Rita da Cascia, la santa dell'(im)possibile
Riflessioni di Loris Cozzolino* autore della Pagina Facebook Ogni santo giorno
Il 22 maggio si fa memoria di Santa Rita da Cascia, monaca agostiniana. Non bisogna essere un agiografo per conoscere la storia di Rita che è una delle sante più venerate al mondo e considerata la più esperta in miracoli e grazie straordinarie, tanto da meritare il soprannome di “santa delle cause impossibili“.
Rita nacque intorno al 1380 nei pressi della cittadina umbra di Cascia e fino ad un certo punto la sua vita fu costellata di tragedie e lutti che mamma mia povera Santa Rita: si sposa giovanissima con un uomo che di mestiere fa il ghibellino cioè è un esponente di quel partito politico filoimperiale che si batte da tempo contro i guelfi filopapali ; il loro odio è così noto da meritare un’ iconica citazione da parte di Totó con “e che sono ghibellino io?!“.
Sta di fatto che presto il marito di Rita ci lascia le penne, ucciso dai rivali politici.
Rita è sola adesso con due figli che per indole e idee politiche somigliano molto al padre. Rita teme un escalation di violenza peggio dell’Orestea di Eschilo: “bisogna vendicare l’ucciso” ma da donna intelligente capisce che questa mentalità porterà all’estinzione della sua città nel giro di vent’anni e che la vendetta non rimargina e cura, ma apre e imputridisce le ferite.
I figli si ammalano e muoiono come mosche nel giro di pochi mesi. Rita ringrazia il Cielo per non averli fatto fare una fine peggiore e decide di entrare nel monastero agostiniano di Cascia dove, dopo lunghe trattative, riesce ad accedere nel 1407 e lì rimane fino al 1447 anno della sua morte.Santa Rita è patrona delle cause impossibile e non perché in pieno inverno lei malata terminale chiese ad una consorella di raccogliere rose e fichi nel suo giardino e questa le trovò belle rigogliose tra la neve.
Rita protegge gli impossibili perché è impossibile secondo la nostra logica che, in seguito a tanto dolore e tanta violenza, sia rimasta salda nella fede e ferma nella convinzione che violenza e vendetta non siano in alcun modo compatibili con Gesù.
Rita rende possibile a tutti l’occasione che il dolore non sia un’esperienza da cui uscirne distrutti e perduti ma una condizione in cui sentirsi più vicini a Cristo (che in fatto di sofferenza ne sa qualcosa!) e fiorire così come una rosa tra la neve!
* Loris Cozzolino, classe 1986, archeologo paleocristiano, passione smodata per l’agiografia, l’esegesi biblica e la teologia di genere. Non rassegnato ad un’immagine di Chiesa legalistica e respingente, nella marginalità e nello “scarto” vede il Volto del Cristo di Dio. Il suo blog di agiografie lo trovate al link https://www.gionata.org/tag/ogni-santo-giorno/
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