Per una teologia dell’omosessualità. Idee, sofferenza, consolazione e il travaglio del futuro
Recensione di Antonio De Caro* al libro “Per una teologia dell’omosessualità, Gli scritti del prete e politico di Genova che anticiparono Papa Francesco” (a cura di Luigi Accattoli, editore Luni, 2020, 144 pagine), quarta parte
Uno dei meriti di L. Accattoli, in “Per una teologia dell’omosessualità, Gli scritti del prete e politico di Genova che anticiparono Papa Francesco“, è di avere riportato i testi di Baget Bozzo (e di averne ricostruito il contesto) con l’onestà del giornalista e dello storico.
Le idee del sacerdote ligure emergono in modo limpido, netto, tendenzialmente oggettivo – anche se è chiara la tesi di Accattoli, che gli spunti di Baget Bozzo avrebbero anticipato, con lucidità quasi profetica, i concetti chiave del dibattito odierno.
Probabilmente occorreva questa prospettiva monografica per evidenziare le diverse sfaccettature del pensiero di Baget Bozzo su condizione omosessuale e fede cristiana: senza il lavoro di Accattoli esso sarebbe rimasto poco noto, e questo è uno dei motivi (non l’unico) per cui il suo nome è assente dalla bibliografia essenziale per chi intende studiare e proseguire questa riflessione.
Ad esempio, il dossier Cercate il suo volto. Riflessioni teologiche sull’amore omosessuale (agosto 2019), di cui sono stato curatore, ha avuto l’obiettivo di raccogliere gli apporti teologici degli ultimi due decenni, già pubblicati sul Portale Gionata (www.gionata.org) e di sistemarli in un insieme coerente, così che non vadano dispersi e possano servire come base per ulteriori approfondimenti: se gli scritti di Baget Bozzo non vi sono stati inseriti, è semplicemente perché essi non sono presenti sul Portale Gionata, cioè non sono stati notati o considerati effettivamente portatori di novità feconde per l’evoluzione del pensiero in questo ambito.
Proprio grazie al libro curato da Accattoli oggi posso spiegarmi meglio queste ragioni. Baget Bozzo, su questo come su altri temi, non ha avuto un pensiero univoco, non ha seguito in modo coerente una linea evolutiva. Tale aspetto può essere considerato un pregio, come capacità di adattarsi e aderire alle diverse sollecitazioni della realtà storica.
Ma non posso, non possiamo dimenticare la vera posta in gioco, che non è un giudizio accademico più o meno favorevole all’eclettismo di un eccentrico pensatore. Quando un politico, un religioso, la stessa Chiesa si pronunciano sull’identità e sulle relazioni delle persone omosessuali, in termini di maggiore o minore accoglienza, tali affermazioni hanno il potere di lenire o provocare molta sofferenza.
Ed è per rispetto nei confronti di questa sofferenza che mi sentirei di proporre solo con molta cautela e qualche perplessità le idee di Baget Bozzo sull’omosessualità come possibili direzioni evolutive di una «teologia dell’omosessualità» che ha bisogno di un solido ed affidabile progetto e non può deludere le sofferte speranze di chi cerca intensamente una ri-conciliazione fra l’amore omosessuale e la fede cristiana.
Al di là di una generica, talvolta paternalistica, compassione (che, se va bene, rimane solo su piano privato e pastorale), gli omosessuali credenti hanno bisogno di una nuova interpretazione biblica, morale e spirituale della loro vocazione. È quello che sta avvenendo in Europa settentrionale, ad onta della mediocrità teologica con cui la Chiesa Cattolica ufficiale continua a condannare le relazioni omosessuali come non conformi al disegno di Dio.
Il discorso teologico elaborato oggi, con strumenti seri, nell’area germanica sviluppa proprio quegli spunti – già presenti nella teologia statunitense – che vengono presentati al cap.2 dell’antologia (La condizione omosessuale, pp. 37-46) e a cui Baget Bozzo guardava con una certa diffidenza, preferendo posizioni più tradizionali e prudenti, che rischiano di ritardare indefinitamente i processi di liberazione, anche a causa della mai sopita opposizione dei gerarchi e dei reazionari.
