Robbie Ross, l’ultimo amico di Oscar Wilde
Articolo di Janet Bonellie pubblicata sul sito Canadas History (Canada) il 12 giugno 2019, liberamente tradotta da Silvia Lanzi
Oscar Wilde morì in disgrazia più di un secolo, la sua reputazione era stata rovinata da uno scandalo sessuale. Si appannò anche il suo lustro letterario, ma un uomo, un onesto canadese, ravvivò la sua reputazione, assicurandosi che i suoi lavori, che una volta avevano affascinato Londra, arrivassero anche ad affascinare il mondo.
Il 3 dicembre 1900, Oscar Wilde — che più tardi sarebbe stato definito il più grande spirito e drammaturgo del XIX secolo — fu sepolto a Bagneux, in Francia.
Furono tre le principali persone in lutto — lord Alfred Douglas, Reginald Turner, e un uomo che si era rivelato, e avrebbe continuato ad essere, l’amico più intimo e devoto di Wilde. Il suo nome era Robert Baldwin Ross.
Figlio di una privilegiata famiglia di Toronto, era nipote di Robert Baldwin, procuratore generale dell’Upper Canada nel 1840 e primo ministro nel 1848, e figlio di John Ross, che nel 1851, era stato procuratore generale del Canada occidentale.
Entro vent’anni dalla morte di Wilde, anche Robert Baldwin Ross sarebbe morto, ma fino a quel momento consacrò la sua vita nel riportare di nuovo sul palcoscenico le opere dell’irlandese, i suoi libri nelle librerie, e i suoi diritti d’autore nelle mani dei creditori per azzerare i debiti della sua bancarotta.
Curò anche la pubblicazione postuma del “De profundis”, l’epica lettera aperta di Wilde a Douglas, il giovane uomo del quale si era infatuato e che lo portò alla rovina. Alla fine, l’impresa più ambiziosa di Ross fu spostare i resti del suo amico dalla loro insignificante tomba suburbana al prestigioso sito del cimitero parigino del Père Lachaise, accanto agli altri uomini di cultura suoi pari.
Grazie a Ross, l’uomo più ostracizzato dalla società inglese per la sua condotta sessuale, riconquistò la sua reputazione di genio della letteratura.
Robert Baldwin Ross era nato da John ed Eliza Ross in Francia il 26 maggio 1869 il più giovane di quattro ragazzi e tre ragazze. Quattro anni prima i suoi genitori avevano viaggiato dal Toronto fino in Francia, e avevano preso residenza a Tours.
Eliza, che era di salute cagionevole, trovò idilliaco il clima della Francia centrale, e John, che aveva interessi imprenditoriali in Inghilterra, fece il pendolare attraverso la Manica. Avvocato irlandese, John aveva sposato Eliza nel 1851 nella cattedrale di St. James a Toronto, lavorava come avvocato generale, ed era diventato un consulente rispettato della comunità finanziaria inglese.
Sebbene avesse uno studio a Belleville, in Ontario, si trasferì a Toronto su insistenza della moglie quando la salute del suocero iniziò a peggiorare e lì, lui ed Eliza costruirono una proprietà che chiamarono Earlscourt, dove, una volta, ospitarono Edoardo XII, allora principe di Galles.
Quando i Ross tornarono in Canada con il piccolo Robert, si riunirono alla società di Toronto, ma il piacere della vita mondana ebbe vita breve. Nel 1871 John Ross morì. Le sue ultime volontà specificavano che i bambini dovevano essere educati in Inghilterra. Eliza vendette Earlscourt, attraversò ancora una volta l’Atlantico, e abitò con la sua nidiata a Phillimore Gardens, una strada londinese alla moda appena ad ovest di Kensington Palace.
I Ross conoscevano molto bene Oscar Wilde. Nome familiare nelle colonne dei giornali londinesi, Wilde aveva legami con molti amici e parenti canadesi di Eliza.
L’autore teatrale e arbiter elegantiarum irlandese conosceva il quarto governatore generale del Canada, il marchese di Lome, sua moglie la principessa Louise, sua sorella lady Frances Balfour, e sua cognata lady Archibald Campbell. (Mentre Wilde era editore del “The woman’s world”, “lady Archie” fu una delle prime persone che contattò per un contributo).
