“Che vuoi da me?” (Mc 5, 1-20). Dentro di me è buio, lì si nascondono i miei demoni
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Riflessioni bibliche tenute al ritiro online* del Progetto Giovani Cristiani LGBT “Pronti a rispondere della speranza che è in voi” (27-29 Novembre 2020)
La canzone Dragons degli Imagine Dragons è un grido di nostalgia; di chi ha nostalgia della speranza, della verità e dell’amore ma si sente prigioniero dei demoni che ha dentro: demoni del dolore; della disillusione; dell’egoismo; del tornaconto personale; dell’odio e della violenza subiti e usati contro gli altri. Una bestia dentro.
Vorrebbe aiutare l’amico a ritrovare la luce, a sperare nel domani, a trovare l’amore, la solidarietà. Ma è costretto a riconoscere che lui non può aiutare: Ha la bestia, dentro… che dilania e sbrana.
“Non ti avvicinare, troppo. Dentro di me è buio… È dove si nascondono i miei demoni. Vorrei tanto lasciarti andare, libero… I tuoi occhi, brillano così luminosi… Voglio salvare la loro luce! Ma non posso negare la bestia che è dentro di me… A meno che non mi mostri come fare … Aiutami!”
Vuole e non vuole; desidera ma non può… eppure lancia un grido di aiuto, di speranza. Questa canzone mi ha fatto pensare ad alcune persone; ad alcuni racconti del Vangelo. Mi ha fatto pensare all’uomo posseduto dai demoni, nel territorio dei Geraseni. Il testo è negli allegati.
Marco 5, 1-20
Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Geraseni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti».
E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. […emarginano anche Gesù]
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decapoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Gesù incontra l’indemoniato all’altra riva del mare. Lo attraversa solo per incontrare lui, nella terra dei Pagani dove, di per sé, tutti sono impuri per i giudei. L’indemoniato sembra attirato da Gesù. Lo vede da lontano e corre verso di lui. Ma poi, davanti a lui è come se volesse mandarlo via. Non ti avvicinare, troppo. Dentro di me è buio. È dove si nascondono i miei demoni. Tombe, sassi, autolesionismo, furia scatenata.
Ma Gesù non lo molla. Tutti quei demoni lui non li ascolta, non si lascia intimidire, li affronta tutti, perché ha a cuore l’uomo. E estirpa quei demoni ad uno ad uno… migliaia… e lo salva dalla morte. Ora può proclamare quello che Gesù ha fatto per lui: gli ha ridato la vita, il futuro, la speranza.
Matteo 8, 5-13
Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
Ed ecco il Centurione… che vuole aiutare il suo servo… Il suo “ragazzo” direbbe l’originale greco, che sta soffrendo molto. Sa che non può da solo… Per quanto possa essere un uomo di autorità, davanti alla sofferenza dell’amico cala il sipario, e la recita finisce, il suo potere non serve: è un peccatore come gli altri; è un escluso, come tanti.
Eppure ha il coraggio di chiedere aiuto a Gesù: da lui sa che non sarà rifiutato. Gesù lo ascolta, ed è pronto ad entrare da lui… ma il Centurione, è come se dicesse: “Non ti avvicinare, troppo. Dentro di me è buio… È dove si nascondono i miei demoni”. Aiutaci si… ma da lontano.
Ma Gesù entra!! Entra nel cuore di quest’uomo e lo rivela: i demoni ce li hanno messi gli altri, giudicandolo impuro, pagano, e tenendolo lontano… Gesù invece vi scopre amore, amore per il servo; e fede, fiducia nel Dio di Gesù. Una fiducia pura, ingenua, semplice eppure efficace. Lui, un pagano, ha la vera fede nel Dio di Israele. E la speranza sboccia… e il ragazzo è guarito… la vita esplode.
Giovanni 4, 4-30
Doveva perciò attraversare la Samaria. Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi.
Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui».
Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti, hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice:
«Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
La Samaritana; quella donna ormai rassegnata con i suoi demoni. La storia dolorosa delle sue unioni fallite; i mariti che l’hanno abbandonata: cinque! E l’uomo attuale, che di fatto non le da la dignità di moglie… Abituata a nascondersi, come peccatrice che striscia. Fugge dalla gente che ben conosce i suoi demoni, e ne fa volentieri chiacchiera, offesa, discriminazione. Per questo va al pozzo col sole alto e cocente, quando tutti sono rintanati in casa…
Lei non può nascondere la verità della sua condizione: è destinata all’inferno… anzi, già ce l’hanno mandata, tra i demoni… E si accontenta soltanto di un po’ d’acqua, come per sollievo dal fuoco che l’attende… “Quando senti il mio calore, Guarda nei miei occhi. È dove i miei demoni si nascondono. È dove i miei demoni si nascondono!”
Eppure Gesù la vuole incontrare: per questo, per lei, passa per la terra ostile di Samaria. Con lei si fa straniero, impuro, allontanato, assetato e affaticato… e le chiede aiuto! A colei che tutti contano tra i dannati…
“Non ti avvicinare, troppo. Dentro di me è buio… È dove si nascondono i miei demoni”
Gesù, invece, le fa scoprire che nel profondo – nel buio – del suo cuore, si nasconde un tesoro. Nei suoi occhi brilla una luce: così luminosi! Gesù vuole salvare la loro luce. E così la fa sentire viva, interessante, la corteggia… Le accende il desiderio; e anche lei comincia a sognare: c’è un’acqua viva che può travolgere le sbarre di una vita pe- sante, opprimente e senza via d’uscita…
Non sono i mariti che la possono salvare, i suoi demoni… Ma il desiderio di Dio, il desiderio d’essere visitata da lui: con- templarlo e adorarlo dentro di lei, senza dover andare a mendicare nei templi degli uomini; ma nella dimora dove lui abita: il suo cuore. Il suo cuore non è più abitato dai demoni, ma dalla presenza di Dio che, ora, è qui che parla con lei…
Si accende la Speranza, travolgente, debordante. Il cuore scoppia se non la condivide… E rende testimonianza della Speranza che è in lei, ai suoi compaesani… Ora, lei che era la maledetta, è colei che annuncia il “Benedetto”, Colui che viene nel nome del Signore.
Questo è il SUO Regno che viene; Questo è il SUO Regno che viene. Se vuoi, termina la preghiera riscrivendo la canzone. Falla diventare la tua preghiera…
* Testo proposto la mattina di Sabato 28 Novembre 2020
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