Tante Veglie contro l’omofobia per sostenere il cambiamento nella società e nelle chiese
Articolo di Raffaele Crispo e Elvis Ronzoni pubblicato sul settimanale La Voce di Parma, numero 19 del 18 maggio 2021, pag.21
Anche quest’anno il 17 maggio in occasione della giornata internazionale contro l’omotransbifobia, tutto il popolo arcobaleno e non si riunirà per ricordare le tante persone che ancora oggi sono vittime di violenza e discriminazioni per il proprio orientamento sessuale o per l’identità di genere.
I primi ad organizzare occasioni di riflessioni e veglie saranno gli omosessuali credenti e i loro familiari grazie all’invito e al coordinamento de La Tenda di Gionata e all’impegno dei volontari del Progetto Gionata.
È dal 2007, ormai 15 anni, che le tante comunità di omosessuali presenti in tutta Italia si riuniscono in preghiera per ricordare chi ha sofferto e chi soffre per tali discriminazioni.
Anche quest’anno gli animatori del Progetto Gionata, coordinati dall’instancabile Innocenzo Pontillo hanno invitato i gruppi sparsi lungo tutto lo Stivale a scegliere un versetto della Bibbia sul quale riflettere ed incentrare le veglie. Così, sono state scelte le parole di Giovanni ( 15, 12) :” che vi amiate gli uni con gli altri come io vi ho amati” e su questo versetto e i successivi sono stati invitati tutti a mandare una propria riflessione a: gionatanews@gmail.com.
Sono arrivate e sono state pubblicate tante belle storie e tantissime testimonianze molto significative, tutte occasioni per dar voce non solo agli omosessuali, ai transessuali e ai bisessuali ma anche ai loro familiari ed amici. Purtroppo, dalla lettura di alcune di queste si evince che molti dei casi di intolleranza nascono proprio tra le mura domestiche o nelle comitive di amici.
Molti sì chiederanno perché ci sia il bisogno di vegliare ancora per le vittime dell’omofobia e la risposta la sta dando la società tutta che in gran parte sta chiedendo a viva voce di approvare il tanto dibattuto DDL Zan.
Nonostante le ragioni del popolo arcobaleno siano condivise da tanti, occorre ancora impegnarsi affinché ci sia un cambio di cultura e di mentalità che costruisca una società più inclusiva e rispettosa.
Dalla lettura delle tante testimonianze si capisce che c’è voglia e bisogno di vegliare soprattutto per le numerose vittime dell’omofobia ma anche per sperare in una Chiesa e in un’Italia migliore.
Tutti si augurano che ci sia maggior tutela e più protezione per chi soffre ingiustamente e i tanti gruppi di persone omosessuali credenti fanno “rete” sempre più.
Pertanto, l’invito è quello di continuare ad inviare le proprie storie per offrire serenità a chi soffre, e nel contempo unirsi alle tante veglie di preghiera che ci saranno il 17 maggio e i giorni successivi per riflettere sul senso e l’importanza dell’amicizia di cui ci parla Gesù attraverso l’apostolo Giovanni.