La Candelora, in verità vi dico RuPaul vi precederà nel Regno dei Cieli
Riflessioni di Loris Cozzolino* autore della Pagina Facebook Ogni santo giorno
Il, 2 febbraio, si celebra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio. La festa è detta popolarmente Candelora poiché durante la liturgia si benedicono le candele, simbolo della Luce del Mondo.
Su un picco innevato della verde Irpinia sorge un antico santuario dedicato a Maria; il monte conosciuto come Partenio o come Montevergine porta nel nome la sua vocazione.
Sappiamo che sin dall’antichità questa montagna fu ritenuta sacra e che ospitava un antico santuario dedicato alla dea Cibele, la Madre degli Dei. Cibele era una divinità antichissima, proveniente dall’Asia Minore dove nel suo santuario veniva venerata sotto forma di una pietra nera, probabilmente un meteorite.
Il mito racconta che il giovane Attis amato dalla dea in un momento di follia provocato da Zeus stesso, si eviró. I sacerdoti della dea, detti Galli o Coribanti, imitavano il giovane dio effettuando su se stessi un evirazione rituale. Da quel momento indossavano abiti femminili di colore giallo, truccati pesantemente, portavano pendenti ed orecchini e capelli lunghi raccolti in trecce.
La transessualità o l’intersessualità erano molto comuni nelle figure sacerdotali delle antiche religioni in quanto il loro essere doppi, sessualmente fluidi li rendeva più adatti a maneggiare e a comunicare con il sacro.
Beh dopo questa postilla storica vi starete chiedendo cosa c’entra una sacerdotessa antica transessuale con la Candelora e con Montevergine e il suo santuario mariano.
Nel medioevo sui resti del tempio della Madre degli dei venne innalzato questo eremo dedicato alla Madre di Dio e poco dopo giunse la famosa tavola di scuola toscana raffigurante Maria in trono con il Bambino sulle ginocchia.
La cristianizzazione dell’antico culto è chiara e lampante ma qui a Montevergine è arrivata all’estremo. Il 2 febbraio la Madre di Gesù è festeggiata con un sentito e antichissimo pellegrinaggio conosciuto come “juta dei femminielli“: al suono della tammorra e delle castagnette, sulle note di antichi canti, transessuali, omosessuali e ogni persona che non si identifichi in una sessualità eteronormata, rende omaggio alla Madonna.
Unico caso nel mondo cattolico in cui un santuario ed una festa religiosa abbiano come protagonisti e come officianti, quegli essere umani che il catechismo della Chiesa e buona parte della sua gerarchia indica ancora come intrinsecamente sbagliati e in errore morale(se tutto va bene!).
Questa singolare tradizione, come dicevano, affonda le sue radici nel paganesimo come moltissimi dei nostri riti e liturgie.
In realtà un’altra tradizione parla di una coppia di amanti omosessuali che, scoperti, furono condannati a morire di freddo legati nei pressi del santuario di Montevergine: Maria apparve ai due sventurati li slegó e li riscaldó con un caldo sole e questi immediatamente, riconosciuto il miracolo, corsero ai piedi dell’icona della Vergine per ringraziare la Madre di Dio per la compassione e la protezione.
Storia complessa, situazione complessa quella di Monte Vergine.
I più ligi parleranno di paganesimo, i più bacchettoni mi diranno che il catechismo parla chiaro e che il “disordine” morale di queste persone le ha già condannate, i bigotti mi figureranno fiamme eterne, Sodoma e fulmini e saette.
A Monte Vergine c’è una gran pace e tanta commozione, Maria con il suo sguardo che va al di là del tempo accoglie queste figlie e questi figli marginalizzati, ignorati e spesso vittime di violenza fisica e verbale.
I femminielli, le transessuali e i transessuali tra trucchi meravigliosi, abiti sgargianti, favolose come sono, con le loro gioie e i loro dolori sono abbracciate da quella Madre che le ama tutte.
Non c’è contraddizione, non dobbiamo fare l’errore di Pietro che tergiversa davanti la casa del pagano Cornelio a cui lo ha condotto lo Spirito. Pietro segue la sua legge morale e sa che condividere il tetto con un pagano può infettarlo moralmente, Pietro sa che Dio divide gli esseri umani fra puri e impuri, così gli hanno insegnato i sacerdoti e la Torah. Nemmeno gli anni passati ad ascoltare Gesù e a vedere le sue opere hanno sradicato del tutto l’idea intrinseca che un Dio è legge e giudizio prima di essere altro.
Gesù gli risolve il dubbio una volta per tutte ricorrendo ad una visione: ordina a Pietro di mangiare tutti gli animali impuri per gli ebrei, Pietro rifiuta, Gesù incalza “uccidi e mangia!”. Pietro mangia. Pietro capisce.
“ciò che Dio ha purificato tu non chiamarlo mai più impuro“.
* Loris Cozzolino, classe 1986, archeologo paleocristiano, passione smodata per l’agiografia, l’esegesi biblica e la teologia di genere. Non rassegnato ad un’immagine di Chiesa legalistica e respingente, nella marginalità e nello “scarto” vede il Volto del Cristo di Dio. Il suo blog di agiografie lo trovate al link https://www.gionata.org/tag/ogni-santo-giorno/