Wilde aveva visitato Ottawa durante il suo giro di conferenze letterarie nel nord America del 1882, e sebbene fosse deluso di non essere ricevuto a Rideau Hall — la principessa Louise era a Londra e suo marito impegnato in affari di stato — fu invitato a pranzo e cena da privati cittadini.
Tra questi c’era la pittrice francese Frances Richards, amica intima della famiglia Ross. La Richards aveva dipinto un ritratto di Robert e di suo fratello maggiore Alexander, e fece anche un ritratto dello stesso Wilde. (Si dice che Wilde sottolineò quanto fosse ingiusto che quell’immagine sarebbe rimasta giovane mentre lui sarebbe invecchiato, predicendo così la trama del suo unico romanzo “Il ritratto di Dorian Gray”).
[Robert Ross, nipote e figlio di illustri politici dell’Alto Canada, aveva diciassette anni nel 1886 quando, a Oxford, fu presentato a Wilde. Amanti per breve tempo, rimasero amici per tutta la vita. Ross era di statura piuttosto bassa con “un viso come quello di Puck” (come scrisse Wilde più tardi), e la sua disinvoltura, la sua arguzia e la sua vivace personalità lo resero caro allo scrittore. Durante le sue difficoltà, pochi sarebbero rimasti fedeli a Wilde come Ross].
Quando Frances visitò per la prima volta il Regno Unito, arrivò con una lettera di presentazione di Wilde al pittore James McNeill Whistler, il cui complesso rapporto con Wilde portò ad anni di scambio di battute sui principali periodici londinesi. Whistler era sodale di lady Archibald, che, a sua volta era amica di James Rennell Rodd, uno dei protégéé letterari di Wilde. Il libro di liriche di Rodd “Songs in the south”, pubblicato in 1880, fu pubblicato con una dedica a Wilde. Le relazioni erano intricate.
Il giovane Ross crebbe sentendo della celebrità di Wilde. A 17 anni, mentre stava preparando gli esami d’ammissione al King’s College di Cambridge, con un tutor di Oxford, fu presentato a Wilde, che, diplomatosi al al Magdalene College di Oxford, stava visitando la sua vecchia scuola.
L’adolescente Ross fu entusiasta di incontrare lo scrittore. Ne era già un ammiratore e, a scuola, aveva fatto a pugni pur di non rinunciare a leggere l’esuberante poesia di Wilde. Aveva anche imitato l’acconciatura di Wilde – che teneva i capelli lunghi fino alle spalle – e faceva parte dell’immagine del movimento estetico di cui Wilde era campione.
Gli interessi letterari di Ross furono piuttosto precoci. A Cambridge, co-fondò “The gadfly”, una rivista studentesca. Scrisse anche per “Granta”, pubblicazione ancora oggi di grande prestigio. Alla fine del suo primo anno, Ross disse a sua madre di essere omosessuale e di non volerne fare mistero.
Eliza ne fu orripilata. Il Criminal Law Amendment Act del 1885 aveva reso gli atti di “grave indecenza” tra gli uomini punibili fino a due anni di prigione “con o senza lavori forzati”.
Alexander, che era stato nominato tutore di Robert, tagliò i fondi al fratello minore che era a Cambridge, e Robert andò nella residenza dei nonni paterni in Scozia dove ricevette un benvenuto più tollerante.
Si unì come giornalista al “The scots observer” di Edimburgo e più tardi gestì una galleria d’arte privata. Comunque, come molti giovani che volevano essere nell’epicentro della vita vittoriana, alla fine Robert tornò a Londra per seguire la carriera di critico d’arte. Optò per Chelsea.
In origine un villaggio lungo il Tamigi, famoso per i suoi giardini pieni di fiori, Chelsea si era fuso con la capitale ed era in forte espansione. Quando arrivò Robert, era l’indirizzo alla moda per i bohemien londinesi.
Oscar Wilde viveva al 16 di Tite Street (che corrisponde all’attuale 34); sua madre, lady Wilde, che scriveva poesie con il nome de plume di Speranza, viveva in Oakley Street.
