Come prete ho compreso che “una Chiesa che smette di confrontarsi, inizia a scomunicare!”
Email inviataci da don Gabriele
Mi presento… sono un giovane sacerdote Cattolico Romano della Liguria. Vi seguo da diverso tempo con molto interesse. Cerco sempre di tenermi aggiornato su quelle che alcuni miei confratelli definiscono “questioni delicate e spinose” oppure “problematiche“. La formazione familiare e religiosa mi ha formato all’idea di libertà per tutti. Sono stato cresciuto con questo ideale: “l’umanità precede tutte le qualità. Vuoi essere un buon cittadino, un buon cristiano e una persona buona? Resta umano e accogliente!“.
Nella mia mente dire “libera Chiesa in libero Stato” implica cose difficili e contrastanti:
1- Che la Chiesa possa essere libera di autodeterminarsi e di compiere il proprio ruolo di edificazione del Regno di Dio nel mondo;
2- Che lo Stato sia realmente libero di autodeterminarsi al di là della Chiesa e, a volte, addirittura in aperto contrasto;
3- Che la Chiesa possa suggerire o sottolineare alcune difficoltà in campo civile, politico e sociale ai propri fedeli, ma senza imposizioni e scomuniche.
Se già la posizione della CEI resta a tratti difficile da condividere… figuratevi aver letto stamani l’intervento di qualcuno che della Città del Vaticano (stato estero! concetto differente dalla Sede Apostolica), qualcuno di autorevole, che si intromette così pesantemente su questioni interne italiane! Il fatto che non ci sia la firma del capo dello Stato Vaticano su un atto così grave è confortante (anche se ritengo difficile, se non impossibile, che il Papa non sia informato della cosa).
Personalmente, al di là anche della mia adesione personale a certe questioni e scelte ecclesiali, ritengo che ogni Chiesa e confessione religiosa debba essere libera di autodeterminarsi al proprio interno. Ma con alcuni limiti:
1- L’autodeterminarsi non può mai essere contro i più piccoli e mai contro i fratelli e le sorelle più fragili;
2- Il dover portare “il Regno” nel mondo civile non può essere una scusa per creare nuove discriminazioni, peggiorare lo stato di chi è già discriminato oppure ignorare le discriminazioni già esistenti;
3- Tutte le interazioni extraecclesiali con la società civile devono avere carattere propositivo e positivo. Questo anche quando si tratta di azioni correttive!
Che dire? Vedremo come proseguiranno le cose. Il rischio di tirare in ballo il concordato per esigere un cambiamento di rotta è alto perché, forse in Vaticano e alla CEI lo hanno dimenticato, il concordato è certo un accordo tra stati ma più a livello di “concessione”. Inoltre non va dimenticato che i diaconi, i sacerdoti e i vescovi sono (il più delle volte) CITTADINI ITALIANI!
Questo aggiunge stranezza a stranezza perché, per fini religiosi, il concordato crea una sorta di categoria di italiani “a statuto speciale”. Ovviamente questo garantisce e favorisce la possibilità di portare avanti nella libertà l’azione ecclesiale, ma… resta una CONCESSIONE! Non so quanto convenga tirare la corda.
Nel marasma di un mondo politico italiano inadeguato e impreparato al proprio compito… speriamo che si scelga di proseguire il normale iter democratico della legge a prescindere dall’esito finale. La democrazia parlamentare deve avere la meglio su tutto.
Siamo alla vigilia del sinodo italiano e mondiale della Chiesa Cattolica Romana… è ora di aiutare la nostra amata Chiesa a cambiare e tornare al Vangelo! Lo dobbiamo fare con gli strumenti adeguati, ma farlo. È ora di tornare all’umanità tipica di Dio: Gesù.
Una Chiesa che smette di comunicare si indurisce, diventa farisaica e smettere di essere “Cattolica” cioè universale! Quando la Chiesa inizia a vedere nemici ovunque allora diventa la chiesa della morale e del Diritto Canonico.
Se perdiamo i sacrosanti principi di:
1- autodeterminazione
2- discontinuità nella continuità
3- disobbedienza nell’obbedienza
4- comunicare sempre.
Se li perdiamo… siamo perduti. Ben vengano gli atti pacifici, ma significativi, di disobbedienza nell’obbedienza. Io per il mese del Sacro Cuore, mese pride, ho scelto un cinturino per l’orologio arcobaleno che indosso e indosserò fino a fine mese. Piccoli segni potenti che entrano nelle menti e aiutano a cambiare.
Ogni giorno davanti al Santissimo mi ripeto le parole di Gesù “chi non raccoglie con me, disperde“. Una Chiesa che smette di comunicare, inizia a scomunicare!
Stiamo attenti…