Possono esistere favole che parlino di omoaffettività?
Lettera aperta al direttore di AVVENIRE di Andrea Rubera di Cammini di Speranza
Egregio direttore, leggo da anni con attenzione il suo giornale e noto l’apertura che sta avendo negli ultimi anni su temi inediti, come ad esempio fede ed omosessualità.
Oggi, tuttavia, vedo pubblicato l’articolo, non firmato, “Il gender entra nella TV dei ragazzi” (su Avvenire del 15 gennaio 2021, pag.7) che, immagino, faccia riferimento all’intervista rilasciata da Emma Dante all’interno di Domenica IN in cui presenta il suo libro di fiabe rivisitate introducendo protagonisti omosessuali.
Se posso, vorrei contribuire con una piccola argomentazione da gay 50enne.
Premetto, e spero siamo tutti oramai d’accordo con questo tema, che l’affettività ricca, sentita, costruttiva, anche omosessuale, sia un valore riconosciuto.
Quando io sono stato adolescente negli anni ‘80, ho scoperto di essere gay e la cosa mi ha terrorizzato perché questo non era previsto da me e dagli altri. Ho vissuto anni di disperazione, ancor più gravati dall’essere credente perché la prospettiva di essere omosessuale la collegavo solo all’inferno.
Ho cominciato ad andare alla ricerca disperata di informazioni, modelli, libri. Ma ne trovavo pochi e nulla. Mi sentivo solo, perduto. Vivere quello che vivevamo i miei coetanei (gli amori dell’adolescenza, le lacrime, le risate), era impossibile.
Negli anni ‘80 i media raccontavano l’omosessualità solo come macchietta, o sessualità nascosta e rubata o come HIV.
Ecco, penso che se fossi cresciuto attingendo almeno a una fiaba in cui ci fosse stato un protagonista gay, se avessi letto un libro in cui si raccontasse una normale storia d’amore tra due ragazzi, avrei vissuto più serenamente La mia adolescenza che, tirando le somme, ho vissuto a metà.
Mi permetto di dire, senza voler offendere nessuno, ben vengano libri come quello di Emma Dante e inserire nella narrazione generale, quindi anche in quella dell’infanzia, esempi di vite omosessuali.
Questo non farà diventare omosessuali i bambini che non lo sono. L’omosessualità non è un virus o una moda.
Farà semplicemente crescere più sereni i bambini che sono omosessuali e li inserirà in un contesto in cui anche loro, anche la loro affettività, è prevista e riconosciuta e non stigmatizzata.
Cordiali saluti.