La dignità negata: omosessualità, cultura e società
Riflessioni di Benito Baranda e Samuel Yáñez pubblicate sul sito del Gruppo Adulti della Comunità di Vita Cristiana di Santiago (Cile) il 21 ottobre 2013, liberamente tradotte da Chiara Benelli
Perché si compia a pieno, una sana e attiva vita sessuale trova il più favorevole dei terreni (il più completo e il più umanizzante) nell’ambito della vita di coppia, con progetti futuri comuni e approvati dal contesto socio-culturale.
Questo i cileni lo riconoscono, e soprattutto i giovani sembrano, per la maggior parte, ben disposti a considerare questo concetto come non limitato ai soli rapporti eterosessuali, bensì applicabile anche a quelli omosessuali. Questo cambiamento, però, viene ostracizzato, screditato e messo in discussione da certe categorie di persone con argomentazioni deboli (più demagogiche che altro), con logica scarsa a loro sostegno e con “verità assolute”, prive però di basi solide. Si sente spesso rivolgere agli omosessuali espressioni del tipo: “Ti accettiamo, ti ascoltiamo, ma non ti permettiamo di fare la tua vita, né di realizzarti”.
C’è un chiaro istinto evangelico nell’accogliere tutti gli emarginati; malati, samaritani, lebbrosi, gay e lesbiche: gli individui sessualmente diversi sono storicamente degli emarginati. L’atto omosessuale è tacciato di essere contro natura, sono malviste le manifestazioni d’affetto in pubblico tra omosessuali, le coppie stabili non possono contare su alcun riconoscimento civile che garantisca loro un minimo di benefici.
Oggi l’omosessualità la conosciamo un po’ meglio, anche se non ancora abbastanza. Per adesso sappiamo che la popolazione cosiddetta “diversa” è pari circa al 10% del totale, che in tutti noi è presente un lato maschile e uno femminile, che non si tratta di una scelta ma di natura, che non esistono studi in grado di dimostrare che crescere in famiglie arcobaleno comprometta la vita dei figli da adulti… sono invece moltissime le informazioni che sfatano miti, pregiudizi e ignoranza dei tempi passati, su cui sono stati edificati “castelli” morali e codici giuridici.
Gravi falle
Nel tempo la cultura è cambiata, ma ancora oggi esistono gravi falle che insidiano le persone LGBT, e spesso queste provengono nientemeno che da altri omosessuali, che non hanno ancora accettato la propria natura e che quindi la reprimono, commettendo violenze ai danni di chi, trovandosi nella loro stessa situazione, ha scelto invece di vivere apertamente la propria vita.
Sono mancanze gravi di rispetto, di empatia, di amore; ci sono comunità sociali e religiose che continuano a emarginare le coppie omosessuali e a vergognarsi di loro, a considerarle come una piaga che rischia di contagiare l’individuo e la famiglia; tanto per cambiare, facciamo fatica a metterci nei panni dell’altro (della persona LGBT, in questo caso), e quindi non lo amiamo in quanto persona, e questo ci porta a non riconoscerne la dignità e i pari diritti, a non riservarle un trattamento equo. In generale, sull’argomento, si fa finta di non vedere, proprio come per secoli si è fatto con il sesso nelle relazioni etero.
Riflessioni necessarie
È necessario distinguere tra l’ordine civile e quello religioso. Vale a dire, avere ben presente la separazione Stato/Chiesa. Dal punto di vista del cristianesimo, questa distinzione non è altro che la separazione tra parti contrapposte. In ogni caso, la questione che ci riguarda rientra nell’ordine civile, non in quello ecclesiastico. In entrambi i casi, la Chiesa definisce la sua dottrina morale in concordanza con il rispetto della coscienza di credenti e non credenti, indistintamente; a contare veramente è la coscienza. Teniamo bene a mente, poi, che la rivelazione divina è mediata dall’uomo: la Bibbia è un testo che trae ispirazione da Dio, senza però esser stato scritto direttamente da lui.
È necessario, pertanto, interpretare la parola di Dio in maniera “ragionata”, in conformità con le conoscenze che l’uomo accumula nel tempo; se egli amplia il suo sapere, a maggior ragione le rivelazioni diventano “nuove” verità (il matrimonio basato sul solo atto sessuale, per esempio, in passato era quasi considerato peccato, un rimedio alla lussuria, e non un vero percorso di realizzazione e santità).
Lo Stato dovrebbe promuovere la vita di coppia basata su solidi progetti comuni e dare sostegno a coloro che invece, per le più svariate ragioni, falliscono in questo loro intento, concedendo loro un’altra opportunità. È quello che auspichiamo per una convivenza sana e appagante, fondata sull’impegno e il reciproco rispetto.
Lo Stato dovrebbe pertanto tenere di conto dei progetti di vita comune delle persone LGBT, conferendo loro un riconoscimento civile. Determinare se si tratti o meno di matrimonio non sembra rientrare in alcun modo nelle priorità. La percezione dei concetti è dettata dall’esperienza umana, e non è un’entità inconfutabile, e lo stesso vale per la concettualizzazione di una verità appena scoperta.
Educare alla diversità: fonte di coesione e armonia sociale
Proprio come accade con la discriminazione verso gli omosessuali, questa è anche il riflesso dell’odio verso gli immigrati (a cui si riconducono tutti i “mali della società”), le persone di estrazioni sociali o appartenenza etniche diversa dalla nostra (ci rifiutiamo spesso di vivere vicino a loro), o le minoranze religiose (le apostrofiamo spesso come “fanatiche”).
Molti di questi atteggiamenti (simbolici) vengono alimentati in famiglia, in chiesa, a scuola; il linguaggio, la condotta e i giudizi plasmano la vita di molti bambini, che diventeranno poi il frutto di tutto quello a cui sono stati esposti.
A partire dalla famiglia, dalla scuola e dalla Chiesa, speriamo di contribuire a una società più umana, armoniosa, tollerante e rispettosa, e se davvero ci sta a cuore la dignità umana, la verità è che sono tanti gli episodi spiacevoli e palesi che diffamano e rovinano la vita delle persone, come ad esempio le ingiustizie sociali, le violazioni dei diritti e la mancanza di opportunità, figlia di vergognose disparità.
Abbiamo ancora molto lavoro da fare per superare tutte le gravi discriminazioni e gli antichi pregiudizi incubati a livello culturale e religioso in questo Paese, impegniamoci per impedire che tutta questa situazione continui a privarci della libertà, e che essa si veda rafforzata dalla nostra complicità, e in particolare partiamo dalle nostre case, dalle nostre strade, dalle nostre chiese e dai nostri luoghi di lavoro.
Testo originale PDF): La dignidad negada: homosexualidad, cultura y sociedad