Se vuole presentare un volto di Dio coerente con il Vangelo di Gesù Cristo, e quindi capace di sostenere e guidare il cammino degli esseri umani verso la pienezza dell’amore, la Chiesa Cattolica Romana non può più permettersi ambiguità, incoerenze, ritardi: e se guardo alla trasformazione delle idee di Baget Bozzo sull’omosessualità, alle sue resistenze e al suo percorso verso la destra, non riesco ad intravedere – al di qua o al di là delle sue proposte – un volto di Dio capace di proteggere e promuovere il cammino degli omosessuali credenti verso una reale integrazione della loro identità morale nella società e nella Chiesa.
Sono comunque grato a Luigi Accattoli per avere, con questa raccolta, rilanciato l’interesse per una questione attuale e vitale per molti: lo interpreto come un segno non solo di stima per Baget Bozzo, ma anche di sensibilità per il tema “fede e omosessualità”, assolutamente non scontata da parte di un giornalista e studioso che ha già tanta esperienza alle spalle eppure si lascia interpellare dal nuovo, manifestando grande rispetto ed apertura.
Accattoli riconosce apertamente che, per apprezzare Baget Bozzo, occorreva conoscerlo e non solo leggerlo (p. 120). Dalla lettura di questo libro ho tratto l’impressione di una ricca preparazione, di un’intelligenza vivacissima, di un’affascinante chiarezza espressiva e anche di un palese coraggio, quello che lo ha portato a difendere il proprio impegno socio-politico e a sostenere le ragioni della condizione omosessuale malgrado i divieti della Chiesa.
È vero, la conoscenza storica diviene possibile solo dopo che è passato un po’ di tempo e si guarda al passato da una certa distanza: nelle contraddizioni e nelle incongruenze di Baget Bozzo anche sulla “teologia dell’omosessualità” – che emergono dai documenti curati da Accattoli – percepisco non solo la conflittuale evoluzione di un pensiero individuale, ma i chiaroscuri e i paradossi della Chiesa Cattolica Romana in generale, che oggi risaltano in modo ancora più incisivo.
Il messaggio di papa Francesco, a più livelli, ha innescato molti effetti di “corto circuito” e ha fatto conflagrare le tensioni fra visioni della Chiesa diverse e divergenti.
Le reazioni suscitate dal Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha negato la benedizione alle coppie omosessuali, negli stessi mesi in cui anche in Italia si fa strada, faticosamente, una proposta di legge contro l’odio omofobico, rivelano che è in corso questo conflitto fra un approccio integralista e uno aperto agli stimoli di un umanesimo della complessità.
Il libro che ho provato a capire mostra come Baget Bozzo ha avvertito questa dialettica e ha, a suo modo, cercato una mediazione. A mio giudizio, si tratta di una mediazione poco evolutiva e, sinceramente, spero oggi in qualcosa di meglio: ma ho provato un autentico brivido quando ho letto a p. 84 queste parole del 1992, che sembrano davvero ispirate dalla situazione attuale: «a un certo momento le diversità tra morale della gerarchia romana e la sensibilità del popolo fedele spezzeranno la Chiesa cattolica dall’interno».
* Antonio De Caro, classe ‘70, esperto di cultura grecolatina, vive e insegna materie umanistiche e collabora con l’associazione “La Tenda di Gionata” e col settimanale cristiano Adista. Ha edito l’ebook di riflessione teologica “Cercate il suo volto. Riflessioni teologiche sull’amore omosessuale“ (Tenda di Gionata, 2019) e il saggio “La violenza non appartiene a Dio. Relazioni omosessuali e accoglienza nella chiesa” (ed. Etabeta, 2020, 214 pagine).