Dal buio alla luce. Il mio cammino per scoprirmi gay e amato da Dio
Testimonianza di Marcello sul ritiro online del Progetto Giovani Cristiani LGBT “Dal Buio alla Luce: Servire è Regnare” (4-6 Febbraio 2021)
Quando Dio ha qualcosa da dirmi lo fa sempre attraverso le immagini del buio e della luce. Lo ha fatto ormai 9 anni fa quando avevo 25 anni ed ero al quarto anno di Seminario. Ogni domenica, noi seminaristi, eravamo inviati nelle parrocchie della mia diocesi per dare una testimonianza vocazionale all’interno delle Messe.
Quella domenica mi trovavo in una chiesa molto buia e mi era chiesto di “predicare” su un brano del Vangelo di Giovanni. “Chi fa la verità viene alla luce” continuavo a ripetere, citando il Vangelo. Ma dentro di me c’era una sorta di spaccatura: “Io ho fatto verità su di me, sulla mia identità?”. No. Ed ecco la luce: “Non avere paura di fare verità, io ti amo per ciò che sei”.
Quella sera iniziarono gli esercizi spirituali del tempo di quaresima, al termine dei quali – disperato – andai dal mio vicerettore dicendogli: “Ti prego aiutami! Credo di essere omosessuale ma non riesco ad accettarlo“. (Ci tengo a dire che però già all’inizio del mio cammino, 5 anni prima, ne avevo parlato con le mie guide, le quali hanno sempre minimizzato la mia richiesta). Da lì in poi iniziò un lento cammino di verità e di coming out verso la luce.
Questi 9 anni non sono stati anni facili perché purtroppo sul mio cammino ho incontrato le cosiddette terapie di conversione. Per 3 anni e mezzo hanno tentato di “guarirmi” dall’omosessualità e mi sono lasciato convincere che diventare prete fosse la strada migliore per portare pace nella mia vita, per essere “protetto” e “amato” da Dio e dagli altri.
Nel 2015 diventai prete, ma da quel giorno iniziò un ulteriore periodo di buio. Ero un bravo direttore di oratorio, ma dentro ero spaccato, ero avvolto nel buio della paura di me stesso.
Ma Dio non demorde mai e mi è stato vicino anche in quel momento. Mi innamorai più e più volte in quegli anni, ma non potevo parlarne con nessuno, nemmeno con i diretti interessati, ovviamente.
Trovai la forza di parlarne con il mio direttore spirituale, il quale mi propose un cammino di terapia con uno psicologo bravissimo. Quel cammino dal buio alla luce riprese vigore.
Finalmente, a fine gennaio del 2018, dopo aver incontrato amici preziosi nel mio nuovo cammino di studi, mentre celebravo l’Eucaristia, un nuovo raggio di luce: “Sei omosessuale, che male c’è? è la cosa più bella che potesse capitarti. Sei amato da Dio“. Per dirla all’inglese: You are GAY and God Accepts You“. Quel passaggio fondamentale di coming out in me stesso fu davvero importante.
Due anni dopo, il 6 gennaio 2020, nella festa del coming out di Gesù (sappiamo bene che l’Epifania è la festa della sua manifestazione e ha molto a che fare con il tema della luce) comunicai alla comunità cristiana nella quale avevo operato negli ultimi due anni e mezzo la decisione di lasciare il ministero di prete.
Da quel giorno in poi la mia vita è cambiata radicalmente e non nascondo che il buio sembrava essere tornato a farla da padrone. Non avevo più casa, non avevo più “lavoro”, non avevo più quelle relazioni che negli anni avevo costruito.
Grazie a Dio, il mio padre spirituale si è offerto di ospitarmi in quel momento di ripartenza così delicato, ma è arrivata la pandemia che ha gettato il mondo intero in una situazione di buio pesto. Con il passare dei mesi sono riuscito a trovare una casa e un lavoro. Ma il buio continuava ad essere presente in me per quanto riguarda il mio rapporto con Dio.
La fatica di credere ad un Dio che sembrava avermi abbandonato era molta, così come era forte la rabbia verso una Chiesa per nulla madre che non si era preoccupata di accompagnarmi in questa fase delicata di passaggio.
Finalmente lo scorso sabato un nuovo passaggio “Dal buio alla luce“. Partecipare al ritiro organizzato dal Progetto Giovani Cristiani LGBT mi ha aiutato a ritrovare quella luce e quella fiducia che da ormai troppo tempo si erano spente.
Le parole di Don Fausto, i lavori di gruppo, gli incontri con Luca, Paolo e Francesco, hanno riacceso in me la speranza e la consapevolezza di non essere solo, di non essere abbandonato da Dio e che soprattutto c’è una parte di Chiesa che non giudica, ma che accoglie, accompagna e incoraggia.
> Le testimonianze del ritiro online “Dal Buio alla Luce: Servire è Regnare” (4-6 Febbraio 2021)