Tra i vicini si potevano annoverare il designer Edward Godwin (che decorò la casa di Wilde dopo il suo matrimonio con Constance Lloyd), l’attrice Ellen Terry, che diventò la seconda moglie di Godwin, James Whistler, e Frances Richards, che aveva uno studio appena dietro l’angolo dei Godwin. Gli eleganti indirizzi degli artisti e degli scrittori di Chelsea costituirono l’ambiente sociale della vita adulta di Ross.
Secondo “The Wilde album”, scritto da Merlin Holland, nipote di Wilde, Ross diventò un “ospite pagante” nella casa di Tite Street. Si trattava, probabilmente, di una sistemazione a breve termine finché il giovane non avesse trovato un punto d’appoggio in città.
Il giornalista ed editore Frank Harris, amico di Wilde (nonostante, secondo le sue
memorie, fosse un rampante sciupafemmine), una volta chiese allo scrittore chi lo avesse sedotto (per primo). Wilde disse che “era stato il piccolo Robbie!” Più tardi Ross negò un incontro fisico tra loro ma aggiunse, ingenuamente, che se fosse successo “non gli sarebbe dispiaciuto.”
Reginald Turner, avvocato prestato alla scrittura di libri “di consumo”, ha sostenuto che gli era già stata raccontata una storia simile: Ross avrebbe introdotto Wilde alle relazioni omosessuali ma, tra di loro, non successe molto.
Comunque, qualunque coinvolgimento fisico ci possa essere stato tra Ross e Wilde, si esaurì in fretta trasformandosi in un’amicizia platonica che durò per tutta la vita dell’autore irlandese.
Possiamo immaginarci lunghi pranzi al Café Royal, visite amichevoli alla Royal Academy of Art, scambi di inviti a cena, biglietti teatrali omaggio, e serate familiari alla casa di Tite Street (che nel frattempo si era arricchita di due figli — Cyril and Vyvyan).
[Oscar Wilde, nato a Dublino nel 1854, all’inizio degli anni ’80, era all’apice della sua carriera, e avrebbe scritto, in pochi anni, il suo romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” e, in breve successione, le quattro commedie che consolidarono la sua reputazione, “Il vantaglio di lady Windermere”, “Una donna senza importanza”, “Un marito ideale” e “L’importanza di chiamarsi Ernesto”. L’ultimo lavoro, pubblicato nel 1899, venne dedicato a Robert Ross.
Nel “De profundis”, Wilde racconta — ricordando anni di dissoluto disprezzo per il denaro — che la cena più piacevole avuta con Robert fu in un caffè di Soho con un menù “a prezzo fisso” di pochi scellini.]
Ross ammirava il talento e il fascino di Wilde. Wilde trovava che Ross fosse un conversatore fidato e pieno di humor. (Il fatto che facesse parte di un’importante famiglia canadese non guastava). I due uomini apprezzavano la compagnia reciproca e, non ultimo, un’eredità irlandese condivisa in una società inglese. Tutto filava liscio.
Ma la prova della loro amicizia doveva ancora arrivare.
Molto si è scritto sui guai giudiziari di Oscar Wilde. In breve, l’autore fu stregato dall’amicizia di lord Alfred Douglas, figlio del marchese di Queensberry. Quando, nel 1895, Queensberry accusò Wilde di corrompere suo figlio, Wilde lo portò in tribunale per diffamazione, ma perse, e ritirò l’accusa quando i testimoni della difesa si rivelarono dannosi.
Wilde venne accusato secondo il Criminal Law Amendment Act del 1885, ma il processo fu dichiarato nullo dal momento che la giuria non riuscì ad emettere un verdetto. Un processo successivo lo dichiarò colpevole. C’è ne fu un altro, meno pubblicizzato, per bancarotta.
Durante questo periodo, la lealtà di Ross fu portata al limite. Fece seguire Wilde dal suo avvocato, Charles Humphreys, e dovette essere molto imbarazzato quando saltò fuori che l’autore aveva mentito ad entrambi.
