Pregando on line con le persone LGBT ci siamo sentiti parte di tutta la comunità cristiana
Testimonianza di Angela e Gennaro letta nella Veglia di Riconciliazione, Preghiera e Benedizione con e per le persone omo e transessuali tenuta nella Parrocchia cattolica di San Luca a Parma il 27 maggio 2021
La nostra vita in questi ultimi tre anni ha subito un’accelerazione vertiginosa passando da esperienze diverse, molto spesso dolorose, che si sono susseguite una dopo l’altra trasformandola in un modo che non avremmo mai immaginato.
La scomparsa delle nostre mamme nel 2018, le difficoltà di uno dei nostri figli, la mia pensione dopo 43 anni di lavoro, poi nell’estate del 2019 la scoperta della malattia oncologica di Angela è stata la prova più grande, tanto che neppure l’avvento del COVID con la sua tragicità ci ha sconvolti così tanto.
Con la malattia siamo entrati in una dimensione che ha richiesto tutta la nostra forza interiore, mettendo alla prova la nostra piccola e fragile Fede nell’incontro con il mondo di sofferenza e dolore che ci si era aperto davanti.
Poi nel 2020 è arrivato il Lockdown, e con Angela ci siamo trovati fianco a fianco nel sostenerci; abbiamo cominciato a sentire il bisogno di un conforto più grande, con la preghiera, che però in quei mesi era solo tra di noi.
Tuttavia più passava il tempo, più sentivamo che non ci bastava. E’ subentrato forte il desiderio di condividere la nostra sofferenza anche con altri, magari con gli amici del nostro gruppo sposi…. ma era così difficile trovare momenti comuni. Quando meno ce lo aspettavamo ecco che qualcosa è capitato, qualcuno è venuto in nostro soccorso…
I nostri amici Michela e Corrado una sera ci hanno fatto una proposta: dall’inizio del lockdown loro si trovavano a pregare on line con un gruppo di persone che noi non conoscevamo, persone legate da una comune esperienza nel mondo LGBT e ci hanno chiesto se volevamo partecipare insieme a loro collegandoci al mattino per la recita delle Lodi.
Questo mondo LGBT per noi era sconosciuto, una realtà lontana, ma quando Corrado e Michela ci avevano raccontato del loro figlio Simone e della loro esperienza, questa realtà è entrata anche nella nostra vita senza per questo scandalizzarci.
Era ottobre 2020 quando ci siamo collegati, dapprima in un modo saltuario, poi più il tempo passava, più ogni mattina ci svegliamo con il desiderio di fare presto: la casa di Cornelio, così si chiama questo momento di preghiera, ci aspettava per aprirci ogni mattina le sue porte.
Angela
Ringrazio il Signore per avermi fatto conoscere le persone della casa di Cornelio; la mattina quando ci colleghiamo ci si apre una finestra sul mondo perché ci sono persone che vengono da ogni parte d’Italia e anche dall’estero…. ci si saluta, si prega insieme e viene spontaneo raccontarci gioie e dolori della nostra vita quotidiana.
Ho trovato subito in loro dei valori che non sono sempre così scontati nella gente che incontri, per esempio l’Accoglienza: si mette da parte tutto per stare con chi arriva, o la Condivisione dei propri pensieri, senza paura di essere giudicati, senza alcuna soggezione perché ci si sente capiti, ascoltati con attenzione, con amore e anche con rispetto.
Ci parliamo col cuore, con estrema sincerità, senza riserve e siamo vicini a chi piange come a chi esprime una sua gioia. Abbiamo scoperto che accogliendoci e pregando così, ci facciamo un dono reciproco. La casa di Cornelio è come una famiglia dove non sei più solo, ed oggi questo quanto è importante!
Ho imparato anche a conoscere la preghiera delle Lodi che prima non apprezzavo, non comprendevo pienamente… senti lo Spirito che lavora dentro di te. A volte impari a sentire che nel tuo cuore abita una pace senza la quale non riesci a pregare bene, e spesso parole prima senza significato acquistano un senso.
Niente è superficiale, e in ogni singola parola delle Lodi, che magari ti era anche sfuggita, c’è un mondo che si apre davanti a te. Nella casa di Cornelio c’è un clima che ti ispira a sentirti più vicino a Gesù. Io sento che c’è una sensibilità particolare, una profondità d’animo che non è facile incontrare in altre persone.
C’è Padre Giovanni col suo viso quasi sempre sorpreso e incantato, come quello di un bambino, ma sempre profondo nei suoi interventi, ci sono Don Antonio da Biella, padre Franco dal suo eremo in Calabria, Vincenzo da Madrid, Gianni con la sua sapienza frutto di anni di ricerca e di dolore; c’è Marisa con la sua simpatica parlata romagnola, Mara e Agostino sposi e nonni, Matteo e Miriam con il loro desiderio di creare una famiglia pur con le loro difficoltà… tante e tutte belle persone.
Ho sempre pensato che chi ha avuto delle grandi sofferenze è più sensibile al dolore degli altri, forse perché anche per me è stato un po’ così e questo continuo a vederlo in queste persone, qualunque età abbiano.
Sono ormai 8 mesi che condividiamo questa esperienza e da quel primo giorno di ottobre in cui abbiamo cominciato, ci sentiamo più felici di svegliarci al mattino perchè ci sono loro che ci aspettano; ci chiediamo come sarà andata a finire la storia di uno o dell’altro e ormai anche ad occhi chiusi riconosciamo la loro voce.
Davvero lo Spirito è capace di lavorare sempre, anche con chi pensa di non avere più nulla da dare. E’ Lui che ci ha chiamati, che ci ha voluti lì e che ci fa sentire che è più quel che riceviamo di quello che diamo e che la Diversità è una grande Ricchezza.
Me lo hanno insegnato queste persone che hanno davvero voglia di stare con Gesù e sono estremamente bisognose di sentirsi amate da Lui ed accolte da tutta la comunità cristiana.