Francesco prende le distanze dal Responsum del Sant’Uffizio?
Riflessioni di Massimo Battaglio
Un’amica mi ha segnalato un interessante articolo della rivista spagnola “La Gaceta“. Dice che papa Francesco prende distanze dal “Responsum” contro la benedizione alle unioni omosessuali.
“Francesco prende distanze dal documento vaticano che proibisce di benedire le unioni gay. Con un messaggio in cui ha chiesto ai sacerdoti il ’coraggio di ascoltare la realtà’ e ha sostenuto che ‘la teologia morale non può riflettere solo sulla formulazione di principi’, papa Francesco oggi ha preso le distanze dal documento vaticano che, la scorsa settimana, aveva stabilito che la Chiesa non può benedire le unioni di persone dello stesso sesso.
Il pontefice ha accennato al suo disaccordo con il documento (…) che ha suscitato forti reazioni da settori progressisti della Chiesa.
‘L’annuncio del Vangelo in una società in rapido cambiamento richiede il coraggio di ascoltare la realtà. Richiede di educare le coscienze a pensare in modo diverso, in discontinuità con il passato’. Così ha detto il Papa in un messaggio per il 150 ° anniversario della canonizzazione di sant’Alfonso María de Liguori.
Secondo alti funzionari della Santa Sede, Francesco, senza menzionare direttamente il controverso documento della scorsa settimana, ha cercato di rafforzare ‘obliquamente’ il suo sostegno all’accompagnamento e alla vicinanza alle unioni civili di persone dello stesso sesso (…).
‘Invito teologi morali, missionari e confessori ad entrare in una relazione viva con i membri del popolo di Dio. Li invito a guardare la vita dalla loro prospettiva, a comprendere le reali difficoltà che incontrano e ad aiutare a guarire le ferite’ (…).
(…) ‘la teologia morale non può riflettere solo sulla formulazione di principi, norme, ma ha bisogno di farsi carico di proposito della realtà che supera ogni idea. (…) La conoscenza dei principi teorici da sola, non è sufficiente per accompagnare e sostenere le coscienze’.
(…) ‘Occorre che la conoscenza si concretizzi nell’ascolto e nell’accoglienza (…) di quelli che la società considera scartati’. Quanto detto è stato letto da fonti Vaticane come una chiara presa di distanza dal documento controverso”.
In effetti, il ragionamento fila. E ci sono tre fatti che me lo confermano. Il primo è che, nell’Angelus di domenica scorsa, il papa ha anticipato gli stessi concetti anche con maggior forza.
“Tante persone, spesso senza dirlo, in modo implicito, vorrebbero vedere Gesù, incontrarlo, conoscerlo. Da qui si comprende la grande responsabilità di noi cristiani e delle nostre comunità. Anche noi dobbiamo rispondere con la nostra testimonianza. Testimonianza di una vita che si dona nel servizio. Di una vita che prenda su di sè lo stile di Dio: vicinanza, compassione, tenerezza (…). Si tratta di seminare semi di amore, non con parole che volano via ma con esempi concreti, sempici, coraggiosi. Non condanne teoriche ma gesti di amore”.
Piuttosto chiaro, soprattutto dal passaggio successivo, in cui Francesco condanna certe “pretese di legalismi o moralismi clericali”.
La seconda conferma viene dalla rivista dei Gesuiti “America”, che esprime praticamente le stesse opinioni.
“Papa Francesco stava alludendo alla recente dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede? (…) Fonti informate a Roma credono che lo fosse, ma non desideravano essere identificate poiché non autorizzate a commentare”.
E la terza conferma, la più simpatica, nasce dal fatto che il noto blogger anti-papista Sabino Pacciolla, sempre attento a cogliere qualunque contraddizione di Bergoglio, si stia mostrando attentissimo alla vicenda.
Viene da pensare che Francesco abbia autorizzato la pubblicazione del “Responsum” proprio perché prevedeva che avrebbe alzato un polverone. Sembra quasi che abbia permesso di ricordare la “dottrina ufficiale”, proprio per evidenziarne l’impostazione “legalista e clericale”. Insomma, come informano alcune fonti vaticane, pare che abbia intenzione di tornare sull’argomento.
Non resta che augurarselo, sperando che il “coraggio” auspicato sia autentico. Perché qui, di questo andirivieni, non se ne può più. Papa Francesco afferma, poi papa Francesco prende distanze, poi corregge e poi … “dalla Sala Stampa informano che non intendeva dire…”. La dottrina non si costruisce in “Sala Stampa” ma, appunto, attraverso prassi si ascolto, vicinanza, amore. E un gesto di vicinanza definitivo ma necessario, non può che essere quello di cancellare anche le storture catechistiche palesemente obsolete.