Ross non era ingenuo. Conosceva bene la natura della relazione di Wilde con Douglas, ma gli squallidi casi dei processi — bordelli maschili, adolescenti in camere di hotel — lo avevano innervosito.
A seguito della sconfitta nel procedimento contro Queensberry, raggiunse Wilde al Cadogan Hotel, in Sloane Street, prima dell’arrivo della polizia con un mandato d’arresto. La stessa corte, sentendo che la cosa sarebbe sfuggita di mano, posticipò l’arresto per permettere a Wilde di prendere un traghetto ed abbandonare il paese.
Ross pregò l’amico di avvantaggiarsi del ritardo, ma lui non volle muoversi. (Più tardi, per questo suo atteggiamento, Wilde avrebbe incolpato il fatalismo irlandese e l’urgenza masochista di essere testimone della propria distruzione). L’autore fu portato alla stazione di polizia di Bow Street.
Ross noleggiò un taxi ed andò a Tite Street per avvertire Constance e prendere i vestiti di Wilde. Una volta a Bow Street, gli fu impedito di entrare e al prigioniero di rivevere effetti personali. Ross tornò ancora una volta a Tite Street dove il maggiordomo ruppe il lucchetto alla porta dello studio. (A questo punto Constance e i bambini erano fuggiti dai parenti, presumendo giustamente che presto la casa sarebbe stata posta sotto assedio.)
Portò via dallo studio tutti i documenti personali, ma non ebbe né il tempo, né le risorse per imballare la splendida collezione di prime edizioni e di libri autografati dai grandi scrittori inglesi e francesi di quel periodo che sparirono durante l’asta giudiziaria delle proprietà di famiglia di Wilde.
A questo punto Ross aveva già attraversato la città quattro volte in un giorno in mezzo ad un traffico spaventoso. Era devastato. Stanco e ormai senza speranza, andò a casa dalla madre.
Eliza Ross non aveva mai smesso di occuparsi del suo figlio più piccolo, e lo supplicò, dopo un pasto decente e una buona notte di sonno, di lasciare il Paese lui stesso. Gli disse che centinaia di “effeminati” gentiluomini londinesi erano improvvisamente partiti per Calais. Ross non era felice di abbandonare l’amico, ma Eliza promise di contribuire con 500 sterline per le spese legali di Wilde se Robert avesse seguito il suo consiglio. Quel giorno lo spedì in Francia, e tirò un sospiro di sollievo.
Eliza aveva un buon motivo per preoccuparsi. Il nome di Robert era saltato fuori in molti articoli di giornale che documentavano le attività di Wilde. Di conseguenza, alcuni dei più prestigiosi club di Londra revocarono la sua iscrizione, e parecchi e influenti amici ruppero i rapporti.
Ross rimase in Francia tutto l’anno seguente, ritornando a Londra tutte le volte che si sentiva in dovere di farlo. La bancarotta di Wilde, emotivamente provante, fu una di queste occasioni.
L’apparizione in tribunale dello scrittore nel settembre del 1895 si concluse con un accurato rendiconto delle spese personali sostenute durante il suo rapporto con Douglas. Pare che Wilde avesse sperperato più di 3.500 sterline per intrattenere il suo aristocratico amico. Case-vacanze in affitto, viaggi in Europa e in nord Africa, gioielli, e le sempre presenti bottiglie di ottimo champagne al Café Royal erano umilianti promemoria di una vita di eccessi.
Mentre Wilde si presentava all’udienza, Ross — che aveva aspettato ore nei corridoi del tribunale — uscì dalla folla beffarda e diede solennemente il suo cappello all’amico. “Le persone,” disse Wilde più tardi, “vanno in paradiso per meno.”
Wilde pregò Ross di dargli notizie dei figli. Constance si era trasferita in Europa e aveva cambiato il cognome dei bambini in Holland (un cognome del ramo dei Lloyd). Ross riuscì ad ottenere due fotografie di Cyril e Vyvyan scattate a Heidelberg. Trovò anche alcune lettere che avevano scritto al padre prima del fatale del suo processo e della sua prigionia.
