“Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?” (Matteo 17:10-13)
Riflessioni bibliche di Mauro Leonardi*, prete e scrittore
Il pericolo da cui Gesù continua a volerci proteggere è quello di non riconoscere i segni della sua presenza, le voci che lo annunciano, le persone che, nella nostra vita, lo testimoniano e ne indicano la presenza. Allo stesso tempo ci dice che la sua venuta non è quella di un Dio di grandi segni, ma un Dio umile, che si fa servo per amore.
Dal Vangelo secondo Matteo 17:10-13
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
* Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e da allora abita a Roma. Passa molte ore della sua giornata a fare il prete e predilige costruire ponti piuttosto che innalzare muri. Da anni scrive racconti, articoli, saggi e libri che ruotano intorno al rapporto tra l’uomo e Dio. Autore del blog Come Gesù. Abelis (Lindau) è il suo ultimo romanzo. I volontari del Progetto Gionata lo ringraziano per aver voluto condividere con noi queste sue riflessioni sulla Parola.