Perché è ancora così difficile accogliere una coppia omosessuale?
Testimonianza di Carola e Francesca tenuta nella Veglia di Riconciliazione, Preghiera e Benedizione con e per le persone omo e transessuali tenuta nella Parrocchia cattolica di San Luca a Parma il 27 maggio 2021
Scriviamo questa testimonianza dopo aver constatato che è ancora difficile essere accettate come coppia omosessuale. Non pretendiamo che tutti ci accettino, ma l’atteggiamento di altre persone adulte ci fa molto dispiacere, non tanto per noi, ma quanto per il riscontro di un modo ingiusto di comportarsi che è anche segno di stupidità e di offesa (siamo state derise durante la cena in un locale dagli stessi gestori…).
Sono Carola, ho 44 anni. Mi ritorna alla mente questo versetto: “Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.
Il volto del Signore lo contemplo nelle persone che incontro ogni giorno nella vita; o almeno, questa è la “teoria” che ho sempre creduto di saper bene a memoria. La pace, però, è stata qualcosa che mi è sempre sembrato di inseguire, senza raggiungerla mai. Quando il mondo si è fermato, lo scorso marzo, pensai che avrei avuto un’occasione irripetibile di prendermi un tempo e fermare anche io i pensieri, le inquietudini…. invece, sono stata catapultata in una centrifuga di emozioni forti; e proprio in mezzo a quei momenti tribolati, ho incontrato Francesca.
All’inizio, pensavo a una “pazzia” del destino; piano piano, invece, qualcosa di profondo si è andato aprendo cammino, in mezzo alle nostre storie ferite che ci siamo consegnate l’una nelle mani dell’altra.
Francesca mi sta facendo presente la tenerezza amorosa di Dio, nel suo accogliermi così come sono; non scappa di fronte alle mie ombre, forse le fanno un po’ paura, ma lei resta. Mi provoca ad essere una persona migliore, ogni giorno. A passare dal mio “io” al “noi”; e questo, per me, presuntuosamente autoreferenziale, è il più grande miracolo.
Fin dagli inizi del nostro cammino, che oggi compie 1 anno, mi ha invitata a sperimentare la tenerezza di Dio; a cercare il suo volto; e a “costruire sulla roccia”. Di fianco a lei, Dio mi è più visibile. Perciò, per il dono di lei, lo benedico.
Sono Francesca ho 42 anni e proprio oggi festeggio il primo anno insieme a Carola. Mi sento di dover ringraziare Dio per l’incontro con lei, in piena pandemia. Ci siamo ritrovate durante un aperitivo online con alcune ragazze da tutta Italia quasi tutte appartenenti a gruppi lgbt cristiani.
Ho scoperto in questi gruppi la ricchezza e il bello di poter seguire Gesù a partire dalla mia condizione. Frequento la Chiesa cattolica fin da adolescente ma solo negli ultimi anni, dopo una ricerca mia personale di rapporto con Dio, ho ricevuto la grazia di incontrare nuovi amici sul mio cammino, con i quali poter proseguire il mio rapporto con Gesù.
Non ho mai smesso di credere in Lui, ma avevo bisogno di questa “nuova Chiesa” fatta di diversità, di umanità, di accoglienza, e di speranza.
Nel rapporto con Carola riscopro un’unità che scaturisce dal guardare lo stesso orizzonte, nonostante le nostre differenze caratteriali e i ritmi frenetici che dobbiamo sostenere nella quotidianità. Il rapporto con lei è occasione per uscire da me, e attraverso il rapporto con Dio, imparo giorno dopo giorno a volerle bene, a desiderare il suo bene.
Più passa il tempo, più vedo la volontà di Dio nelle nostre vite, e mi accorgo della tenerezza che Lui ha per noi nei gesti quotidiani che ricevo da lei e che provo a darle. Rispetto a prima, posso dire che oggi è un’altra vita nella vita, perché non sono più sola e mi accorgo che quando guardo e penso, penso per entrambe, e che più di tutto la sua felicità è la mia.
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti gli amici qui presenti e non, responsabili dei gruppi, ai genitori, testimoni di Dio presente, e che illuminano la nostra strada.