L’ascesa del cristianesimo e la persecuzione dell’omosessualità
Testo pubblicato sulla piattaforma Mosaic Info (Svizzera), liberamente tradotto da Luca Canetti, parte prima
Il cristianesimo e le prime persecuzioni. Nel 313 il cristianesimo diventa religione di Stato sotto l’imperatore Costantino. Da questo momento in poi, le relazioni tra uomini vengono punite sempre di più. Basandosi su alcuni testi religiosi, e desideroso di raddrizzare la dimensione morale di una società che veniva giudicata degenere, il potere non tarda a reprimere la «dissolutezza».
Nel 342 le leggi di Costante e Costanzo prevedono la castrazione degli omosessuali passivi. Le relazioni tra uomini assumono lo status di «crimine contro la dignità umana», poi di «crimine contro natura», soprattutto sotto l’influenza di Sant’Agostino (354- 430) (1). Infine, le leggi applicate sotto i regni di Teodosio (379-395) e di Giustiniano (527-565), sono le prime a prevedere il rogo per degli atti di questo tipo.
La caduta dell’Impero Romano e il rafforzarsi della diffusione del cristianesimo segnano una svolta decisiva per quanto riguarda la storia dei rapporti tra uomini: infatti, mentre prima si faceva distinzione tra ruolo attivo e passivo, castità e non castità, e tra romanticismo e assenza di romanticismo, adesso invece si distingue, senza tuttavia nominarla come tale, tra eterosessualità e omosessualità.
Questa nuova distinzione è fondamentale, perché non solo ci permette di contestualizzare ancora meglio il discorso in un periodo di grande instabilità politica, economica e sociale (a causa delle invasioni barbariche), ma ci permette anche di leggere più in profondità la società del tempo, che era molto sospettosa per quanto riguarda la sessualità e l’erotismo in particolare, dato che la morale cristiana si oppone in generale in maniera virulenta all’edonismo greco-romano.
Le condanne bibliche
Nell’Antico Testamento (2) certi passi condannano senza riserve le pratiche omosessuali, primo fra tutti il nono libro della Genesi, nel quale la città di Sodoma è distrutta da un diluvio di fuoco in quanto i suoi abitanti avevano ospitato due angeli con l’aspetto di ragazzi, o nel Levitico, che fissa la norma: «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro» (20:13).
Non c’è alcun passo in cui Gesù condanna queste pratiche, in quanto Cristo si è sempre dimostrato aperto e tollerante riguardo ai peccati sessuali. Ha una profonda amicizia con san Giovanni, ed è decisamente più severo per quanto riguarda la ricchezza o la possessione demoniaca, questioni che sono assolutamente ignorate dai suoi discepoli.
Paolo, da parte sua, approva la collera di Dio nei confronti di tutti quegli uomini che «Lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento» (Romani 1:27) (3).
Per quanto concerne invece le «femminucce», non sono certo trattate meglio, anche perché tutti coloro che «si rendono colpevoli di avere rapporti contro natura» sono oggetto di una condanna similare. In 1 Corinzi 6:9-10 Paolo aggiunge: «Né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio».
Da tutti questi precetti biblici provengono i pregiudizi che fanno sì che certe comunità pensino che gli omosessuali siano solo dei peccatori e dei criminali (4). C’è però la tendenza a dimenticare che la Bibbia evoca anche la tenera amicizia che unisce Davide e Gionata: «Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, l’anima di Gionata si era già talmente legata all’anima di Davide, che Gionata lo amò come se stesso» (1 Samuele 18:1). Dopo la morte in battaglia di quest’ultimo, Davide se ne addolora profondamente: «Sono in lutto per te, Gionata, fratello mio: il tuo affetto per me era più meraviglioso dell’amore delle donne» (2 Samuele 1:19-27).
Va precisato che le varie condanne bibliche sono applicate con più o meno rigidità a seconda delle regioni e dei diversi periodi storici; bisogna inoltre essere consapevoli che i dati esatti non tengono conto dell’effettiva quantità dei procedimenti messi in atto, cosa a cui bisogna aggiungere che i testi biblici condannano fermamente tutta una serie di comportamenti, tra cui il consumo della carne di maiale o di coniglio, certi modi di vestirsi o l’essersi tagliati barba e capelli.
Come succede in tutti i periodi storici, il potere opera una selezione di passi che permettano di giustificare la condanna di ciò che considera sconveniente. Il problema principale a proposito dei comportamenti considerati «deviati», oltre alla semplice e formale condanna biblica, era che non erano finalizzati alla riproduzione, minacciavano l’ordine pubblico, la giovinezza e la sopravvivenza della famiglia e della civiltà. Indulgendo in atti «contro natura» – accuse piuttosto gravi che sono di scottante attualità, nonostante non si basino su nulla di concreto – gli omosessuali, visti come capri espiatori insieme agli ebrei, sono ritenuti responsabili di tutti i mali della società. Il sodomita, che mette in discussione l’ordine «naturale» voluto e creato da Dio, commette un sacrilegio: rovesciando la gerarchia dei ruoli e dei generi, finisce per mettere in crisi l’ordine sociale.
Inoltre, altri fattori potevano causare una tremenda repressione dell’omosessualità, come ad esempio il panico morale legato alle epidemie di peste, come nel caso di Venezia dove, nella metà del XVI secolo, la sodomia appariva come il crimine più grave.
(1) Per approfondire, si veda: Celestino I, Lettera ai vescovi della Gallia «Apostolici verba», in Denz. 237. Si veda anche: Sant’Agostino, Le Confessioni, Rizzoli, Milano 2007; Agostino, Soliloqui, Garzanti, Milano 1997 e M. Pancaldi, M. Pancaldi, M. Villani, Philosophica, 6 voll., Marietti, Novara 2007, 1B «Dall’Ellenismo alla Scolastica», 153-169.
(2) Per approfondire le questioni tecniche riguardo i libri dell’Antico Testamento, si veda: J. Alberto Soggin, Introduzione all’Antico Testamento. Dalle origini alla chiusura del canone alessandrino, Paideia, Brescia 19874. Per questioni varie, si veda: V. Mannucci, Bibbia come Parola di Dio. Introduzione generale alla Sacra Scrittura, Queriniana, Brescia 200719, 115-122.
(3) Per approfondire, si veda: K. Barth, L’Epistola ai Romani, Feltrinelli, Milano 20093 e R. E. Brown, Introduzione al Nuovo Testamento, Queriniana, Brescia 20083, 740-768.
(4) Questo sembra essere l’indirizzo dei pronunciamenti del Magistero della Chiesa a proposito dell’omosessualità. Si veda: Istruzione della Congregazione per l’educazione cattolica sui criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al seminario e agli ordini sacri «In continuità», in Denz. 5100. Si veda inoltre: C. Caffarra, Viventi in Cristo. Compendio della morale cristiana, Cantagalli, Siena 2006. Per approfondire, si veda: Dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede su alcune questioni di etica sessuale «Persona humana», in Denz. 4580-4584.
Testo originale (PDF): Le Moyen Age et la montée du Christianisme