Per opporsi all’omofobia bisogna denunciarla per renderla visibile
Articolo di Ben Hunte pubblicato sul sito del BBC News Services (Gran Bretagna) il 9 Ottobre 2020, liberamente Tradotto da Vanessa Guadagnini
Due anni fa, il cinquantenne Tommy Barwick ha subito un’aggressione dopo il Pride di Londra (Gran Bretagna) . Per colpa delle condizioni in cui è stato ridotto, da allora è obbligato a usare la sedia a rotelle.
“Ho sentito delle urla dietro di me e degli insulti omofobi. Poi mi hanno colpito. Poi ho sentito la schiena rompersi e sono caduto a terra. Mi pestavano con i piedi sulla schiena,” ha detto Tommy – e imprecavano mentre era a terra e gli dicevano che “se lo meritava”.
“Il dolore era così forte. Continuavo a perdere e riprendere conoscenza. Pensavo che sarei morto, lo pensavo davvero. Pensavo che non avrei mai più rivisto mia figlia,” ha continuato Tommy, ricordando quella drammatica esperienza.
Questa aggressione omofoba – cioè basata sui pregiudizi contro le persone LGBT – fa parte di un’impennata di casi di questo tipo, avvenuta negli ultimi cinque anni.
Nuovi dati ottenuti dalla BBC da tutte le 45 Forze di Polizia del Regno Unito dimostrano che il numero dei casi di crimini d’odio omofobi denunciati è quasi raddoppiato – da 6.655 tra il 2014-15, l’anno in cui il matrimonio tra persone dello stesso sesso è diventato legale in Inghilterra, a 18.465 nel 2019-20.
Secondo i dati ottenuti tramite le richieste di “Freedom of Information”, lo scorso anno [2019, n.d.t.] si è verificato un aumento del 20% delle denunce alla polizia di crimini d’odio omofobi. La polizia ha affermato che questo incremento potrebbe riflettere un maggiore senso di sicurezza nel denunciare questo tipo di crimini. Ma le organizzazioni LGBT affermano di aver assistito a un aumento delle persone che hanno subito questi crimini d’odio e che ciò potrebbe solamente essere la “punta dell’iceberg”.
L’aggressione ha fatto sprofondare Tommy nel dolore – e questo ha significato perdere i suoi mezzi di sostentamento perché non è più stato in grado di gestire il suo negozio.
“Mi è stata strappata la vita. Non posso giocare con mia figlia come facevo di solito. Non dormo. Ho dei flashback. Sono finanziariamente rovinato,” ha raccontato alla BBC.
Ma i suoi aggressori non sono mai stati trovati. La polizia si è scusata per il modo in cui è stato trattato il caso e la BBC ha potuto vedere la lettera di scuse inviata a Tommy.
“Vorrei rinnovare la mie scuse per l’assenza di un contatto personale con gli agenti dopo l’aggressione subita. È chiaro che Lei è rimasto deluso dal servizio ricevuto e questo non è accettabile,” gli ha detto la polizia. Però Tommy non è soddisfatto.
“Mi è stato detto che il mio caso è stato gestito male e che d’ora in poi addestreranno meglio i loro agenti. Ma questo non mi è d’aiuto. Non ho molta più fiducia in loro.”
Un crimine d’odio (in Gran Bretagna) è un reato che nasce da sentimenti di “ostilità o pregiudizio” verso altre persone a causa di fattori come la razza, la religione o il loro orientamento sessuale. Questo significa che il pubblico ministero può appellarsi alla corte per far aumentare la condanna dell’autore del reato.
Questo tipo di casi di crimini d’odio basati sull’orientamento sessuale sembrano essere aumentati in molte zone dell’Inghilterra:
Nel West Yorkshire, i casi sono saliti da 161 nel 2014-15 a 1.093 nel 2019-20
Negli stessi anni, i casi nel Merseyside sono saliti da 65 a 678
Quelli nell’Essex da 97 a 53
La Polizia Metropolitana di Londra ha visto salire le denunce da 1.549 a 3.013
La Greater Manchester Police ha visto salire le denunce da 423 a 1.231
La polizia dell’Hertfordshire ha registrato 176 di questi crimini nel 2018-19, che sono saliti a 495 nel 2019-2020
La polizia del Northamptonshire, negli stessi periodi, ne ha registrati 82 e 177 .
Charlie Graham, una ventunenne del Sunderland, afferma che subire un crimine d’odio come l’omofobia fa semplicemente parte della sua vita.
Charlie è stata aggredita diverse volte negli ultimi tre anni – e, in seguito alla più recente aggressione avvenuta alcuni mesi fa, è stata picchiata e lasciata a terra coperta di sangue.
“Ho veramente toccato il fondo dopo le prime due aggressioni, al punto tale che ero sprofondata in un buco e non volevo uscirne,” ha affermato Charlie riguardo le conseguenze delle aggressioni. “Avevo pensieri suicidi, bevevo, me ne fregavo del mondo.”
Come nel caso di Tommy, anche gli assalitori di Charlie non sono mai stati trovati. La polizia che si è occupata del caso si è scusata. Nonostante queste terribili esperienze, Charlie si è rifiutata di modificare la sua vita e dice che nessun altro lo dovrebbe fare.
“Potrei fare molti esempi di casi che abbiamo trattato nel modo giusto,” ha affermato il vice commissario capo Julie Cooke, in prima linea per la comunità LGBT al Consiglio Nazionale dei Capi di Polizia.
“Ma soprattutto prendo seriamente quelli dove non abbiamo fatto bene. E dobbiamo fare in modo di poter migliorare e imparare da quelle volte in cui non abbiamo fatto bene,” ha aggiunto Cooke. “Gli episodi omofobici non vengono denunciati abbastanza, quindi vi invito a farvi avanti. E se non avete ricevuto la risposta che vi aspettavate, fatecelo sapere.”
Tuttavia, Nancy Kelley, l’amministratore delegato di Stonewall, l’organizzazione benefica LGBT, è del parere che questo incremento degli episodi di omofobia sia semplicemente dovuto a un maggior numero di denunce.
“Stiamo sicuramente assistendo a un importante aumento delle persone che si rivolgono alle organizzazioni LGBT in cerca di aiuto,” ha affermato Kelley. “Quindi temiamo che ci sia un aumento sostanziale delle persone che vengono attaccate a causa di chi sono e di chi amano.”
“Sappiamo che l’80% delle persone LGBT non denunciano i crimini d’odio. Quindi si tratta solamente della punta dell’iceberg.”
“Uno dei modi principali per cambiare questa situazione è renderla visibile e opporsi dicendo che nessuno di noi dovrebbe fare esperienza di questo tipo di odio e abuso.”
Testo originale: I thought I was going to die’ in homophobic attack