Basta nascodimento. Nel mese del Pride Aston Martin promuoverà il rispetto delle persone LGBTQ+ in F1
Articolo pubblicato sul sito dell’emittente ESPN (Stati Uniti) il 1 giugno 2021, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Ringrazio mia moglie Katya Parente per avermi segnalato l’articolo (Silvia Lanzi).
Martedì la scuderia di Formula Uno Aston Martin ha annunciato una partnership con il movimento Racing Pride, che inizierà a giugno, per far crescere la consapevolezza della diversità LGBTQ+ nel mondo tutto al maschile di questo sport.
Racing Pride è stato fondato nel 2019 per dare visibilità alla comunità LGBTQ+ negli sport legati ai motori e per combattere idee sbagliate e stereotipi negativi.
L’Aston Martin ha dichiarato che la campagna sarà attiva per il mese del Pride, facendo così il paio con l’iniziativa della Formula 1 #WeRaceAsOne. I loghi del Racing Pride saranno visibili sulle automobili al Gran Premio di Francia del 20 giugno.
“Mi congratulo con le persone che hanno favorito il dibattito sull’inclusione” ha dichiarato, insieme al canadese Lance Stroll, il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel. Il pilota tedesco ha aggiunto che “Al tempo stesso sono consapevole che bisogna fare di più per cambiare atteggiamento e cambiare tutti gli atteggiamenti negativi”.
Richard Morris, cofondatore del Racing Pride, che corre nel campionato di endurance Britcar, ha detto che il coinvolgimento del pilota è altamente significativo: “La portata che avrà è qualcosa che farà davvero la differenza”. Morris ha ricordato il giorno del 2018 in cui, con le mani che gli tremavano, annunciò di essere gay: la reazione fu assolutamente positiva, e da allora le sue performance sportive sono migliorate.
Prima di allora aveva temuto di non corrispondere allo stereotipo del pilota, non sapendo se sarebbe stato accettato o se c’erano altri come lui: “L’Aston Martin è stato il primo team del suo livello a dire in modo diretto ed esplicito alla comunità LGBTQ+ ‘Voi valete, noi vi sosteniamo, siete apprezzati’, e questo ha avuto impatto enorme, di vasta portata”.
I dirigenti dell’Aston Martin, di proprietà del milionario padre di Stroll, Lawrence, e sponsorizzata dal gigante tecnologico Cognizant, hanno detto che terranno workshop, sessioni di coaching e seminari per i membri del team.
Morris ha aggiunto che, anche se l’omofobia diretta e aggressiva è rara negli sport motoristici, bisogna affrontare e combattere anche l’uso casuale del linguaggio omofobo: “Esso crea, per le persone che si avvicinano allo sport, un’aspettativa su come dovrebbero essere, e io ho passato molto tempo a cercare di essere quella ‘persona’. Parlare in questo modo dell’essere gay nello sport, e del Racing Pride, mi permette di essere la persona che sono invece della ‘persona’ che dovrei essere”.
Il direttore dell’ufficio stampa F1 dell’Aston Martin Matt Bishop ha detto che molto è cambiato da quando, negli anni ’90, è arrivato in Formula 1 come giornalista apertamente gay prima di lavorare per la McLaren. Dice di essersi sentito “l’unico gay del villaggio”, ma le e-mail arrivategli nel corso degli anni gli hanno dimostrato che non era così.
“Dicevano… ‘Sono un meccanico o un ingegnere, e vorrei poter fare coming out. Devo avere una vita segreta. Non posso ammettere con i miei colleghi di essere gay’. Anche nel 2021 ce ne sono di tanto in tanto, persone che vanno avanti così da forse quindici o vent’anni.”
Da quando è iniziato il campionato mondiale di Formula 1 nel 1950, hanno gareggiato solo tre piloti LGBTQ+ (almeno di cui si sappia), e nessuno lo ha fatto dopo gli anni ’70. Tutti e tre sono già morti.
Testo originale: Aston Martin team to promote LGBTQ+ awareness in F1