Wilde passò due anni in carcere. Rilasciato nel 1897, passò gli ultimi tre anni della sua vita sul continente.
A Ross, che aveva lodato il lavoro, Wilde — che, ormai scarcerato viveva sconsolato sul continente — scrisse: “Ci sono due modi per non apprezzare le mie opere. Uno è detestarlr, l’altro è amare ‘Ernesto’. Per dimostrare ai posteri che cattivo critico sei, dedicherò lo spettacolo a te.”
Quando morì a Parigi il 30 novembre del 1900, non lasciò nessun testamento. Non aveva denaro da lasciare. Ma restava l’eredità dei suoi successi letterari, tra cui i suoi lavori teatrali, “Il ventaglio di lady Windermere”, “Un marito ideale”, “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, “Una donna senza importanza”, il suo romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” e la sua poesia, inclusa “La ballata del carcere di Reading”.
Constance morì nel 1898; i figli di Wilde erano troppo giovani per per gestire la proprietà del padre; e suo fratello William troppo inconcludente.
Ross si prese la responsabilità di cercare l’approvazione ufficiale per la sua nomina a esecutore letterario dello scrittore. Ci volle coraggio — nei primi anni seguiti al funerale, l’Inghilterra era ancora restia ad avere a che fare con del materiale di Wilde — ma raggiunse il suo scopo e negoziò traduzioni in tutta l’Europa continentale.
L’edizione tedesca dei lavori di Wilde includevano un’introduzione scritta dallo stesso Ross che dedicò anche diverse pubblicazioni ai sostenitori che pensava Wilde avrebbe voluto riconoscere, e organizzò una produzione americana di Salomé, con protagonista Maud Allen, mentre in Inghilterra era ancora legalmente proibito portare sulle scene personaggi biblici.
Nel 1907, quando Helen Carew di Hans Place, a Londra, seppe che il figlio più giovane di Wilde, Vyvyan, era di nuovo in Inghilterra, lo invitò a pranzo. Ross dedicò la prima versione, decurtata, del “De profundis” alla Carew perché fu lei che promise i soldi per la tomba definitiva al Père Lachaise, e per il monumento dello scultore Jacob Epstein che ne è un segno distintivo.
A seguito di quella piacevole serata, la donna organizzò una seconda cena che includeva Ross, Reginald Turner, e lo scrittore e caricaturista Max Beerbohm. Era la prima volta in dodici anni che Ross vedeva Vyvyan e la prima volta che il giovane parlava con tre dei più vecchi amici del padre. Nella sua autobiografia, “Figlio di Oscar Wilde”, Holland dice che, dal momento in cui incontrò Ross, seppe di avere un vero amico.
Un’altra amica fu Ada Leverson, che Wilde chiamava “Sfinge”. Quando praticamente tutti gli hotel di Londra rifiutarono di ospitare Wilde, fu Ada che lo accolse.
Ross presentò Vyvyan a diversi contemporanei di Wilde perché il giovane potesse farsi un’idea più positiva del talento e della personalità del padre.
Fu presentato anche ad Adela Schuster, una donna che non conobbe mai bene Wilde ma che diede 1.000 sterline per pagarne la difesa semplicemente perché amava il suo lavoro.
Robert seppe che Wilde si rammaricava di non aver mai ringraziato la Schuster, così, quando nel 1908 il dramma venne incluso nella prima edizione delle opere complete, le dedicò “La duchessa di Padova”.
Quando Vyvyan compì ventun anni, nessun membro della sua famiglia allargata si accorse che era diventato maggiorenne. Nondimeno, Ross organizzò una festa di compleanno a casa sua, al 15 di Vicarage Gardens di Kensington, che condivideva con il suo compagno, il traduttore More Adey.
I quattordici ospiti includevano Adey, Reginald Turner, l’espatriato americano Henry James, lo scrittore Ronald Firbank — e il fratello maggiore di Vyvyan, Cyril, i cui sentimenti nei confronti del padre erano meno generosi di quelli di Vyvyan. (Cyril non si sposò mai e morì in un’azione durante la prima guerra mondiale).
