Persone omosessuali e morale cristiana. L’amore possibile e le persone LGBT
Sintesi redatta da Beatrice delle risonanze del Gruppo di discussione n.4 nell’incontro-laboratorio online “L’Amore Possibile. Persone omosessuali e morale cristiana” del 31 gennaio 2021
Il nostro gruppo di condivisione nell’incontro online “L’Amore Possibile. Persone omosessuali e morale cristiana” era molto eterogeneo, comprendeva persone LGBT, genitori, persone esterne all’ambiente LGBT interessate alla tematica affrontata.
La discussione si è molto focalizzata sull’aspetto della sessualità e sul ruolo che la fede e la Chiesa giocano sulla sessualità delle persone. L’altro aspetto che ha attirato l’attenzione è la possibilità che deve essere data ai bambini fin da piccoli di poter conoscere tutte le situazioni affettive che possono manifestarsi nelle persone, per non sentirsi poi “diversi” o “sbagliati”
In passato il rapporto fra persone omosessuali era principalmente “disordinato e occasionale“, non esisteva una progettualità di coppia, per cui o lo si accettava o si optava per la castità, che segnava tutta la vita della persona gay. Più di recente i giovani hanno vissuto in modo abbastanza sereno la loro omosessualità e anche a scuola si assiste all’accoglienza di persone LGBT (seppure con situazioni molto diverse e lasciate alle iniziative degli insegnanti o della scuola), ma resta difficile viverla in ambito cattolico, molti si allontanano dalla fede perché rifiutano l’intromissione della Chiesa nella sessualità. Quanti danni può fare la Chiesa imponendo la sua morale in tema sessuale?
La Chiesa non dovrebbe restare ancorata alle idee statiche del magistero, ma l’evoluzione dovrebbe essere continua. Il giudizio sulla vita relazionale e sessuale delle persone non lascia spazio al libero arbitrio che Dio ha messo nelle mani dell’uomo.
Bisogna lasciare a tutti la libertà di scegliere la propria identità, quindi ai bambini va offerta la conoscenza di tutte le possibilità che si possono presentare nel campo dell’orientamento affettivo. Per questo sia la scuola che la Chiesa dovrebbero intervenire già sui bambini (non sugli adolescenti, è tardi…) per far comprendere loro che ci sono tante possibilità di esprimere la propria affettività e che sono tutte giuste.
In conclusione si è parlato della vita sessuale delle persone sole, che non hanno una relazione di coppia, ma che, per la loro storia, per tanti motivi, non hanno trovato un compagno.
Restano aperte molte domande: tutti hanno diritto ad una vita sessuale? in che modo deve concretizzarsi per le persone sole che hanno fede? E’ possibile trovare un compagno o una campagna LGBT quando non si è più giovani?