a Dio andasse bene o no la mia omosessualità. Era il pensiero più importante nella mia mente. Se non gli fosse andato bene, sarei andato in terapia, mi sarei fatto monaco, avrei fatto tutto ciò che era necessario per cambiare me stesso ed essere ciò che Lui voleva.
Per fortuna, non solo gli andava bene che io fossi gay, ma era proprio così che Lui mi aveva creato. Questa è stata una bella rivelazione. Tuttavia, il fatto che a Dio andasse bene non significava che non vedessi l’ora di dirlo alla mia chiesa. Le persone sono imprevedibili.
All’inizio mi chiedevo se DOVESSI davvero fare coming out. Erano affari miei e di nessun altro. Avevo conosciuto molti gay che mi dicevano di vivere la mia vita senza preoccuparmi di fare coming out. Chi ha bisogno di saperlo? Beh, avevo vissuto la mia vita in maniera abbastanza aperta fino a quel punto, ed era difficile nascondere una parte di me alle persone che amavo. In realtà, era così difficile da farmi male su più fronti: dovevo uscire allo scoperto.
1. Ero diventato mentitore. Questo aspetto è stato difficile da accettare per me, dover nascondere la mia identità per continuare a vivere la vita che avevo sempre vissuto, per mantenere le amicizie che avevo. Non sono mai stato un bugiardo, ma improvvisamente ho iniziato a mentire: per mantenere la pace, per mantenere le amicizie, per continuare a interagire con la chiesa e con le persone che amavo. Queste bugie mi hanno reso qualcuno che non volevo essere.
2. Volevo condividere le persone amavo con la chiesa. Loro mi amavano, e io volevo essere il più aperto possibile con loro, e raccontare a loro, come a chiunque altro, quando frequentavo qualcuno, se ero felice, perché ero felice, chi amavo. Un giorno avrei voluto alzarmi in piedi con il mio ragazzo, come tante altre coppie della chiesa avevano fatto, e annunciare il nostro fidanzamento ufficiale. Tutta la folla avrebbe applaudito. C’era una tale atmosfera di amore e di speranza nella congregazione, ogni volta che una giovane coppia annunciava il suo imminente matrimonio…
3. Dio mi disse in modo diretto che non poteva fare nulla di me finché non avessi fatto coming out. Come avrebbe potuto fare qualcosa di una persona con un segreto da rivelare, un segreto che avrebbe potuto compromettere qualsiasi missione mi avrebbe affidato? E inoltre, come poteva Dio mettermi su una qualsiasi strada per servire altri cristiani gay, quando non potevo essere sincero con loro?
4. Facevo del male a chi sapeva. Una donna della chiesa, a cui avevo parlato molti mesi prima, venne da me e mi disse: “Non possiamo più mantenere il tuo segreto. Devi dirlo al pastore”. Da quel giorno, cominciai a sentire una pressione addosso che aumentava ogni giorno, fino a quando non rivelai tutto. Quella donna non stava minacciando di rivelare tutto, stava dicendo che la pressione di mantenere il segreto stava danneggiando la sua famiglia.
E poi è arrivata Ester. Ho capito cosa dovevo fare, ma per qualche motivo ho pensato che la Pasqua fosse il momento migliore per farlo. Sapevo che sarei passato da una famiglia all’altra, ma proprio come è difficile lasciare la sicurezza dell’aereo quando si fa paracadutismo… mi sono fermato alla porta, guardando l’abisso di mille miglia sotto di me. Sapevo che se fossi andato da una sola famiglia, mi sarebbe sfuggito, e non sarei mai stato in grado di controllare chi sapeva cosa. La verità sarebbe venuta fuori, e allora avrebbero potuto decidere di usarla per farmi del male.
Non pensavo che Dio volesse che io rovinassi la Settimana Santa, né che volesse che passassi tutto quel calvario solo per uscire allo scoperto… Perbacco. Mi sembrava un gesto così egoista. Una notte ho chiesto a Dio di dimostrarmi che che era veramente Lui a parlare, e che tutto questo non fosse un mio piano grandioso per rubare la scena a Gesù durante la Pasqua (non mi fidavo del mio innato bisogno di di teatralità). Afferrai una Bibbia e la aprii a caso: “Fallo! Usa la Bibbia per dirmi di fare coming out, altrimenti non lo farò”.
Ester
La Bibbia si aprii al primo capitolo del libro di Ester, e iniziai a leggere la sua storia, per la prima volta, da gay. Rimasi scioccato da quanto la sua storia fosse vicina a ciò che i gay attraversano. Ester era stata cresciuta da Mardocheo dopo la morte dei suoi genitori, era sua cugina. Quando il Re volle improvvisamente radunare ogni bella vergine del Regno per poter scegliere una nuova regina, anche Ester fu chiamata. Non fu una sua scelta. Mardocheo le proibì di rivelare che era giudea. Come tutte le altre vergini, Ester ricevette molti trattamenti di bellezza che la resero solo più bella e, naturalmente, il Re la scelse come sua nuova regina, perché la trovava più bella ed era più attratto da lei rispetto alle altre vergini, che stava rapidamente trasformando in concubine.
