In Germania vogliamo una liturgia cattolica per le coppie omosessuali che “vedono il loro amore come una benedizione”
Dialogo di Kirsten Dietrich con padre Bernd Mönkebüscher sul portale Deutschlandfunk Kultur (Germania) il 9 maggio 2021, libera traduzione di Antonio De Caro
Una bandiera arcobaleno sventola sulla facciata della chiesa cattolica della comunità di San Bonaventura a Remscheid (Germania), segno di apertura e di solidarietà con le diverse identità di genere.
Quasi 100 parrocchie cattoliche (in Germania) hanno offerto celebrazioni di benedizione per innamorati dello stesso sesso. Il Vaticano le ha condannate. Ma la Chiesa cattolica non può rifiutare le benedizioni, afferma il sacerdote cattolico Bernd Mönkebüscher, sostenitore della campagna #liebegewinnt (L’amore ha vinto).
Kirsten Dietrich: Una coppia omosessuale vuole stare insieme in modo permanente – ufficialmente e vincolante. Dal momento che in Germania vale il matrimonio per tutti, questo in realtà non è più motivo di agitazione, tranne che nella Chiesa Cattolica. Perché dice ancora: una tale relazione non può e non deve essere benedetta, cioè posta sotto una speciale Grazia di Dio.
Lo ha chiarito in modo inequivocabile due mesi fa la Congregazione Vaticana per la Dottrina della Fede, alla quale vengono poste questioni fondamentali per la dottrina.
Non permettiamo che ci venga impedito di benedire – così afferma un gruppo di sacerdoti e diaconi cattolici che chiede che le benedizioni si celebrino (in Germania) da lunedì 10 maggio 2021, non solo, ma soprattutto per le coppie omosessuali, sotto il motto #liebegewinnt
Un gesto conciliante dopo il no da Roma
Bernd Mönkebüscher è uno degli iniziatori di questa campagna. È un parroco cattolico nella città di Hamm, in Westfalia, e invita alla liturgia di benedizione di domani nella sua chiesa parrocchiale – ora parleremo del motivo per cui lo sta facendo.
Signor Mönkebüscher, ci ha dovuto pensare a lungo prima di dire: Ora faccio davvero questo invito?
Bernd Mönkebüscher: Non ho dovuto pensarci a lungo, ma non ci ho pensato neanche da solo. Hanno detto di sì, ci sono diversi promotrici e promotori che invitano alle celebrazioni di benedizione nei giorni intorno al 10 maggio. E in questo gruppo di colleghe e colleghi abbiamo considerato, dopo il no di Roma e dopo una raccolta firme che ho iniziato con un collega, che firmare è una cosa, ma che c’è bisogno anche di un segno, di un gesto di riconciliazione.
Perché, dopo il responsum da Roma, quale coppia di innamorati omosessuali si rivolgerà poi a un prete chiedendo una benedizione? E abbiamo detto: in realtà noi vorremmo unirci a tutte le persone che si aspettano qualcosa dalla Chiesa, che vedono il loro amore come una benedizione e quindi chiedono anche una benedizione, vorremmo celebrare una liturgia con tutte queste persone e dare espressione a questa benedizione e a questa richiesta.
Celebrazioni di benedizioni nel Giorno della Memoria dell’Arcobaleno
Dietrich: #liebegewinnt, questo è il nome della campagna; ho contato sul suo sito web quasi 100 celebrazioni di benedizioni in forme molto diverse (anche se nel rispetto delle norme anti Corona-Virus). Mi sembra un’ottima risposta.
Mönkebüscher: È un’ottima risposta. Deve sapere che questa liturgia di benedizione non è del tutto nuova. Ci sono spesso, in molte parrocchie, le benedizioni delle coppie nel giorno di San Valentino, il 14 febbraio, dove sono invitate le coppie in cammino come innamorati. Le comunità le praticano da anni. E sospetto che molte chiese che lo hanno già fatto quest’anno, noi le stiamo invitando adesso di nuovo per il 10 maggio.
Anche per questa data di maggio abbiamo deciso consapevolmente di dare un segno per reagire al responsum da Roma. Inoltre, il 10 maggio è il giorno della memoria di Noè, cioè Noè della Bibbia, che esce dall’arca, al quale Dio nel segno dell’arcobaleno promette di non distruggere mai più la terra con un diluvio. Quando Dio fa alleanza con gli esseri umani.
