Il bene e il male del Covid-19 per ognuno di noi
Riflessioni di Fernando Echarri Iribarren* del Movimiento Católico por Clima pubblicate sul sito Religión Digital (Spagna) il 20 luglio 2020, liberamente tradotte da Gabriella Maria Cuccia
C’era una volta una caverna. All’era del Paleolitico, in Africa, in Asia, in Australia, in America, in Europa. Un gruppo di ominidi sono agonizzanti. Non sanno cosa sta succedendo. La malattia li ha raggiunti. Non possono vedere il loro nemico, ma sanno che è molto veloce.
Qualcosa non va bene. In un angolo, isolata dai morti e dai vivi, la compagna sana li osserva. Sa che sopravviverà. La malattia non l’ha toccata. Guarda al futuro. La sua speranza sta nascendo nel suo ventre: un figlio sano che continuerà la diffusione della sua specie.
Siamo già nel 2020, in un mondo sviluppato e con un’alta qualità della vita. Purtroppo la storia si ripete, come è già avvenuto altre cento volte durante il suo corso. È successo all’improvviso, come succede di solito con questa malattia, il virus.
Il mondo è cambiato molto dal Paleolitico. Adesso il genere umano si è messo su un piedistallo, si è elevato a padrone e signore della creazione, riducendola a mera mercanzia, facendo e disfacendo a suo piacimento, senza aspettarsi le ripercussioni delle sue azioni predatrici che danneggiano l’ambiente. Non è cosciente del fatto che il danno che fa alla natura lo fa a se stesso.
Adesso però questo piedistallo traballa. Qualcosa di minuscolo, invisibile, un piccolo insieme d’informazioni bramoso di riprodursi è la causa di un terremoto nelle nostre vite. Il mondo è cambiato con il Covid-19. Quanto però? Non lo sappiamo, ma di certo è cambiato. È cambiato il mondo, è cambiata la routine, sono cambiati i comportamenti, le persone, l’aspetto sociale, è cambiata l’economia.
È cambiato l’isolamento e le relazioni. La paura si fa strada, fino a provocare una psicosi personale e collettiva. Si sente la mancanza degli affetti. Ciò che è lontano genera ansia, ciò che è vicino agorafobia. Quindi, come ci si relazionerà con le persone? Sarà tutto come prima? L’amicizia, l’amore, il lavoro, la scuola rimarranno uguali? La paura andrà via? Non lo sappiamo. Possiamo solo intuire, fare previsioni e pregare, mentre affoghiamo in uno scenario d’incertezza.
Stiamo vivendo questo periodo con tensione, in un clima di costante incertezza che colpisce l’aspetto principale delle nostre vite, quello basilare: la salute e la sicurezza.
Non è semplice per noi comprendere questa realtà, perché ci ha rimessi al nostro posto. Ci ha tolti dal piedistallo in cui stavamo, in cui ci eravamo posizionati danneggiando la natura.
Il mondo virtuale, con la sua capacità di disumanizzare, è cresciuto sempre di più, forse a spese del mondo naturale, dandoci una sicurezza contro il Covid, attirandoci a sé, ai suoi ritmi, fino all’iperstimolazione e alla “polizia del pensiero” verso alcune idee.
La voragine, che non dà più spazio alla riflessione profonda, ingoierà il mondo fisico. Cambierà l’ambiente sociale, la famiglia, la persona, cambieranno i valori, l’aspetto locale e quello globale.
Cambierà anche il mondo naturale? Cambierà la natura, la creazione? Cambierà l’essenza della nostra cara sorella madre Natura, nostra compagna di viaggio? No, senza alcun dubbio.
La natura ha la sua essenza, voluta dal Creatore, e non cambia. È coerente e fedele alle sue regole, che sono varie e diverse. Alcune di queste non le conosciamo ancora, perché una delle loro caratteristiche è la complessità, per cui il loro studio e comprensione risultano difficili.
Questa complessità implica una capacità di bio-rigenerazione. La creazione si espande, si moltiplica e si diffonde, e soprattutto possiede la caratteristica di cambiare e di evolversi. Ha un’inerzia innata verso il cambiamento, il bio-cambiamento, l’evoluzione.
Ci sono molte cose che possiamo imparare da lei. Dio ci ha legato a lei. Non si può capire la nostra essenza senza di lei. Può aiutarci, ma non è solo mero sostegno, perché può darci molto di più. Ci lancia continuamente segnali, e noi dobbiamo solo fermarci e ascoltarla attentamente. L’essenza della natura ci mostra continuamente come essa accetta e richiede il cambiamento, come si adatta continuamente. Questa è la sua libertà.
Non può essere in altro modo, è resiliente, si adatta al cambiamento. Questa è la sua evoluzione; e tale evoluzione implica anche l’esistenza di virus, particelle con informazioni vitali che portano malattie e ci uccidono con la loro brama di riprodursi e di diffondersi.
