Veglierò contro l’omofobia perché l’unico comandamento è l’amore
Riflessione di Daniele di Zaccheo gruppo Cristiani LGBT di Puglia
L’idea di comandamento che si è consolidata nella nostra mente nel corso del tempo è spesso legata ad una imposizione da parte dell’autorità, ad una legge gravosa e inappellabile, ad una forte limitazione della libertà, ad un cappio attorno al collo, ad una pesante palla di ferro al piede.
Questa era l’immagine di comandamento che avevano coloro che detenevano il potere ai tempi di Gesù, nei confronti dei quali egli utilizza parole chiare e incisive: “Guai anche a voi dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito” (Lc 11, 46). Gesù stravolge completamente questa visione delle cose, attribuendo al termine comandamento un significato inedito, carico di libertà e di nuova luce: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati” (Gv 15,12).
Cosa può esserci al mondo di più libero, di più vero, di più importante dell’amore? L’unico comandamento di Cristo è l’amore senza limiti, senza riserve, senza barriere né confini, proprio come il suo. Purtroppo ancora oggi molti che si dicono cristiani, che si autodefiniscono membri della Chiesa, non hanno colto la novità che Gesù ha portato con sé e continuano ad imporre ad altri norme di comportamento che tarpano le ali, che appesantiscono, che danno la morte anziché la Vita, dimenticando che egli ha detto: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35).
Come ieri anche oggi tuonano le sue parole contro coloro che discriminano, contro chi dice che “sei sbagliato, sei un malato da curare” solo perché hai un orientamento sessuale differente, contro chi impedisce di manifestare apertamente l’amore e di incontrare Dio: “Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito” (Lc 11, 52).
Per questo credo sia fondamentale vegliare ancora contro l’omotransbifobia, cioè avere il cuore sveglio e attento, per ricordare al mondo che non il pregiudizio o le crociate ideologiche ma l’amore è il testamento che Cristo ci ha lasciato, questa l’unica richiesta che ancora oggi ci rivolge.
E tu, come rispondi a questo invito?
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