Vegliamo perché sia l’amore di Dio ad avere l’ultima parola
Riflessione di don Gian Luca Carrega su Giovanni 15,12, versetto biblico delle Veglie per per il superamento dell’omotransbifobia 2021
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Giovanni 15:12)
In una frase, i verbi sono come le colonne, tengono su tutta la struttura. Poi si possono mettere su degli ornamenti, che abbelliscono il discorso e sono un po’ come i frontoni nel tempio. Ma entrambi sono sottoposti a usura. Le rovine del Partenone ad Atene ci ricordano come sia difficile resistere alle ingiurie degli anni. Dobbiamo ammetterlo: i verbi si consumano in fretta. Anche quelli dei vangeli, anche quelli usati da Gesù. Tutti sanno che Gesù ci ha insegnato e ci ha chiesto di amare. Ma che tipo di amore ha chiesto?
E qui entrano in ballo le congiunzioni. Non sono le colonne, non sono neppure il frontone. Se va bene sono il capitello, su cui si appoggiano le strutture superiori. Ma qualche volta diventano autentiche opere d’arte.
Quando ci imbattiamo in un versetto come Gv 15,12, è proprio una congiunzione a fare la differenza. Ho l’impressione che per il Gesù di Giovanni l’amore non significhi nulla se non gli si dà uno spessore. Anche alla fine del vangelo, davanti ad un Pietro imbarazzato per il peso del recente tradimento, Gesù domanda: “Simone, mi ami più di costoro?” (Gv 21,15).
La risposta di Pietro è generica: “Sai che ti voglio bene”. Certo, lo sa che gli vuoi bene; ma ti ha chiesto se la misura del tuo amore è differente rispetto a quella degli altri. Sta per affidarti un incarico importante ed è bene che tu sappia che sarai valutato per la misura del tuo amore, non per generiche dichiarazioni di affetto.
Qualcosa di simile avviene anche al capitolo 15. Gesù non si accontenta di un amore fumoso, di una pietanza insipida come una bistecca di soia. Amatevi come io vi ho amato. Quel “come” pone qualche problema di interpretazione. Ci sono almeno due modi di intenderlo, entrambi possibili.
1. Amatevi dal momento che io ho amato voi. Siamo discepoli di un maestro, quindi chiamati a seguire il suo esempio. Lui ci ha amati per primo, ora tocca a noi seguirne le orme.
2. Amatevi nel modo in cui io ho amato voi. In questo caso è il tipo di amore che viene messo al centro dell’attenzione. Ci chiede di mostrare un amore con le stesse caratteristiche del suo.
Siccome la maggioranza propende per la seconda ipotesi, dobbiamo chiederci: come Gesù ha amato?
Non è semplice racchiudere la dimensione di questo amore in poche battute, ma ci viene in soccorso ciò che dice Gv 13,1: “Dopo avere amato i suoi, li amò sino all’estremo”. E sappiamo che questa estremità riguarda sia l’arco della sua vita, sia il potenziale delle sue possibilità. Si tratta di un amore illimitato, cioè che non pone limiti ed esclude qualcuno dall’amore, neppure chi gli è ostile. Se amate soltanto quelli che vi amano – domanda provocatoriamente in Mt 5,46 – che cosa fate di speciale? E lui ne ha dato l’esempio arrivando a perdonare, espressione tangibile dell’amore, coloro che lo hanno messo in croce (Lc 23,34).
Quando preghiamo per le vittime dell’omo-transfobia non stiamo pregando soltanto per coloro che sono oggetto di aggressioni, insulti e discriminazioni. L’odio, qualsiasi forma di odio, fa più vittime di quanto può apparire. Perché anche chi odia è vittima dell’odio.
Questo non significa che le vittime siano tutte uguali: ci sono vittime innocenti e vittime che hanno scelto di odiare. Ma se non si accetta la logica della Croce che ha capovolto i valori del mondo, si finisce per ragionare come il mondo e per cercare di restituire le offese che si sono ricevute.
In un contesto differente, san Paolo dice che Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza per essere misericordioso verso tutti (Rm 11,32). Noi abbiamo un’intelligenza che ci permette di distinguere tra chi opprime e chi viene oppresso.
Ma lasciamo che sia l’amore di Dio a giudicare, perché vogliamo che sia l’amore ad avere l’ultima parola.
* don Gian Luca Carrega è docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà teologica di Torino ed è delegato per la pastorale della cultura e della pastorale con le persone omosessuali e i loro famigliari della Diocesi di Torino.
> Perché veglieremo per il superamento dell’omotransbifobia? Testimonianze e riflessioni
> Maggio 2021. Dove si veglierà per il superamento dell’omotransbifobia
> Cronache di ordinaria omofobia. Le vittime dal 2013 ad oggi
> In Veglia/ Interfaith Vigil/ Las vigilias IDAHOT. Il sito delle veglie
> Hai bisogno di aiuto? Contatta “Mi fido di Te”, il servizio di ascolto per cristiani LGBT e i loro genitori