Come segno di scoperta e riconoscimento della diversità sessuale, nella seconda metà del secolo scorso, l’arcobaleno è tornato ad essere significativo, ma è anche un simbolo biblico.
Formare le relazioni in modo etico invece che con regole morali
Dietrich: Celebrazioni di benedizione nel giorno dell’arcobaleno, penso che sia un bel pensiero. Per capirne la forza esplosiva, potremmo fare un piccolo passo indietro, all’inizio. Secondo me, l’inizio è lì dove – non solo fuori dalla Chiesa Cattolica, ma anche dentro- già da molti anni, si dice: nella Chiesa c’è bisogno di un nuovo modo di affrontare la sessualità. Il semplice riferimento al matrimonio eterosessuale non è più sufficiente in tempi in cui le persone hanno molti altri modi per vivere l’amore e il desiderio. Perché la Chiesa Cattolica ritiene ancora il matrimonio tra uomini e donne l’unica forma valida e possibile?
Mönkebüscher: Ha ragione a dire che la discussione è vecchia di anni. Da anni ci sono molte proposte (da parte degli studi biblici, dell’esegesi, della teologia dogmatica e morale) che possono cambiare la morale sessuale della Chiesa – e cambiarla in modo positivo – a partire, ad esempio, dalla cosiddetta etica della relazione.
Dicendo, quindi: come possiamo noi come istituzione ecclesiale aiutare le persone in modo che le persone vivano le loro relazioni in modo eticamente responsabile, con dignità e amore reciproco? Un contributo a questo è che l’amore deve poter essere pubblico, l’amore deve potersi manifestare.
E all’interno della Chiesa accade che il Magistero è ancora fortemente guidato dalla tradizione e dalle sacre scritture, ma da una certa comprensione delle sacre scritture. In fondo ci sono solo donne e uomini nella Bibbia, anche in relazione tra loro.
Naturalmente, questo ha anche a che fare con il background culturale. Molti teologi morali affermano, ad esempio, che il concetto di unione omosessuale era inconcepibile ai tempi della Bibbia, non esisteva.
I concetti biblici di relazione sono legati al tempo
Quello che ora intendiamo per unione omosessuale è una proposta interpretativa che ha forse 150 anni. La nuova traduzione unificata della Bibbia non parla più di Dio che crea l’uomo come donna e uomo, ma traduce: Dio creò “come maschile e femminile“. Cioè, credo, uno spettro più ampio, un’ampiezza maggiore.
E ciò che nel nostro tempo si aggiunge, ma non ha ancora incontrato grande risonanza nella Chiesa, sono persone che non si vedono necessariamente assegnate a un genere o che cambiano genere attraverso una trasformazione perché sentono di essere prigioniere nel corpo sbagliato.
Tutti questi argomenti di cui stiamo discutendo nel presente o che percepiamo più fortemente non compaiono ancora nell’insegnamento della Chiesa, perché si segue ancora molto fortemente una vecchia immagine.
Ma questo viene da un’epoca completamente diversa, quando tutti i tipi di idee erano diversi. La stessa Bibbia riporta vagamente che il re Davide aveva diverse mogli, dieci concubine; suo figlio, il re Salomone, aveva 300 mogli, questo è nella Bibbia.
E tutti dicono molto chiaramente: sì, era un’epoca diversa. Ma devo tener conto di quest’altra epoca in tutte le storie bibliche, ovunque c’è un background culturale enormemente diverso. E più ne tengo conto, (in realtà è l’interpretazione storico-critica della Bibbia), più arrivo ad affermazioni diverse.
Il dibattito sulla riforma della morale sessuale innervosisce Roma
Dietrich: Da un anno ormai ci sono state discussioni più intense proprio su questi temi, ufficialmente nel cosiddetto Cammino sinodale. Uno dei quattro forum di discussione si interroga esattamente sulla moralità sessuale. Ho seguito alcuni dei dibattiti e dalla stragrande maggioranza delle persone coinvolte potrebbe arrivare una grande ricchezza di idee.
E poi due mesi fa è arrivata da Roma questa dichiarazione imperativa e ha detto: no, le unioni omosessuali non devono essere benedette dalla Chiesa Cattolica, punto. Si aspettava questa forma così netta, o sperava che ora fossimo davvero sulla buona strada per cambiare?
Mönkebüscher: Il fatto mi ha sorpreso. Permettetemi di dire che questo documento di Roma non ha nulla di nuovo come contenuto, ma il tempismo mi ha sorpreso. Molti dicono che il documento è intervenuto consapevolmente in vista delle deliberazioni del Percorso Sinodale, semplicemente per eliminare un argomento.
