L’Avvento e la trasformazione
Riflessioni bibliche di Alton B. Pollard III, Shively T. J. Smith e Michael Joseph Brown tratte dal sito Out in Scripture (Stati Uniti) del dicembre 2012, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Mentre scorre l’Avvento, questa domenica incontriamo ancora Giovanni Battista. Senza mezze parole ci dice che chi crede deve agire nella giustizia e nell’amore di Dio. Luca 3,7-18 narra di un conflitto tra Giovanni Battista e la folla che è giunta fin lì per ascoltarlo. Aspettate un attimo! Forse dopo tutto non è un conflitto. Giovanni, che vive ai margini della società, dice alla folla di “fare opere degne della conversione” (Luca 3,8). Questa scena è registrata anche in Matteo 3,1-12. Lì Giovanni si rivolge ai Farisei e ai Sadducei, ma nel nostro testo parla all’intera folla. In Matteo nulla scioglie la tensione del conflitto, ma nel passo di oggi la tensione si scioglie rapidamente. Giovanni sfida chi lo ascolta ad agire in modo da dimostrare che hanno cambiato modo di pensare. È una sfida che rivolge anche a noi.
Molte persone LGBT sperimentano l’ipocrisia quando hanno a che fare con chi crede di essere aperto e tollerante. Costoro dicono di apprezzare la diversità, inclusa quella sessuale, ma continuano a comportarsi in modo da perpetuare l’emarginazione delle persone LGBT.
La chiesa, in particolare, può creare difficoltà perché è un luogo della nostra società in cui spesso si odono messaggi contraddittori. Una grande congregazione afroamericana, per esempio, dichiara di accettare tutti i figli di Dio, ma in silenzio rifiuta di celebrare una cerimonia che suggelli una relazione omosessuale, anche se tali cerimonie sono permesse dalla denominazione di appartenenza. Il versetto “Fate dunque opere degne della conversione” significa che la nostra prassi deve coincidere con la nostra retorica (Luca 3,8).
Quando vi siete trovati in situazioni in cui le azioni di una persona non coincidevano con ciò che diceva di credere? Come vi siete sentiti, e cosa avete fatto?
La risposta della folla a Giovanni evidenzia l’importanza della prassi: “Che cosa dobbiamo fare?” (Luca 3,10). Questa è la buona novella del passo di oggi: c’è qualcuno che è disponibile a fare opere degne della conversione. Ci sono individui e comunità disponibili a rispondere all’esigenza del vangelo di trasformare la società.
Anche se questo implicherà un attento esame dei loro atteggiamenti e comportamenti, sono disponibili a guardare più a fondo la loro vita per il bene del nuovo mondo da creare. Shively T. J Smith commenta “In questo passo del vangelo di Luca l’autore invita chi ascolta a riflettere sul motivo per cui risponde all’attività di Dio all’interno del mondo.”
Nel passo di oggi la gente è descritta come “in attesa” (Luca 3,15). È eccitata perché è aperta al movimento di Dio. Shively aggiunge “A prescindere dalle nostre posizioni sociopolitiche, dall’origine famigliare e dal genere, siamo chiamati non solo a credere alla venuta di Cristo, ma di vivere la nostra vita in modo da riflettere l’amore giusto e compassionevole di cui facciamo esperienza in Cristo.” Nella stagione di Avvento celebriamo il movimento di Dio che trasforma le comunità in luoghi accoglienti per gli individui LGBT.
Quando avete esaminato i vostri atteggiamenti e comportamenti solo per constatare che erano in conflitto con l’esigenza del vangelo di trasformare la società? Cosa avete fatto per convertirvi e conformarvi alla parola di Dio?
Filippesi 4,4-7 ci ricorda che quando abbracciamo tale pensiero e prassi trasformativa, ci apriamo e apriamo le nostre comunità a uno stare al mondo radicalmente nuovo. Paolo dice “E la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4,7). In un altro testo Paolo parla della vita cristiana come di una vita di pace (Romani 5,1). Quando le persone LGBT e chi le sostiene adotteranno una visione e una prassi comunitaria inclusive, allora vivranno ciò che “sorpassa ogni intelligenza” (Filippesi 4,7).
In risposta a questa nuova visione comunitaria Alton Pollard dice “Questa è una parola che parla alle persone come voi e me, che conoscono alti e bassi, ma che vanno in chiesa perché devono, che cercano il divino perché devono.
Ci rallegriamo perché ci riuniamo, perché abbiamo sentito la buona novella che gente di tutti i luoghi, il disperato e chi aspetta con fiducia, l’affamato e il ben nutrito, l’umile e l’esaltato, tutti sono accettati alla presenza di Dio. È una realtà che fa gioire il cuore, libera il prigioniero e accelera ogni pulsazione.
Afferma la verità senza condizioni, senza restrizioni, senza riserve, senza limiti. È l’affermazione risonante della nostra esistenza incarnata, dell’amore per il proprio genere e quello opposto, dell’uguaglianza di genere, dell’amore supremo.
Abbiamo bramato e aspettato, vigilato e pregato, creduto e sperato, combattuto e atteso questo giorno annunciato. Se questo non è anche il significato finale della nascita del bambino di Maria e Giuseppe, allora qualsiasi altra cosa significhi, non giova a nulla.”
Quali sarebbero alcune caratteristiche significative di una nuova comunità con una visione che accolga tutte le persone? Dove avete visto dei bagliori di questa comunità?
Il gioire è il tema anche di Sofonia 3,14-20 e Isaia 12,2-6. Acutissime per i membri della comunità LGBT sono le parole del profeta Sofonia, che dice “Ecco, in quel tempo io sterminerò tutti i tuoi oppressori. Soccorrerò gli zoppicanti, radunerò i dispersi, li porrò in lode e fama dovunque sulla terra sono stati oggetto di vergogna” (Sofonia 3,19).
Quando l’oppressione sarà solo un pallido ricordo e coloro che una volta erano emarginati saranno accettati – senza stigma, ma anzi con lode – allora le profezie che accompagnano la venuta di Gesù si realizzeranno pienamente. Ci può essere una comunità più gioiosa di quella in cui tutta l’umanità può unirsi fino a essere una cosa sola?
Preghiera
Dio amorevole della creazione, trasformaci.
Trasforma le nostre parole
negli atti della tua giustizia e del tuo amore.
Trasforma le occasioni di conflitto
in possibilità di unione.
Nel nome di Gesù, Amen.
Testo originale: 3rd Sunday of Advent, Year C: What should we do? (PDF)