Il primo dicembre 1908, si diede per Robert Ross una magnifica cena con più di centosessanta ospiti. Avendo faticato per diventare esecutore di Wilde, ricevendo le royalties da ogni compagnia di produzione in Europa, raggiunse finalmente il suo obiettivo — l’edizione inglese delle opere complete di Wilde in quattordici volumi. La serata fu un grandissimo onore e incluse praticamente ogni autore famoso presente in Inghilterra.
L’anno seguente, Ross portò Vyvyan con sé per assistere alla traslazione dei resti di Wilde da Bagneux al Père Lachaise. Aveva ordinato una bara su misura, che non si poté usare a causa della burocrazia francese.
Era una bara di rovere con una placca sul coperchio che diceva “Oscard Wilde”. Quando Ross vide la “d” superflua, si incollerì, anche se non era da lui, e si calmò solo quando l’imprenditore di pompe funebri tolse la lettera.Fu anche scosso quando i resti di Wilde vennero esposti durante il cambio delle bare. Ross aveva richiesto della calce per accelerarne il deterioramento. Ma era stato usato un conservante.
Sebbene abbia passato l’esistenza a salvare la carriera di Wilde, Ross aveva anche una vita sua. Era direttore della Carfax Gallery a Londra, critico d’arte per “The Morning Post”, e trustee per la Tate Gallery. Era anche consulente per molte gallerie all’estero.
Era un uomo generoso. Quando diede una festa di beneficenza per raccogliere fondi per le spese del contenzioso causato dalle continue molestie di lord Alfred Douglas, pagò il suo biglietto e diede i soldi al Robert Ross Memorial Prize (una borsa di studio istituita a suo nome ndt) della Slade School of Fine Art. Comprarono il biglietto più di trecento persone, George Bernard Shaw in testa.
Il Ross Memorial Prize c’è ancora alle cerimonie di diploma della Slade. (Il suo importo è di 135 sterline, una piccola cifra rispetto agli standard odierni, ma un regalo più che benvenuto quando si doveva vivere con 200 l’anno.)
Ross non fu mai un grande uomo d’affari, né una figura significativa nel mondo dell’arte, ma ebbe una solida carriera e si fece molti amici. L’autore Sheridan Morley dice che Ross era “un assistente personale nato,” un secondo in comando. Era gentile e pacato, noto per il senso dell’umorismo e la mancanza di vanità. Non era nemmeno famoso.
[Robert Ross nel 1916, due anni prima della sua morte a quarantanove anni. La posa pone l’accento su un anello d’oro alla mano sinistra di Ross con incastonata una pietra egiziana a forma di scarabeo. Casualmente, si dice che spesso Oscar Wilde ne indossasse uno uguale, il che suggerisce che Ross possa aver conservato l’originale dopo la morte dell’autore].
Fu solo a causa del desiderio del padre morente e dell’emigrazione della madre che Ross incontrò Wilde, incrociando la strada dei più straordinari talenti del XIX secolo come Aubrey Beardsley, Max Beerbohm, sir Herbert Beerbohm Tree, Sarah Bernhardt, Stella Patrick Campbell, André Gide, Lily Langtry, John Singer Sargent, George Bernard Shaw, Algernon Swinburne, Ellen Terry, Henri de Toulouse-Lautrec, Paul Verlaine, James Whistler, ed Emile Zola.
La sua è stata una fama per associazione. Il tratto distintivo che ha lasciato nella storia è stato semplicemente il suo essere gentiluomo.
Ross morì improvvisamente, il 5 ottobre 1918, a quarantanove anni, probabilmente per un attacco di cuore.
Nelle sue ultime volontà, chiese di essere cremato e sepolto nella tomba di Wilde. Cosa che non andava bene ai suoi parenti prossimi.
Eliza Baldwin Ross era morta nel 1905 e i fratelli non gli erano mai stati molto vicini, così fu solo non prima del 1950, cinquantesimo anniversario della morte di Wilde — lo stesso anno in cui il Consiglio della Contea di Londra votò di mettere una targa commemorativa alla casa di Wilde in Tite Street home — che le ceneri di Ross vennero sepolte al Père Lachaise.
Testo originale: A Portrait of Robert Ross