Il fatto stesso che questo argomento venga discusso in modo sinodale e esso comporti anche un cambiamento nella morale sessuale sembra rendere nervosa certa gente a Roma.
E si crede di poter fermare con questo No la discussione, sostanzialmente per via di autorità e non attraverso un’argomentazione. Molti partecipanti al cammino sinodale, tra l’altro anche vescovi, percepiscono chiaramente questo momento del No di Roma come un tentativo di correggere le deliberazioni del Percorso Sinodale.
Chi benedice realmente, Dio o la Chiesa?
Dietrich: personalmente non sono cattolica, motivo per cui sono rimasto stupita soprattutto dalla motivazione relativa, soprattutto, alla benedizione: e cioè che, per quanto buona sia l’intenzione della benedizione, la Chiesa Cattolica non può né deve affatto benedire le unioni gay o lesbiche e può perché non ha l’autorità per farlo. Questo mi ha stupita molto. Finora ho sempre pensato che ci siano molte benedizioni nella Chiesa Cattolica: quindi perché proprio questo non si può fare?
Mönkebüscher: Sì, è difficile da spiegare, anche difficile da capire, anche per molti addetti ai lavori, motivo per cui la protesta e l’irritazione sono così grandi. Molti dicono: qualsiasi oggetto può essere benedetto. In tempo di guerra, le armi erano benedette perché una benedizione comporta questo messaggio: ciò che è una benedizione per me, ciò che è positivo, ciò che mi rafforza, ciò che è buono per me viene da Dio.
So che mia madre disegnava una piccola croce su ogni pane fresco che veniva tagliato. Voleva esprimere l’idea: Viviamo di questo, è vitale. E a questo proposito, la benedizione è un segno meraviglioso ed esprime questo messaggio: ciò che otteniamo lo dobbiamo a Dio.
Nel caso di persone innamorate, che vedono il/la loro partner come il dono più grande della loro vita, legarlo ai cromosomi o alla diversità sessuale – come avveniva nella tradizione, né poteva essere immaginato diversamente- non corrisponde più al nostro sentire attuale.
Alla Chiesa piace poi parlare di autorità, che è ovviamente anche un termine teologico. Tuttavia, lo trovo anche discutibile perché chi benedice effettivamente? Noi umani chiediamo a Dio le sue benedizioni, ma alla fine crediamo che tutte le benedizioni vengano da Dio. E molti dicono che chi proibisce o nega una benedizione, in un certo modo si pone addirittura al di sopra di Dio e decide per lui.
La protesta con le bandiere arcobaleno sulle facciate delle chiese cattoliche
Dietrich: C’è stata subito una forte protesta contro la decisione di Roma. Lei stesso, insieme al parroco dell’università di Würzburg Burkhard Hose, ha invitato alla protesta contro il divieto di benedizioni, ha appena detto che l’hanno firmata circa 2.600 operatori pastorali cattolici.
D’altra parte, ad Hamm, per esempio, nella sua città dove lei è anche parroco, è stata bruciata una bandiera arcobaleno appesa a una chiesa. Verso dove tende maggiormente l’umore nelle comunità: la sua azione incontra più approvazione o subisce un rifiuto?
Mönkebüscher: In tutte le città in cui le bandiere arcobaleno sono appese nelle chiese, alcune di queste sono state rubate, distrutte, bruciate e hanno subito qualunque altra cosa. La mia spiegazione è che ciò riguarda il diventare visibile. Quello che non vedo non esiste. Nel momento in cui qualcosa diventa visibile, la diversità nel segno dell’arcobaleno, sfida naturalmente certe persone la cui visione del mondo e dell’uomo, lo dico con prudenza, è diversa.
Vedo il numero di persone che lottano contro le bandiere arcobaleno o lottano contro l’argomento e dicono che l’omosessualità è una malattia; ci sono scrittori di lettere anonime che non si stancano mai di enfatizzare qualcosa del genere. E credo che la visibilità dell’argomento attraverso le bandiere arcobaleno sia una sfida per questo tipo di persone.
Qui ad Hamm, ma credo anche a livello nazionale, la comprensione per la protesta è di gran lunga maggiore dei pochi che vi si oppongono. Non posso dirlo in termini percentuali, ma lo si vede anche nelle campagne di firme, anche nelle tante email di accompagnamento, anche con l’iniziativa #liebegewinnt: il feedback è così positivo e numeroso che già predomina – e in termini molto evidenti.
