Risorgo ogni giorno vedendo la felicità di mio figlio in transizione
Testimonianza di Maria Assunta, madre cattolica di un ragazzo trans, sulla XII stazione: Gesù muore in croce, letta nella Via Crucis online organizzata dal Progetto Adulti Cristiani LGBT il 26 Marzo 2020
Sono Maria Assunta, mamma di Francesco, ragazzo trans, una mamma come tante che ha avuto il privilegio di sperimentare l’amore per il proprio figlio.
Amore sì, la parola che per eccellenza racchiude innumerevoli forze che sinergicamente si intrecciano e fanno scorrere la vita.
Per amore sono morta una, due, tre. Tante volte sono morta per questa pulsione irrefrenabile. Sono morta quando Francesco, allora Francesca, mi dichiarò la sua omosessualità, la dichiarò a me, donna al passo con i tempi che andava predicando in molti contesti la normalità della condizione omosessuale, transessuale, etc.
In quel momento, all’udire le parole di mia figlia si fece buio, un buio fitto da perdere l’equilibrio, un buio misto a un senso di impotenza, di resa incondizionata di fronte a tutte le aspettative che negli anni avevo costruito su mia figlia: fidanzatini, matrimonio, nipotini… Sapevo di non poter far nulla di fronte a quella realtà, perché la conoscevo benissimo quella realtà.
Allora mi rivolsi a Dio e vidi subito la sua croce limpida, chiara e splendente davanti a me che mi chiamava e mi diceva: “questa è la tua strada, abbraccia la tua croce e muori con essa, muori in tutto ciò che c’è di vecchio in te”, progetti costruiti nella mia testa ma che non erano i progetti di Dio.
Questa voce dentro di me mi riportò ad un passo del Vangelo (Lc 9,23-24): “Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia la salverà”. Improvvisamente tornò la luce e tutto fu chiaro dentro di me, fu allora che pronunciai il mio “Eccomi, sono tua, muoio per te Signore, per abbracciare il tuo progetto per me”.
Da quel giorno ho abbracciato la nuova vita di Francesca in tutte le sue sfaccettature e mi sono fatta portare dall’onda dell’amore che mi lasciava intravedere una nuova me, una me risorta, una me più bella agli occhi del Signore perché amava incondizionatamente, libera da ogni catena che la società impone.
Trascorsero un po’ di anni, ma Francesca non era felice, intravedevo in lei un moto di sofferenza a cui non sapevo dare un nome e che lei non esternava. Un bel giorno in lacrime mi disse: “mamma, io non mi sento bene in questo corpo, questo corpo non mi appartiene. Mi sento un uomo soffocato in un corpo di donna”.
Di nuovo buio, buio che squarcia l’anima, sangue, ferite, chiodi, senso di impotenza… Tutte le sicurezze, i punti fermi di nuovo crollavano: Francesca non c’è più, Francesca lascerà il posto a Francesco. Di nuovo mi rivolgo a Dio e di nuovo vedo chiara la strada per me, di nuovo un’altra morte, cadaveri disseminati che lasciano il posto a nuove nascite…
Nuovi orizzonti, nuove metamorfosi, sì, proprio metamorfosi, Dio mi diceva che la metamorfosi di Francesca si poteva compiere solo se io morivo di nuovo per rinascere in un amore più grande che era la forza propulsiva di cui Francesca si cibava per diventare Francesco.
Senza esitare, ho rinnovato il mio “eccomi” e ho abbracciato la nuova vita di Francesco. Nuovi orizzonti mi propongono un amore ancora più incondizionato, senza limiti, libero dalle logiche sociali, disposto a tutto, disposto a mille salti nel buio, dove la vertigine ti fa esplodere.
Oggi, come sempre, non ho paura di rivolgermi a tutti quei centurioni bloccati dalle catene del pregiudizio, di prenderli per mano e accompagnarli a scoprire la presenza di Cristo, il figlio di Dio anche dentro quell’amore così inedito.
Mentre la vita scorre vedo il volto di mio figlio felice di quello che sta diventando, felice finalmente della luce che ormai è vicina e lì io risorgo ogni giorno!
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