La Madonna dell’Arco, la mamma degli ultimi
Riflessioni di Loris Cozzolino* autore della Pagina Facebook Ogni santo giorno
Il Lunedì dell’Angelo, detto popolarmente Pasquetta, nel napoletano e in tutta la Campania si festeggia la Madonna dell’Arco, uno dei culti mariani più sentiti e antichi.
Secondo la tradizione tutto ebbe inizio il lunedì di Pasquetta del 1450: nei pressi dell’attuale comune di Sant’Anastasia sorgevano i resti di un antico acquedotto e sotto uno degli archi fatiscenti era stata dipinta da mani pietose un’immagine di Maria con il Bambino.
Quel lunedì dei giovani si erano riuniti nei pressi della piccola edicola per la già presente “gita fuori porta” e iniziarono a giocare a palla a maglio, una sorta di gioco delle bocce.
Uno dei giocatori, lanciando il suo tiro, andò in escandescenza quando la palla si bloccò, trattenuta tra i rami di un tiglio che si ergeva vicino all’immagine sacra. Pieno di rabbia, scagliò la palla violentemente contro la Vergine bestemmiando. Miracolo! Il punto del volto di Maria colpito iniziò a sanguinare!
Da allora ogni lunedì dell’Angelo una folla oceanica di fedeli, vestiti di bianco, scalzi, i cosiddetti fujenti, giungono a piedi in pellegrinaggio da ogni dove per rendere omaggio a Maria, la cui immagine ora è custodita all’interno di un bellissimo santuario.
Le pareti del luogo sacro sono rivestite di ex voto dipinti su semplici tavolette dove i devoti, nel corso dei secoli, hanno narrato in maniera naif le grazie e i miracoli che hanno ricevuto attraverso l’intercessione della Madre per eccellenza.
Un’umanità estremamente variegata si rivolge alla Madonna dell’Arco: secondo un modo di dire Ella è la Madonna “delle puttane, dei mariuoli(ladri) e dei drogati“, termini che ad orecchi benpensanti potrebbero suonare blasfemi o quantomeno offensivi.
Il dramma delle periferie geografiche ed umane, ridotte e mantenute tali colpevolmente da istituzioni e Stato, trova dinanzi alla sacra immagine della Madonna dell’Arco la sua celebrazione e la sua redenzione.
Esseri umani carichi di dolore, di sofferenza ed anche di vite al limite di ogni legalità , ogni Pasquetta riversano tutta la loro rabbia e tutta la loro voglia di riscatto ai piedi di Maria, urlando, piangendo, strisciando come vermi in un parossismo di dolore e speranza sconvolgenti.
Maria osserva, con la sua guancia ancora ammaccata, con il suo sorriso che però sembra anche una smorfia che precede il pianto.
Un pianto di con-passione, la Madonna dell’Arco soffre con gli ultimi dei suoi figli e figlie e li accoglie e li libera e li ama. Davanti alla Madonna dell’Arco ho visto tradotte in carne umana le parole del Maestro “In verità vi dico: prostitute e malfattori vi precederanno nel mio Regno!”.
* Loris Cozzolino, classe 1986, archeologo paleocristiano, passione smodata per l’agiografia, l’esegesi biblica e la teologia di genere. Non rassegnato ad un’immagine di Chiesa legalistica e respingente, nella marginalità e nello “scarto” vede il Volto del Cristo di Dio. Il suo blog di agiografie lo trovate al link https://www.gionata.org/tag/ogni-santo-giorno/
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