Non dobbiamo avere paura, anche se sappiamo che ci riguarda da vicino. La situazione è difficile. Come agire, però, di fronte alla situazione del Covid da un punto di vista biologico e cristiano? Un virus, un elemento biologico, naturale, ci sta lanciando dei messaggi. Quali? Innanzitutto, ci ricorda quanto sia vicina sorella Morte, che può arrivare in qualsiasi momento. Ci ricorda la nostra vulnerabilità, ci ricorda la nostra natura biologica, perché polvere siamo e alla polvere ritorneremo.
Quello che è certo è che, nonostante ci sembri di avere potere sul mondo, in realtà è il mondo naturale, con le sue regole, ad avere potere su di noi, perché noi siamo solo di passaggio.
Dio ha voluto così, con una corporalità biologica che include la nostra spiritualità, la nostra anima. Ci lancia messaggi, come la somiglianza del lockdown con gli Apostoli nel giorno della Pentecoste, e la somiglianza con la paura che devono aver avuto, e la speranza e il coraggio che diede loro lo Spirito Santo.
La seconda opportunità che ebbe Lazzaro, grazie all’Amore, forse la stiamo avendo anche noi. La scorsa Settimana Santa, in regime di lockdown, forse ce l’ha fatta apprezzare ancora di più. L’insolita immagine del Papa il Venerdì Santo che prega durante la Via Crucis in una Piazza San Pietro vuota, che prega nell’oscurità e nella solitudine, ancora di più in connessione con Dio. Il Papa come massimo rappresentante, che intercede direttamente presso Dio per l’Umanità intera.
Sono tante le cose su cui riflettere e imparare dalla rilettura dei Vangeli, e nella pratica religiosa durante la pandemia. Tante storie di umanità, miracoli di salvezza che potranno avvenire e che conosceremo a poco a poco. Molte conversioni…
Il lockdown ci ha messi in pausa, e non è cosa da poco. Ci ha fatto fermare e riflettere. Ci ha fatto separare le cose importanti da quelle superflue. Ci ha fatto capire veramente il concetto di “casa”, casa come cuore.
Ci ha fatto capire di più e magari riscoprire il concetto di “famiglia”. I valori familiari si sono rafforzati con questo lockdown, non dimentichiamolo. Ci siamo resi conto del fatto che possiamo vivere ugualmente con moltissimo meno, di quanto di superfluo ci sia tra le nostre cose. Si è placata la nostra capacità predatoria sull’ambiente.
La vera Amicizia, quella che non conosce distanza e tempo, si è rafforzata. La Solidarietà verso gli altri, principalmente verso i malati e le persone a rischio, è riaffiorata, è tornata.
La Pace di cui avevamo bisogno quando scambiavamo un segno di Pace durante la Santa Messa. Il personale sanitario, gli addetti alle pulizie, i produttori e fornitori di alimenti, forse anche il resto dei lavoratori, hanno tutti trovato, ancora di più, un senso profondo al loro Lavoro.
Ci siamo concentrati sulla Cura, uno dei valori più importanti, che sottintende frasi come “mi importa di te” e “amore”. Non dimentichiamoci inoltre che, quando arriva una difficoltà, la sofferenza, il dolore, quando la fine si fa vicina, il nostro lato spirituale riaffiora, si accende l’intelligenza spirituale e passa al primo posto.
Sta già arrivando il momento. Di già? Sì, sta arrivando l’ultimo momento. Le ultime domande si fanno spazio. Cosa accadrà adesso, dopo la mia morte? Fratello Tempo smette di battere. Io voglio vivere e voglio vivere con l’Amore, nel Cielo.
Alla luce di queste piccole considerazioni, ci possiamo chiedere: il virus è dannoso? Ovviamente, dipende tutto dal punto di vista da cui lo si guarda. Da un punto di vista umano, potremmo dire di sì o di no. Potremmo parlare di molti vantaggi, di molti inconvenienti, di dolore, di allegria, di perdite, d’incontri.
Da un punto di vista naturale, potremmo dire che la creazione non è manichea. Non è né buona né cattiva. Questa è l’essenza della natura. È così. Produce ed evolve. In genere ci mostra il suo lato amichevole, però in alcune occasioni ci mostra il suo lato terribile, come sta succedendo con il Covid. Si tratta semplicemente di selezione naturale, una caratteristica della natura che forse ci stavamo dimenticando e che sta avvenendo proprio adesso, attraverso un virus.
Una selezione naturale che è sempre intervenuta, sin dall’inizio della vita e durante tutta la storia dell’umanità. Il genere umano, che pensa di dominare il mondo, non può accettare questa sua caratteristica, perché non può dominarla, però esiste. Da un altro punto di vista, secondo una biologia voluta da Dio, il nostro comportamento non deve basarsi sul dominio, né sul giudizio, ma sull’accettazione.
L’accettazione riflessiva è una delle chiavi per affrontare la pandemia, per capire che la pandemia, questa o altre che verranno, comincia dalla natura e dalla sua essenza. Accettare i suoi messaggi, la convivenza con lei, le sue lezioni, e accettare che tutto ciò è volere di Dio.
* Fernardo Echarri Iribarren è dottore in educazione ambientale e collabora con il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università di Navarra.
Testo originale: ¿ES MALO EL COVID-19?