Sulla sessualità umana. Le tante dimensioni della sessualità
Riflessioni inviateci da Andrea (Crema), seconda parte
Infatti ci sono, come dicevo, più dimensioni della sessualità umana: riproduttiva (“a qualunque costo”), ludica (“fare sesso”), sociale (“stare insieme”), semantica (“fare l’amore”), narrativa (“avere una storia”), procreativa (“fare un bambino”). Nella linea evolutiva dell’essere umano, c’è una progressiva maturazione cerebrale delle dimensioni di cui sopra: cervello rettiliano (animale), limbico (emotivo) e neo-corteccia (pensiero). Scherzando, potremmo dire: “dunque, le dimensioni contano, eccome; ma col significato e la direzione giusta!”
Dunque provo a proporre alcuni significati, consapevole della complessità e finitezza di questa sommaria descrizione, poiché assai personale, come davvero personale è la sessualità di ciascuno. Tra ricchezza di sfumature e numerosi chiaroscuri, lascio molte domande aperte e ulteriori aggiunte da parte del lettore. D’altronde siamo figli del paradosso, dell’incoerenza, della tensione e del mancante per nostra natura e questo forse è una grande consolazione per tutti, no?
La sessualità come categoria fisica: l’istintualità, l’eccitazione, il piacere e il godimento, il desiderio, la forte attivazione dei cinque sensi (in primis, olfatto e vista, potenti stimoli), la conoscenza del proprio corpo e dell’altro (con pregi e difetti), il linguaggio e la liturgia dei corpi, l’intimità (nel senso più largo del termine), il cercarsi, l’avvicinarsi, il toccarsi e l’unirsi (con-tatto prima emotivo e poi fisico, in un climax progressivo), l’invasione del proprio territorio e della propria “confort zone” (fisica e psichica), la trasparenza senza filtri (“la lingua dissimula, il corpo dice il non-detto”), l’attività di antistress naturale (scientificamente provato), la lotta fisica come luogo di scambio della fisicità e del potere, le esperienze sessuali come puri laboratori di conoscenza e palestra di vita, ecc.
Abbiamo poi la sessualità come categoria psicologica: pensieri, fantasie, sentimenti, emozioni, aspettative e significati personali tra cui: fiducia e affidamento, tenerezza e protezione, sicurezza, attenzione, affetto e attaccamento (“mi sono affezionato a lui/lei”), opportunità di maturazione e crescita (“Mi sono fatto un po’ di esperienza e ho capito tante cose”), sintonia ed empatia (“ci capiamo con uno sguardo, un gesto”), la percezione, l’elaborare e l’interiorizzare significati e senso condivisi (“abbiamo le stesse idee e valori, andiamo nella stessa direzione”), l’iniziale simbiosi e l’ansia di separazione, la conoscenza della propria psicologia nelle relazioni e le dinamiche di coppia (punti di forza e fragilità personali e altrui), le esperienze come ferite e lezioni per il nostro mondo psico-emozionale (“ho imparato cosa non voglio ripetere, quando fermarmi, cosa cerco e ho bisogno…”), riflettere e parlare con qualcuno di quello che si sta’ vivendo (la spinta, tutta umana, alla “narrazione” del vissuto emotivo per organizzarlo e gestirlo psichicamente – “parlare è parlarsi; scrivere è auto-analizzarsi”), sino ad arrivare alla intenzionalità (scegliere consapevolmente di volere un figlio, facoltà propria degli esseri umani).
Non ultimo, importanti sentimenti di progressiva auto-accettazione, auto-affermazione, auto-stima e auto-ironia di sé, allentamento delle difese e perdita del controllo (“da sdraiati si depongono le armi, si accetta il rischio di essere inermi”) e dinamiche di dominio, sottomissione, regressione e abbandono all’altro (in senso costruttivo e non distruttivo, ovviamente).
Infine la sessualità come categoria sociale: comunicazione, relazione (la sessualità come forte mezzo ed energia di comunicazione e relazionalità a tutto tondo), la gioia dello stare assieme e fare cose assieme (come il baciarsi e l’accarezzarsi per solo il piacere di farlo e le emozioni che si provano), complicità e patto sociale (“abbiamo tanti interessi in comune”), luogo del non-giudizio (“con te posso essere me stesso”), convivialità e riconoscimento sociale (“ci dicono che siamo una bella coppia”), la somma di esperienze comuni e pregnanti che creano il racconto (“la storia” ma anche il filo di Arianna per ri-conoscersi nei momenti di crisi), le influenze di usi e costumi sul comportamento sessuale (le aspettative sociali – “voglio essere accettato e non rifiutato dagli altri”).
Parafrasando il titolo di un bellissimo film gay (di Paul Bogart, USA, 1988), potremmo gridare che tutti siamo: “Amici, complici, amanti”, cifra della complessità e della fluidità delle sessualità umana come strumento di relazione. Infatti, seppure i ruoli sono sovrastrutture esterne, è innegabile che questi tre anelli siano ben presenti in ogni relazione umana (amici/patto sociale, complici/affinità psichica e amanti/attrazione fisica, appunto).
Educarsi sentimentalmente, dunque, è imparare a gestire le proprie pulsioni, desideri ed emozioni, tra i tanti amici, complici e amanti della vita!