Mancano segnali utili dai vescovi
Dietrich: Tuttavia, proprio questo passaggio di invitare davvero le persone alle liturgie di benedizione per le coppie omosessuali è in realtà una sfida per molti, anche per le persone ben intenzionate. Il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, il vescovo di Limburgo Georg Bätzing, si è espresso in modo piuttosto critico sulla vostra azione e ha detto: Sì, nel Percorso Sinodale si potrebbe discutere di una nuova morale sessuale, ma un’azione pubblica come quella che state progettando non la ritiene “un segno utile o capace di aprire nuove strade”.
Mönkebüscher: Le mie dita fremono per porre una contro-domanda. Quale segno utile i vescovi, la Conferenza Episcopale Tedesca, hanno posto negli ultimi anni, negli ultimi decenni, nei confronti degli innamorati omosessuali? Dove hanno iniziato un dialogo, dove hanno iniziato a fare proposte davvero utili?
Per 20 o 30 anni in alcune comunità si sono svolte le cosiddette celebrazioni queer, alcune delle quali sono state solo in grado di affermarsi o sono state offerte in opposizione ai vescovi, o nella migliore delle ipotesi sono state tollerate. Da una parte, dall’altra, c’è sempre la domanda: a chi è utile un segno e chi no?
Quando vedo che molte persone ora sono interessate queste liturgie di benedizione ora, che chiedono perché questo non sta accadendo nella loro città natale, allora molto probabilmente è un segno utile per tutte le persone che si accostano a tale liturgia per celebrarla.
Il posto delLe minoranze è nel centro della chiesa
Dietrich: Questo significa che in realtà ci sono abbastanza persone omosessuali che si aspettano ancora così tanto dalla Chiesa Cattolica da voler essere benedette in queste liturgie?
Mönkebüscher: Bene, cosa significa abbastanza? Ora abbiamo invitato le coppie che, in termini ecclesiastici, non possono sposarsi. Questo include gli innamorati dello stesso sesso, ma include anche le persone che si sono innamorate di nuovo dopo un divorzio. E penso che la questione dei numeri sia importante, ma non decisiva.
Ovviamente si potrebbe dire: questo è un problema marginale, visto che solo dal cinque al dieci percento della popolazione, non si sa per certo, è omosessuale. Questa è una minoranza. Penso che il posto delle minoranze sia nel centro. Proprio come Gesù mette in mezzo un bambino, cioè chiaramente qualcuno che era svantaggiato ai suoi tempi. Il posto delle minoranze è al centro perché è già difficile per loro. In Germania non abbiamo avuto un approccio sereno a questo argomento per così tanto tempo – e non lo abbiamo ancora oggi.
Ora Roma riportato alla luce questo tema. Ed è ora una situazione in cui le persone riprendono coraggio per chiedere una celebrazione di benedizione. Per inciso, so da un collega che quest’anno ha ricevuto un avvertimento su una cerimonia di benedizione e che è stato minacciato di essere rimosso dal suo ufficio se dovesse tenere un’altra cerimonia di benedizione.
“Cosa potrebbe esserci di meglio per noi?”
Dietrich: E lei, si aspetta delle conseguenze?
Mönkebüscher: Permettetemi di dire, in vista delle prossime benedizioni del 10 maggio, che avranno la stessa struttura delle liturgie di San Valentino che vanno avanti da anni. Credo che sia in atto un ripensamento, ci sono suppliche di vescovi che dicono che dobbiamo fare progressi, dobbiamo cambiare idea.
Per me la domanda è: quando le persone chiedono, si aspettano, sperano in qualcosa dalla Chiesa, quando chiedono una benedizione per il loro amore e la loro relazione, cosa potrebbe effettivamente accaderci di più bello? Perché questa coppia esprime il messaggio: Noi abbiamo fede. Crediamo che Dio sia intervenuto nel nostro amore. Chi sono io, allora, per rappresentare la Chiesa e dire: Va bene tutto, ma questo non può venire affatto da Dio, questo è un peccato.
Penso che dobbiamo entrare in questa discussione. E finora non ho sentito alcun argomento convincente della Chiesa che possa impedirmi di rispondere a una tale richiesta di benedizione.
Testo originale: Katholische Gottesdienste für homosexuelle Paare„Wir möchten mit Menschen feiern, die ihre Liebe als Segen empfinden“