Grazie ad una serie di eventi, Mardocheo scopre un complotto per assassinare il re e lo racconta ad Ester, sventando così il complotto. A Mardocheo viene riconosciuto il merito, ma non riceve alcuna ricompensa. Aman, un nobile favorito dal re, ottenne una promozione al di sopra di tutti gli altri nobili. Così, molti nobili e altri reali si prostrarono davanti a lui, ma Mardocheo e altri giudei rifiutarono di prostrarsi. Aman, irritato, disse al re che nel suo regno c’erano molte persone che seguivano altre tradizioni, e non le leggi del re, e che una cosa del genere era pericolosa in un regno. Inoltre, chiese che ogni uomo che non obbedisse alle leggi del re fosse messo a morte, il che significava che ogni giudeo sarebbe stato catturato e ucciso.
Mardocheo lo scoprì, e anche se aveva detto a Ester di nascondere la sua nazionalità, ora le disse di uscire allo scoperto.
Ester era nei guai. Non poteva certo alzarsi, andare dal re e avanzare una richiesta senza prima essere convocata. Vashti, la prima regina, aveva fatto adirare molto il re non seguendo le sue regole, e così Ester avrebbe potuto fare la sua stessa fine: deposta, o peggio, uccisa. Le regine avevano potere solo come vassalle dei re, almeno in quel regno. Ma se non avesse detto niente al re, il suo popolo sarebbe stato sterminato.
“Andrò dal Re, anche se è contro la legge. Se dovrò morire, allora morirò” : è la citazione più eloquente e famosa del libro di Ester, la quale decise che la sua stessa vita non valeva la morte del suo popolo. Così rischiò tutto per i giudei. Nel suo caso, il re si dimostrò favorevole: il genocidio venne fermato, Aman venne ucciso e Mardocheo venne promosso e onorato. Ester fu una buona regina, amata da suo marito.
La storia di Ester è applicabile ai cristiani omosessuali di oggi?
Ester chiarisce perché il coming out è così importante. Uscire allo scoperto non significa solo salvare se stessi, ma anche gli altri. Ogni persona LGBT che fa coming out aiuta a far conoscere la normalità delle persone LGBT agli altri cristiani, ma in realtà noi già lo siamo nella nostra vita. Non siamo strani o sconosciuti. Non siamo anti-Dio, o anticristiani. Siamo coloro che già amano. Proprio come Ester ha mostrato a Serse, suo marito, che i giudei erano già un popolo che lui amava.
Noi facciamo coming out, prima di tutto, per gli altri.
Oggi, molte persone LGBT vengono cresciute da famiglie cristiane, o all’interno delle chiese, e viene detto loro che devono scegliere se essere LGBT o essere cristiane, ma questa è una falsa alternativa. Molti cristiani LGBT pensano di ricorrere al suicidio: il tasso di suicidio è statisticamente più alto per i giovani LGBT. È normale che i giovani e gli adulti, al di fuori di un ambiente religioso fondamentalista o conservatore, abbiano meno pressione: il mondo “laico” è generalmente più tollerante. Questi ultimi hanno meno problemi morali e spirituali da affrontare rispetto ai giovani e agli adulti cresciuti in un ambiente religioso o conservatore. Se il loro ambiente è disposto ad accettarli, i giovani in genere riusciranno ad accettarsi più facilmente. Se il loro ambiente è ostile, allora c’è un rischio maggiore per la persona LGBT, sia da parte delle persone che la circondano, sia da parte di se stessa. Queste persone hanno bisogno di vedere i cristiani LGBT uscire allo scoperto, hanno bisogno di vedere che si può e si deve fare, che saranno amate dagli altri cristiani.
Alla fine, comunque, il coming out salva anche noi. È un grande rischio, ma la ricompensa dell’integrità, della sincerità, del sollievo e dell’amore vale il dolore. Nel mio caso c’è stato molto dolore, perché le persone intorno a me si opponevano fermamente all’omosessualità, pur cercando di difendermi, ma così come non si può togliere il colore dalla pelle e odiare il colore, non si può togliere l’omosessualità a un gay o a una lesbica. Sarebbe come se io dicessi: ti amo, ma odio la tua eterosessualità….
Ma fare coming out mi ha salvato. Sono così felice di averlo fatto. Ho fatto coming out nella mia chiesa nel 2009. Sono una persona molto diversa ora, nel 2011, e tutto questo perché ho fatto coming out. Sono più felice, più stabile, ho più fiducia e sono maggiormente disposto a prendere posizione, sapendo che vivo grazie alla mia integrità e al fatto che Dio mi ama come uomo gay, e vuole il meglio per me. Il che includerà, un giorno, un brav’uomo come marito. Posso rimanere forte sapendo che ho Dio che mi guarda le spalle.
E siccome ho fatto coming out, ora posso parlare con gli altri di coming out attraverso questo blog, di persona, e questo fa la differenza. So che, se avessi avuto altri gay cristiani con cui parlare, sarebbe stato meno doloroso. Spero di aiutare altre persone. Quando altri fanno coming out, ci danno forza.
Grazie a Ray Boltz, per aver fatto coming out. Mi hai dato la forza. So che Ray ha avuto la forza da Mel White, il cui libro, Stranger at the Gate (Lo sconosciuto alla porta), ha portato la maggior parte di noi a iniziare questo viaggio. Infine, grazie Ester, per essere uscita allo scoperto. L’hai fatto moltissimo tempo fa, ma per me sei uscita allo scoperto il 6 aprile 2009, così che potessi farlo anch’io.
Testo originale: Esther: The Queen Who Came Out